1 - LA VERSIONE DI ROMAN, REO CONFESSO
Stefano Ciavatta per "Il Riformista"
«Se le finestre l'ufficio dell'avvocato Dalton non fossero state ermeticamente chiuse mi sarei gettato dal 33° piano. Sei i capi d'accusa contro di me: somministrazione a una minorenne di una sostanza non in libera vendita, atti osceni, rapporti sessuali illeciti, perversione, sodomia, violenza carnale con ricorso a droghe».
Polaski e Sharon TateCome scriveva nella sua biografia Roman pubblicata nel 1984, con l'accusa di stupro del 1977 Polanski era nei guai fino al collo. A dare il via all'intera faccenda fu il numero di Natale di French Vogue: «Lo dovevo curare io, dopo Hitchcock e Fellini».
Galeotta fu una foto destinata alla copertina che ritraeva proprio Roman sepolto nella sabbia fino al collo, con le onde che si frangevano sopra la testa, «una pena capitale in uso ai tempi della pirateria», una serie di scatti di Harry Benson che il regista fece inutilmente perchè la foto non venne mai pubblicata.
PolanskiMa Polanski ci teneva a essere protagonista di scatti insoliti. A Gerald Azaria caporedattore di Vogue Hommes che gli chiedeva con insistenza una intervista pubblicando la foto esclusa, il regista propose un proprio servizio fotografico sulla falsariga delle ninfe sfocate e velate di David Hamilton, ma con un piglio diverso: «le voglio sexy, impertinenti, umanissime».
Per la location, Polanski ha in mente le ville dei suoi amici, tagliate in due da Mulholland Drive. Manca una modella. Su segnalazione arriva a quella che nella biografia chiamerà fittiziamente Sandra, descritta come «una magnifica adolescente che voleva fare la modella, già apparsa in un telefilm pubblicitario».
Sandra vive con la madre Jane. Per Polanski tutto si svolge alla luce del sole: continua a vagliare contratti e proposte, è determinato ad ottenere la cittadinanza americana. A casa di Sandra, trova uno strano personaggio, Bob, in apparenza convivente di Jane, redattore del periodico Marijuana monthly, che successivamente scoprirà in atteggiamenti ambigui con Sandra, la quale però non fa impazzire Roman: «Ero piuttosto deluso, aveva la mia statura, sottile e aggraziata, con una voce sorprendentemente fonda per la sua età».
La ragazza è ambiziosa.
Pressato dalla madre, Polanski suggerisce il nome del suo agente. Anche Bob vuole qualcosa, una intervista con Nicholson. Nulla da fare per entrambi, forse è più vicino Polanski a prendere una green card. Il primo set vale due rullini, un'ora da soli, fuori mentre la madre è in casa. Sandra indossa una «studiata indifferenza tipica di un'adolescente che voglia fare la distaccata».
Roman PolanskiFrequenta «ragazzi cattivi, che bevono e si fanno», di psicofarmaci, «e non di canne come mia madre». La sua prima esperienza sessuale? «A 8 anni». Altra location, nella vuota casa di Nicholson. Polanski ottiene il permesso, brinda con la vicina di casa. Poi le foto. Tra una posa sexy e l'altra, Sandra telefona alla madre ma ha pure un attacco d'asma nella Jacuzzi.
Poi tutto rientra e si consuma l'amplesso: «Non potevano esserci dubbi sulla esperienza e la mancanza di inibizioni». Sopraggiunge Anjelica Huston che non sapeva di Polanski, il quale saluta di fretta e se ne va «con una Sandra tranquilla». Nel mostrare le diapositive a Jane e Bob si fumano spinelli. Ma il giorno dopo «Jane era furibonda per le foto orribili».
Poi l'arresto. La perquisizione in casa Nicholson trova cocaina e mariujana imputabili alla Huston che si defilerà per non essere coinvolta. Polanski non riesce a dimostrare che lavora su commissione. Scopre pure che l'attacco di asma è simulato. Solo Dino De Laurentiis gli è vicino.
Roman PolanskiGli avvocati trattano: «Il procuratore distrettuale cassò cinque dei sei capi d'accusa, lasciando solo quello di corruzione di minorenne. Mi dichiaro colpevole». Ma l'età di Sandra lo obbliga a due perizie psichiatriche di cui una in carcere, dove sta 42 giorni.
Il capriccio del giudice Rittenband può portare addirittura a una detenzione indeterminata. Polanski allora fugge. Dalton presenta istanza di ricusazione di Rittenband. Il nuovo giudice decise così: «Se e quando Polanski ritornerà chiederò il rinnovo dell'istruttoria e poi si vedrà». La parola ora è di nuovo a Polanski.
2 - GLI ALTRI CASI DI HOLLYWOOD BABILONIA
Antonello Guerrera per "il Riformista"
Se Roman Polanski non si fece scrupoli andando a letto con una minorenne, Sharon Stone, l'infoiata di "Basic Instinct", non avrebbe mai fatto una cosa simile. A tal proposito, fece scalpore nel 1995 quando si rifiutò di prender parte ad una sequenza bollente con un attore di (ben) 19 anni nel film "Pronti a morire" di Sam Raimi. «Sarebbe stata pedofilia», disse l'attrice.
Una scelta che si meritò lodi ma anche gli improperi delle teenager di tutto il mondo. Soprattutto perché il diciannovenne troppo acerbo scartato da Sharon era niente popodimeno che Leonardo Di Caprio.
Ma tralasciando la parte più moralista del cinema Usa, pregna di tanti altri esempi, vedi il Sean Penn antipedofilia di "La promessa", il ritorno dei fantasmi di Roman Polanski ha illuminato nuovamente il lato più oscuro ed inquietante di "Hollywood Babylon".
w jack nicholson 003Un coacervo di violenze, droga, omicidi, stupri che dall'inizio del ventesimo secolo sino agli anni Settanta - ma anche oltre - creò quel decisivo sostrato per il quale Hollywood è oggi invisa all'americano medio e stakanovista. Da questo pantano, spuntano di tanto in tanto illazioni, accuse, prove di pratiche sessuali con minori.
Come dimenticare, ad esempio, lo scandalo che coinvolse (ma non travolse) l'attore americano Rob Lowe nel 1998. Filmato, nella stanza di un hotel di Atlanta, mentre faceva sesso con due donne, di cui una appena sedicenne. Lowe disse che non lo sapeva e dieci anni fa se la scampò. E che dire di Woody Allen. Che ha sposato nel '97 Soon-Yi Previn, figlia adottiva coreana della moglie Mia Farrow.
sharon stone a0002Una foto ignuda di Soon-Yi sul computer del regista causò addirittura il divorzio con l'attrice nel 1992. E diede inizio ad una storia d'amore vissuta rischiosamente al limite, dal momento che l'attrazione fatale tra il regista di "Prendi i soldi e scappa" e la "figliastra" avvenne quando lei aveva appena finito il liceo. E, considerando che Soon- Yi era stata adottata, non si sapeva effettivamente se fosse maggiorenne o meno. In più, arrivarono anche le accuse di molestie da parte di altri figli della Farrow.
«Ci interrogava morbosamente sulle nostre attività sessuali», disse nell'aprile 1997 Daisy Previn. Allen, per la cronaca, era già stata accusato di molestie nei confronti dell'altra bambina Dylan, quando questa aveva solo 7 anni. Il giudice scagionò in ogni modo l'attore da tutte le accuse. Ma bollò, tuttavia, la condotta di Allen come «scabrosa».
wa46 woody allen soon yiMa l'antesignano scandaloso del cinema americano fu senza ombra di dubbio il mitico Charlie Chaplin. Che nel 1924, all'età di 35 anni, si legò in seconde nozze all'attrice statunitense Lita Grey, all'epoca appena sedicenne e fatta entrare nella sua compagnia di attori alla modica età di dodici anni.
Ancora più scandaloso fu che Lita, all'anagrafe Lillita Louise MacMurray - da lei prese palese ispirazione Vladimir Nabokov per "Lolita" - sposò Chaplin in una località segreta del Messico quando era già incinta. Il loro infausto legame matrimoniale, rescisso con un favoloso risarcimento da un milione di dollari per Lilita, durò, tra pochi alti e molti bassi, solo quattro anni.
0 sofa chaplin 006A Hollywood mise piede per qualche film anche Michael Jackson di tanto in tanto, travolto dallo scandalo pseudopedofilo Neverland che segnò vita e carriera della popstar, nonostante le accuse non siano mai state provate. E nonostante alcuni genitori accompagnassero loro stessi i figli da "zio" Michael.
samantha geimerL'INFINITO CUL DE SAC DI POLANSKI
Da "il Riformista"
Ieri Roman Polanski ha presentato ricorso contro l'estradizione negli Usa e, ha annunciato il suo avvocato, «lotterà fino alla fine». «Polanski ha respinto la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa», si legge in una nota diramata dal legale, Herve Temime, «è combattivo ed è determinato a difendersi». «Date le strane circostanze del suo arresto «sarà chiesto il suo immediato rilascio. Dopo di che questo collegio difensivo dimostrerà l'illegittimità della richiesta di estradizione».
Secondo la difesa di Polanski il procedimento del 78 deve essere dichiarato nullo perché il giudice di quel processo - morto anni fa - si era messo d'accordo con l'ufficio del procuratore. Persino al vittima dello stupro, Samantha Geimer, si è unita al collegio di difesa per chiedere l'archiviazione del caso. Intanto, il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner (Polanski vive a Parigi) conferma di aver scritto al segretario di Stato Hillary Clinton per sollecitare la clemenza di Washington; mentre quello polacco sta adoperandosi per un approccio comune nei confronti delle autorità statunitensi.
L´AVVOCATO: "L´HO VISTO: È MOLTO STANCO COMPOSTO MA SCIOCCATO"
Franco Zantonelli per "la Repubblica"
«Polanski è molto stanco, composto ma anche scioccato per quanto accaduto». Sono le prime parole di Lorenz Erni, l´avvocato zurighese che difende il regista. Erni ha visitato ieri il regista da tre giorni in un carcere che le autorità elvetiche non hanno comunicato in applicazione del mandato di cattura statunitense.
L´avvocato ha anche dichiarato al quotidiano Blick l´intenzione di respingere la richiesta di estradizione confermata dalla Procura di Los Angeles. «Chiederò la libertà per il mio cliente». «Non escludiamo la concessione della libertà su cauzione», replica Guido Balmer, portavoce del Dipartimento Federale di Giustizia e Polizia, che balena l´eventualità di residenza coatta per il regista nello chalet di Gstaad.
A favore di Polanski da ieri si stanno mobilitando intellettuali e artisti con una petizione dove si chiede la liberazione già firmata da Monica Bellucci, Scola, Bellocchio, Tornatore, Placido, Sorrentino e ancora Costa-Gavras, Wong Kar-Wai, Fanny Ardant, Tavernier, Michael Mann, Wim Wenders, Schnabel, Almodovar, Lelouch, Tanner, Levy, Kundera, Isabelle Adjani.
A difendere la giustizia elvetica ci pensa la ministra svizzera Doris Leuthard: «Polanski non si è recato in Germania e in Gran Bretagna perché sapeva che gli sarebbe successa la stessa cosa».
Evitateci il Lodo Roman Genio? Sì, ma stia dentro
Samantha Geimer - Ieri e oggiMaria Laura Rodotà peril Corriere della Sera
No, il Lodo Polanski no. Per favore. D'accordo, come regista è un genio. Ma è un adulto responsabile delle sue azioni; non può evitare una condanna per aver commesso un reato contro la persona perché a suo tempo ha diretto «Chinatown». O «Il pianista», o «Rosemary's Baby», o «Luna di fiele» (va bene, quando il film uscì c'era chi lo voleva in galera per Luna di fiele, ma è un'altra storia).
La mobilitazione dei suoi amici, del mondo del cinema, del ministro degli Esteri francese, dell'Ump, il partito altrimenti moderato di Nicolas Sarkozy, pare degna di miglior causa. Giusto in Francia, i moderati lettori (spesso elettori di Sarko) del Figaro ieri votavano online; e a stragrande maggioranza erano favorevoli a far giudicare il loro concittadino negli Stati Uniti. Intanto, sempre online, i lettori liberal del New York Times scrivevano cose durissime. Meravigliandosi per il «lassismo delle élites europee», che in America è un tormentone conservatore, in genere.
Ma tant'è: e in tanti non capiscono perché ci dovrebbe essere una certezza del diritto per i normali e poi una certezza del diritto-Vip, meno certa. Specie se il Vip - 32 anni fa ma non è in prescrizione, con qualche probabile irregolarità processuale ma lui nel frattempo era scappato - ha drogato, fatto ubriacare e sodomizzato una tredicenne.
Prenderne atto non è da forcaioli, forse. Lo ha spiegato il ministro della Giustizia svizzero, Eveline Widmer-Schlumpf: «Non avevamo altra scelta. La biografia di una persona non deve definire un trattamento di favore davanti alla legge». Certo, Polanski aveva da anni una casa in Svizzera e nessuno lo aveva disturbato.
Certo, il suo arresto è un'eccellente diversione mediatica per il pubblico americano in un momento di crisi economica affrontata con fatica e di riforma sanitaria che non decolla; e c'è chi si chiede «ma il governo federale non aveva niente di meglio da fare che incastrare un settantaseienne?». È possibile. Ma Polanski non è stato rintracciato per aver scordato di pagare un po' di multe, tenuto droghe per uso personale o costruito un gazebo abusivo nella sua villa di Los Angeles. Aveva stordito una quasi bambina e le aveva fatto di tutto.
Roman PolanskiÈ, e resta, un reato grave. E non, come si leggeva ieri su Libération, «une affaire de moeurs vieille de 30 ans». I moeurs, i costumi, sono liberi nell'occidente civile da decenni e si spera lo restino. Tra adulti consenzienti, magari. Il portavoce dell'Ump obietta - e il principio non è insensato - che «l'assenza di prescrizione nel diritto americano rende gli Stati Uniti una democrazia particolare».
Però è una democrazia dove Polanski aveva scelto di vivere. E i tempi di prescrizione dovrebbero dipendere dal delitto commesso. E forse lo stupro di una tredicenne non dovrebbe andare mai in prescrizione. È un danno gravissimo al diritto di essere tredicenni, soprattutto. Insomma, non «tout le monde est derrière Polanski», non tutti sono con lui. Ma non spieghiamolo ai registi, agli attori e ai ministri francesi; spieghiamolo alle ragazzine (per favore).