Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
A Renzie tocca l’arcaico rito del vertice di maggioranza, ma cosa non si fa per mettere sotto pressione Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Con lo sbarramento al 3%, il premier si “compra” il consenso dell’Ncd alfanoide e degli altri partitini. Soprattutto, Alfano non è più costretto ad andare dall’ex Cavaliere in ginocchio a chiedere l’apparentamento per tornare alle Camere.
Domani è previsto un nuovo incontro tra Renzie e il Banana, incontro nel quale il leader di Forza Italia verosimilmente accetterà le modifiche all’Italicum, a cominciare dal premio di maggioranza alla lista più votata. I figli e i consiglieri più ascoltati, come Fedele Confalonieri e Gianni Letta, gli dicono di non far saltare il patto del Nazareno. Del resto è chiaro che la maggioranza che riformerà la legge elettorale è la stessa che eleggerà il nuovo capo dello Stato. E dal nuovo capo della Stato Berlusconi si aspetta la grazia. Per questo motivo farà bene attenzione a non restare fuori dai giochi.
2. IL RITORNO DEL “VERTICE DI MAGGIORANZA” (IN ATTESA DELLA “VERIFICA”)
Giornataccia per il Patto del Nazareno, con la legge elettorale che cambia dopo un vertice di maggioranza: “Il patto di Renzi con la maggioranza. Vertice con Alfano sulla legge elettorale: scenderà la soglia di accesso. Il premier: ora un documento unitario. E domani rivedrà Berlusconi. Premio alla lista, sbarramento al 3% e preferenze. Ecco le modifiche che si dovranno fare al Senato” (Corriere, p. 2).
Per poter provare a votare in primavera bisogna approvare la nuova versione dell’Italicum entro fine anno e così si spiega la corsa di Renzie. Repubblica infatti titola: “L’aut aut di Renzi agli alleati. ‘Il sì alla legge elettorale entro la fine dell’anno’. Al voto dopo il referendum. Domani nuovo incontro con Berlusconi. D’Alema: ‘Qualcosa non va, Silvio è innamorato del premier’.
Matteo accelera per convincere Napolitano. ‘Solo con le riforme rinvierà le dimissioni’” (p. 2). Per il Messaggero, “Così Renzi cambia l’Italicum. ‘Ma il Colle è un’altra partita’. Il capo dell’esecutivo: se l’ex Cavaliere vuole restare in gioco non può rompere l’accordo. Le novità: sbarramento al 3%, premio alla lista e clausola di garanzia anti-elezioni” (p. 6).
Il Giornale di Berlusconi guarda in casa Alfano e naturalmente ci trova un gran casino. “Alfano si offre a Berlusconi, ma mezzo Ncd guarda al Pd. E’ spaccatura tra chi vuole tornare con Forza Italia e chi spinge per andare con Renzi. Il futuro sbarramento elettorale rischia di escludere il partito dal Parlamento. E c’è chi sta pensando a una possibile unione con la Lega Nord” (p. 4).
3. ULTIME DA FARSA ITALIA
Forza Italia è un po’ sotto assedio e il Cavaliere ha un sentiero stretto se non vuole far saltare tutto quanto. Per il Corriere, “il no ai diktat ricompatta Forza Italia. Dopo Fitto, anche i fedelissimi: basta ricatti dal premier. Il leader chiede unità per trattare con più forza” (p. 4).
Repubblica: “il dilemma di Berlusconi. ‘Devo salvare l’intesa senza spaccare il partito’. L’ex premier chiederà l’apparentamento per il ballottaggio. Oggi il vertice del partito sull’Italicum e l’incontro con Fitto. L’avviso di Verdini: ‘Se facciamo saltare tutto ci ritroviamo Prodi al Colle. Poi non lamentatevi…” (p. 9). Per il Giornale, “Legge elettorale, Renzi fermo. E il Cav resiste all’ultimatum” (p. 2). Resiste? Eroico.
4. IL GRANDE GELO TRA PRODI E RENZIE
Ieri il professore di Bologna ha smentito di essere in lizza per il Quirinale, anche se il suo nome ricorre sempre come soluzione castiga-Berlusconi di un ipotetico asse Pd-M5S. Oggi il Corriere racconta che i rapporti tra Prodi e Matteuccio sono a dir poco gelidi: “Quegli incarichi mai arrivati a Prodi. Il premier e il distacco dal Professore. Palazzo Chigi non è andato avanti sull’ipotesi di farlo mediatore in Libia e Ucraina. Sarebbe stato Delrio stesso a contattarlo per il dossier ucraino. Poi il silenzio” (p. 5). E si sa quanto Prodi sia vendicativo.
5. MA FACCE RIDE!
“I grillini vanno dai pm. ‘Nel Patto del Nazareno accordi da dittatura” (Repubblica, p. 10). Poi dicono che la giustizia è ingolfata di inchieste inutili.
6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Mentre noi ci trastulliamo con la legge elettorale, Bruxelles ci gira intorno pericolosamente. Lo riporta la Stampa: “Bruxelles: Italia in ritardo sul debito. Il rapporto sugli squilibri; per centrare gli obiettivi nel 2015 servono altri 14 miliardi. ‘Riforme da attuare’. Nel documento l’elenco delle vendite saltate, da Enel alle Poste. Non si parla dell’Eni” (p. 2). Poi passa Moody’s e prevede per l’Italia crescita zero anche nel 2015, contro la crescita dello 0,6% stimata dal governo.
“Libero” collega la difficile situazione economica dell’Italia alle dimissioni di Napolitano e titola in prima pagina: “Ecco perché Napolitano scappa. I conti pubblici fanno paura. Nessuna delle riforme a cui aveva legato il secondo mandato è compiuta, ma Re Giorgio sa che la situazione economica è peggiore di quanto di sappia. E non vuole restare incastrato quando la bolla esploderà. Ma le sue responsabilità sono chiare”.
Repubblica segnala: “Banche tedesche in fuga dal rischio Italia, l’esposizione è crollata sotto i 100 miliardi. I grandi banchieri di Francoforte, Amburgo e Berlino non sono sicuri che l’euro durerà. Solo il sistema creditizio francese continua a essere legato a doppio filo con il nostro Paese” (p. 13).
Intanto, prove tecniche di nuove batoste sulla casa: “Rivoluzione catastale, abitazioni rivalutate in futuro anche del 180 per cento. Via al primo decreto delegato. Calcolo in base a prezzi di mercato e metri quadri” (Repubblica, p. 12). E il Corriere segnala che la sparizione da una legge di quattro righe farà un bello scherzo alle casse dell’Inps: “Un comma sparito sulle pensioni cancella il tetto a quelle più ricche. Costerà due miliardi e mezzo in 10 anni. Vitalizi fino al 115% dell’ultima paga” (p. 23).
7. AGENZIA MASTIKAZZI
“Salvini: tutti condannino la violenza o mi fermo” (Corriere, p 6). Uh, che terribile ricatto!
8. IL DUELLO SUL WEB
Intervento importante del presidente Usa contro il “super-internet” che alcuni operatori di tlc vorrebbero poter offrire: “Obama scende in campo per difendere il web gratuito. ‘No a internet a 2 velocità’. Direttiva alla Commissione federale delle comunicazioni. Giù a Wall Street i titoli di Time Warner, At&t, Cable e Verizon. Il danno può essere enorme per chi non ha le spalle larghe di Google e Netflix” (Repubblica, p. 26).