Roger Lewis per “Daily Mail”
vittorio de sica e dawn addams
«Benvenuto ad Hollywood» disse Blake Edwards quando Peter Sellers arrivò a Roma per interpretare il ruolo dell’ispettore Clouseau, «Ma questa è l’Italia» rispose l’attore, «Hollywood è uno stato mentale» concluse il regista.
Nel libro ‘Dolce Vita Confidential’, scritto da Shawn Levy e pubblicato da Orion, si racconta il periodo post-bellico in cui le grandi produzioni americane facevano base a Cinecittà, che garantiva costi bassi e maestranze di grande qualità, tra costumisti, scultori, tecnici e decoratori.
Quando si girava ‘Quo Vadis’, tutta Roma era in fila per fare parte delle 30.000 comparse. Più tardi, le grandi star americane sciamarono nei ristoranti di Via Veneto, immortalate dai paparazzi. I tabloid vendevano mezzo milione di copie a settimana, piazzando in pagina Ava Gardner, Ingrid Bergman, Liz Taylor, Anita Ekberg, Orson Welles, Roberto Rossellini, che amavano mischiarsi in storie di alcol e sesso, frequentare la nobiltà italiana decaduta.
Nel libro c’è l’Italia povera e devastata dalla guerra e quella del boom economico, della Vespa, delle maggiorate. Bisognava chiamare la sicurezza quando Sophia Loren entrava in un negozio a comprare la lingerie.
C’è il neorealismo, Fellini, il ricordo di quella stravaganza intitolata ‘Cleopatra’, film da 310 milioni di dollari, girato per anni e dove Liz Taylor era pagata 10.000 dollari al giorno, spese escluse. Chi visitava Roma non era più interessata al papa, ma a Cinecittà. Oggi Cinecittà è diventato un parco di divertimenti e i paparazzi sono ridondanti: chiunque può immortalare una celebrità con un cellulare
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