"PER BERLUSCONI NON FINIRÀ QUI, LO INCHIODERANNO A VITA A QUESTA FARSA GIUDIZIARIA" – FILIPPO FACCI NON ESULTA PER L'ASSOLUZIONE DEL CAV NEL PROCESSO RUBY-TER: “QUESTA VICENDA, CHE SI TRASCINA DA ANNI IN SVARIATI TRONCONI SPARSI IN MEZZA ITALIA, È STATA CHIUSA DAI GIUDICI IN SOLE DUE ORE. MA I PM NON S’ARRENDONO E ANDRANNO AVANTI. C’È DA PENSARE CHE TENGANO BERLUSCONI SOTTO SCACCO GIUDIZIARIO FINCHÉ CAMPERÀ, QUINDI TANTISSIMO, CON CIÒ DISPERDENDO SOLDI, TEMPO E FANGO GIORNALISTICO…”

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Estratto dell'articolo di Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

LA CARD DI SILVIO BERLUSCONI SU INSTAGRAM DOPO L'ASSOLUZIONE AL PROCESSO RUBY TER LA CARD DI SILVIO BERLUSCONI SU INSTAGRAM DOPO L'ASSOLUZIONE AL PROCESSO RUBY TER

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Due ore per decidere, dicevamo, ma il processo è durato sei anni: ma non si trattava esattamente de «il processo Ruby», ma del terzo processo Ruby («Ruby Rubacuori», espressione giornalistica) dopo il Ruby 1, il Ruby 2, il Ruby-bis, il Ruby ter (questo) e non pensare che sia finita, perché non dovete dimenticare i processi al cantante e chitarrista Mariano Apicella a Roma (più Berlusconi) e al pianista Danilo Mariani a Firenze (più Berlusconi) che sono stati entrambi assolti (anche Berlusconi) perché i giudici hanno stabilito che Berlusconi semplicemente li pagò per delle prestazioni professionali da musicisti.

 

In teoria dovreste anche ricordare le singole parti passate per competenza a Torino, Monza, Treviso, Siena, Roma e Pescara: siamo certi che ricordate ogni dettaglio.

Bene, ma almeno il «Ruby ter» è finito? Cioè: il Ruby, in generale, è finito?

 

BERLUSCONI RUBY BUNGA BUNGA BERLUSCONI RUBY BUNGA BUNGA

Scordatevelo: c’è da pensare che tengano Berlusconi sotto scacco giudiziario finché camperà- quindi tantissimo – con ciò disperdendo soldi, tempo e fango giornalistico sinché Ruby, pure, avrà le rughe e farà le cene eleganti in un ospizio. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, l’accusa, ha già detto che prima di decidere se ricorrere in Appello leggerà le motivazioni della sentenza (tra 90 giorni) ma dirlo questo è ovvio, è un fatto di galateo: ricorrerà eccome – nostro parere . anche perché voleva 6 anni di reclusione per Berlusconi e la relativa confisca di circa 11 milioni di euro, più 100 anni – dettagli – richiesti per il complesso degli altri imputati.

Filippo Facci Filippo Facci

 

Ora, a dispetto dei sei anni buttati al vento per il Ruby ter, peggio, c’è anche la motivazione tecnica che ha invalidato tutto: le testimonianze delle ragazze presuntamente corrotte non potevano essere esaminate – ha deciso il tribunale - perché le medesime non potevano «essere considerate testimoni» ma dovevano già essere indagate nei processi Ruby precedenti (cioè 11 anni fa) con l’ovvia assistenza dei loro avvocati. E se non erano testimoni, i reati non esistevano per definizione: solo un testimone può rendere falsa testimonianza, e di conseguenza non esiste «corruzione in atti giudiziari» se non esiste un testimone che menta a un pubblico ufficiale. Dettaglio: è esattamente la tesi difensiva sostenuta dal legale Franco Coppi (avvocato di Berlusconi) che però secondo i pm diceva evidentemente sciocchezze, ma secondo i giudici – ora – no.

Filippo Facci montagna 3 Filippo Facci montagna 3

 

Non è fuffa procedurale, attenzione: è la ragione per cui già dicono che Berlusconi è stato assolto solo per un cavillo, tanto che a spiegarlo è intervenuta ieri sera addirittura una nota inviata dal presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia: è stato un errore della procura. Che errore resta, ma è quanto bastava, ieri sera, a far titolare «Berlusconi la fa franca» al Fatto quotidiano online, con grande spazio per le dichiarazioni del pm Tiziana Siciliano: «Rimaniamo convinti che i reati ci siano stati».

 

BERLUSCONI RUBY BERLUSCONI RUBY

Tra le risposte possibili: e allora faccia meglio il suo lavoro.

 

Ma avrebbero dovuto farlo meglio tantissimi altri, vista la demenziale e pur stringata sintesi di tutto l’affare Ruby. Il primo processo imputò Berlusconi di concussione e prostituzione minorile per aver chiesto al capo di Gabinetto della Questura di rilasciare Ruby (Karima El Mahroug) ammantando ragioni diplomatiche legate a una ridicola e improponibile sua parentela col presidente dell’Egitto: questo - secondo l’accusa – per nascondere un giro di prostituzione ad Arcore.

 

Primo grado, 2013: condanna a 7 anni per Berlusconi.

Processo d’Appello lampo, 2014: Berlusconi assolto con formula piena perché la concussione «non sussiste» e circa la prostituzione minorile «il fatto non costituisce reato» perché non c’è nessuna prova che Berlusconi sapesse che Ruby era minorenne, né che si fosse intromesso indebitamente con la questura milanese per farla rilasciare.

RUBY BERLUSCONI RUBY BERLUSCONI

Corte di Cassazione, 2015, su ricorso dell’accusa: non accolto, Berlusconi resta assolto.

 

MILLE RIVOLI Eccoci al Ruby Ter, 2015, quello finito ieri in primo grado: corruzione in atti giudiziari per Berlusconi più centomila altri reati per un sacco di altra gente, con archiviazione progressiva per Licia Ronzulli, Niccolò Ghedini, Piero Longo, Valentino Valentini, più capi-scorta, camerieri, il padre di Ruby, neo-fidanzate del fidanzato di Ruby, una modella, un geometra e altri. Altre competenze vengono sparpagliate tra Torino, Monza, Treviso, Siena, Roma e Pescara. Poi le competenze di Torino, Monza, Treviso e Pescara tornano a Milano.

 

ruby ruby

Seguono altri rimescolamenti con assoluzioni per Berlusconi (a Siena e a Roma) e nessuna condanna per quest’ultimo. Poi ieri l’assoluzione del tronco principale rimasto a Milano, ma solo per «un errore» in un quadro che per il resto pare evidentemente cristallino, asciutto, senza accanimenti e soprattutto di preminente interesse per la collettività. Abbiamo dimenticato il processo parallelo in vari gradi – senza Berlusconi – che ha visto condannati Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede come procacciatori di personale per le «cene eleganti», con condanne per tutti e tre, ma galera per nessuno. O meglio: per noi tutti, ostaggi a vita di tutta questa roba, perché giustizia è sfatta.

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