Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
Almeno qui, vince la Russia. Ma siamo solo all’inizio di una intricata vicenda appena cominciata e dagli esiti ignoti. C’è un film che racconta la campagna di deportazione crudele avviata nel 2006 dalle autorità russe ai danni dei cittadini georgiani.
Primo giorno, primo caso alla Mostra di Venezia. Il film si intitola The antique e l’ha girato la regista georgiana Rusudan Glurjidze. In concorso alle Giornate degli autori (Gda), è stato bloccato «con decreto d’urgenza» dal Tribunale di Venezia. È stato accolto il ricorso della società coproduttrice russa Viva film, spalleggiata dai partner croati e ciprioti. Motivo: presunta violazione di copyright.
Ma in molti parlano di censura. La regista si dice sconvolta e sconcertata: «Trovo inaccettabile che una voce libera sia costretta al silenzio, non tanto per me ma per le ragioni del mio popolo».
Il giudice, spiega Giorgio Gosetti delegato generale delle Gda (sezione esterna alla Biennale), «non ha una competenza specifica sui diritti d’autore, e ha agito in modo unilaterale, in quanto non è stata interpellata la Cinetec, ovvero la società georgiana produttrice di maggioranza del film». [...]
Ambientata nella San Pietroburgo di oggi, la storia racconta i fatti tragici subìti dal popolo georgiano nel 2006, ovvero la deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia. [...]
I russi, dopo essere entrati nel progetto, chiedono il silenzio su questo film. La proiezione prevista ieri è stata sospesa. Eppure il dispositivo del provvedimento non la inibisce esplicitamente. Così dicono i curatori della sezione che aggiungono: «Il giudice non parla di proiezioni. Ma resta il provvedimento di un giudice, e non possiamo renderci correi. Riteniamo che il nostro primo dovere sia la difesa del diritto d’autore e quindi della regista Glurjidze, presente a Venezia. [...]»
Rusudan Glurjidze the antique 3