POP MUSICAL: GUS VAN SANT SU ANDY WARHOL - “MI HA SEMPRE AFFASCINATO IL BREVE LASSO DI TEMPO DURANTE IL QUALE WARHOL PASSÒ DA CREATIVO PUBBLICITARIO AD ARTISTA PLASTICO SCONVOLGENDO IL MONDO DELL'ARTE'' – “TROUBLE”, IN SCENA AL TEATRO ARGENTINA DI ROMA, E' IL DEBUTTO TEATRALE A 69 ANNI DEL REGISTA DI “WILL HUNTING, GENIO RIBELLE” ED “ELEPHANT MAN” - VIDEO

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Katia Ippaso per “il Messaggero - Cronaca di Roma”

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Gus Van Sant ha avuto senza dubbio una vita artistica prodigiosa: pittore, musicista, fotografo, romanziere. Come cineasta, ha firmato opere ruvide, liminali, affascinanti, che gli hanno fatto guadagnare un posto di primo piano, sia come autore indipendente che come creatore di opere biografiche (il suo film Milk del 2008, portò in dote a Sean Penn, che interpretava l'attivista gay ucciso nel 1978, un Oscar come migliore attore protagonista). 

 

Con Elephant, il film sulla strage della Columbine High School, conquistò la Palma d'Oro a Cannes (2003). Ma, a differenza di tanti suoi colleghi, il cineasta americano non aveva mai voluto avventurarsi nel campo della regia teatrale: «Mi sentivo inadeguato». A 69 anni decide di stupire sé stesso, ancor prima che i suoi fan, ed eccolo alle prese con la regia di un musical: Trouble, da questa sera al Teatro Argentina all'interno del Romaeuropa festival. 

 

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LA DECISIONE 

Ma cosa può aver convinto l'autore di Will Hunting (il celebre film del 1997 con Robin Williams e Matt Damon), a debuttare in teatro? Il tema, che gli dettava una forma differente. Trouble ci parla, infatti, di uno dei suoi miti: Andy Warhol. 

 

«Io avevo già un pezzo scritto, ma era un'altra cosa, trattava di un attore in un film. Ma poi è successo qualcosa che mi ha fatto desiderare di scrivere un musical. Ho pensato che avrei dovuto realizzare il Progetto Warhol (che è quasi un progetto di vita) e farlo in forma di musical», spiega Gus Van Sant. 

 

«Allora mi sono messo a concepire idee per questo formato, per mostrare i primi anni del percorso artistico di Andy. Mi ha sempre affascinato il breve lasso di tempo durante il quale lui passò da creativo pubblicitario ad artista plastico». 

 

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Nel 1962 Gus aveva solo 10 anni, ma riesce a ricordare benissimo l'impressione che gli fecero certi oggetti d'arte nelle case degli amici di famiglia: «C'era chi arredava le il salotto con le insegne dei distributori di benzina e neon. I conservatori non lo facevano e neanche i miei genitori, ma i loro amici sì. 

 

Un movimento estetico che si stava sviluppando a New York e aveva a che fare col kitsch. Andy aveva in casa un cavallo, delle giostre e altri pezzi del genere che comprava dagli antiquari». 

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I GALLERISTI DI NEW YORK 

Su quelle prime impressioni, il regista ha costruito uno spettacolo musicale che si concentra soprattutto sui primi anni del ciclone Warhol. «Sono stato sempre attratto da quel periodo. E mi attrae anche perché significò una trasformazione dei galleristi di New York, della loro attitudine nei confronti dell'arte». 

 

In corso d'opera, Gus Van Sant ha cambiato titolo al suo spettacolo. Non più Andy, ma Trouble: «Per evidenziare come il valore di un semplice gesto dipingere un oggetto comune, un barattolo di minestra sia stato in grado di sconvolgere il mondo dell'arte per sempre» dichiara il regista americano, che qui firma anche le musiche. 

 

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In scena, un cast di attori giovanissimi che assumeranno età e identità diverse: tra i personaggi evocati da Gus Van Sant in questo suo viaggio onirico nella New York di Andy Warhol, l'attrice Edie Sedgwick, lo scrittore Truman Capote e il critico d'arte Clement Greenberg. 

 

«L'idea di lavorare con attori poco conosciuti è qualcosa a cui sono abituato. L'ho fatto anche in Mala Noche, Drugstore Cowboy e My Own Private Idaho. Ma questi giovani attori hanno già importanti esperienze teatrali». Teatro Argentina, largo di Torre Argentina 52, da stasera (ore 21) a domenica. 

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