Silvia Fumarola per la Repubblica - Estratti
Non porta il cappottino rosso, il suo segno di riconoscimento per le vie di Napoli, ma uno spolverino nero che le dà un'aria più sofisticata. Serena Rossi si aggira nel bellissimo appartamento a due passi da Villa Borghese, set romano della terza stagione di Mina Settembre diretta da Tiziana Aristarco, in onda il prossimo anno su Rai1.
Nella scena incontra un adolescente che non si sente all'altezza della famiglia, piena di aspettative. «Quest'anno», svela l'attrice, «la serie racconterà ancora di più i problemi dei ragazzi, che si sono chiusi dopo la pandemia, hanno sofferto tanto. Crisi di panico, hikikomori, insicurezza, i dubbi sulla sessualità, gli hater, la violenza domestica. Temi delicati e attuali».
Sorridente, perfetta nel ruolo dell'assistente sociale idealista che porta umanità in un mondo sempre più egoista, spiega come Mina le abbia un po' cambiato la vita.
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Le novità?
serena rossi gigi dalessio uno come te
«Non posso dire molto vero? (guarda la produttrice Paola Lucisano, che realizza la serie con Rai Fiction), ma qualcosa sì: Mina cerca una stabilità familiare, va a vivere con Domenico (Giuseppe Zeno) e si rafforza il legame con Viola (Ludovica Nasti), d'altronde ci eravamo lasciati che mi chiedeva: "Vuoi diventare mia madre?".
Continua a vedere le amiche, non c'è più la mamma (Marina Confalone), è forte il rapporto con la zia, (Marisa Laurito), un personaggio solare. E poi c'è una new entry, la giovane assistente sociale che lavora al consultorio, interpretata da Chiara Russo. Il successo della serie è nell'umanità».
SERENA ROSSI NUDA IN ROSSELLA IL CORAGGIO DI UNA DONNA
In questa società i buoni sono considerati un po' fessi?
«Penso che l'empatia, la generosità e la correttezza servano a entrare nei cuori delle persone. E che non si dovrebbe giudicare... Ormai sono proprio diventata Mina. Il bene, alla fine, è contagioso, interpretandola mi immedesimo nell'ascolto».
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Sogna il Festival di Sanremo?
«Non ci sto proprio pensando, se devono arrivare le cose arrivano. Se no, non era destino. Sono fatalista».
Come vede il suo futuro?
«Con Davide abbiamo messo su una casa di produzione, Agata, e, perché no? un giorno vorrei sperimentare la regia. Paola Cortellesi ha cambiato la storia del cinema italiano, C'è ancora domani ha segnato un prima e un dopo. Nella sua semplicità ha fatto un film potente, che è arrivato a tutti».
E nel privato?
«Mi vedo tranquilla che mangio, mentre Davide gioca a golf e insieme inseguiamo Diego in giro per il mondo».
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