"AIUTO, NON SO SE POTRÒ ANCORA SCRIVERE O CAMMINARE" - IL ROMANZIERE E SCENEGGIATORE ANGLO-PACHISTANO HANIF KUREISHI, RICOVERATO AL POLICLINICO GEMELLI DI ROMA, DOPO IL MALORE E LA CADUTA RIVELA: "PER ALCUNI GIORNI SONO STATO IRRICONOSCIBILE A ME STESSO". MA, NONOSTANTE NON RIESCA A "MUOVERE BRACCIA E GAMBE" O NON SIA IN GRADO " DI GRATTARMI IL NASO, FARE UNA TELEFONATA O NUTRIRMI", KUREISHI PRESTO INIZIERÀ LA RIABILITAZIONE…

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Enrico Mascilli Migliorini per il Fatto Quotidiano

 

Il romanziere e sceneggiatore anglo-pachistano Hanif Kureishi, ricoverato al policlinico Gemelli di Roma, ha confessato di aver timore di non essere più in grado di camminare o utilizzare una penna dopo essere stato vittima di un malore il 26 dicembre nel tragitto tra Piazza del Popolo e Villa Borghese.

 

L'autore di Il Buddha delle periferie, 68 anni, l'altro ieri ha twittato raccontando l'incidente: "Avevo appena visto Mo Salah segnare contro l'Aston Villa, sorseggiato mezza birra, quando ho iniziato a sentire le vertigini. Mi sono chinato in avanti e ho messo la testa tra le gambe; mi sono svegliato pochi minuti dopo in una pozza di sangue, il collo in una posizione grottescamente contorta, mia moglie in ginocchio accanto a me". La donna, Isabella d'Amico, ha dichiarato al Guardian di aver sentito il marito gridare il suo nome e di essersi lanciata su di lui. "Mi ha salvato la vita", ha detto Kureishi.

 

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Infatti, arrivato al Gemelli, lo scrittore candidato all'Oscar nel 1987 per la migliore sceneggiatura del film My beautiful Laundrette è stato operato d'urgenza allla colonna vertebrale. "Credevo di morire. Pensavo di avere ancora tre respiri", ha scritto nel suo ultimo tweet, in cui ha anche lanciato il suo Sos. "Al momento non è chiaro se sarò mai in grado di camminare di nuovo, o se sarò mai in grado di tenere in mano una penna", e per questo ha chiesto quanto prima possibile l'ausilio di una macchina che lo aiuti a "scrivere, ricominciare a lavorare e continuare una sorta di vita dimezzata".

 

Nel tweet l'artista si sfoga sulla sua condizione "umiliante e degradante", spiegando che "per alcuni giorni sono stato irriconoscibile a me stesso". Ma, nonostante non riesca a "muovere braccia e gambe" o non sia in grado " di grattarmi il naso, fare una telefonata o nutrirmi", ha sensibilità e presto inizierà la riabilitazione.

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"Voglio ringraziare i medici e gli infermieri del Policlinico Gemelli di Roma - ha concluso lo scrittore - per tutta la loro straordinaria gentilezza, competenza e cura".

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