Gloria Pozzo per “la Stampa”
Rosanna Basano ha fatto la mondina per 30 anni, in risaia dalle 5 e mezzo del mattino anche per dieci ore al giorno. Oggi ha 83 anni. Ne aveva 12 quando la Tenuta Veneria di Lignana (Vercelli), dove tutta la sua famiglia viveva e lavorava, per sei lunghi mesi ospitò le riprese e l' intero staff di Riso Amaro. Il film sarebbe uscito l' anno dopo, e mercoledì Vercelli celebra il 70° anniversario della prima proiezione con un convegno e un premio letterario organizzati dalla Cgil.
Nell' attesa, Rosanna rivive quel lontano 1948: all' interno della tenuta, all' epoca di proprietà della famiglia Agnelli, risiedevano almeno 500 persone. C' era tutto: la scuola, la parrocchia, il macellaio, la latteria. Persino il cinema. E tutti quei «Ciak si gira» urlati da Giuseppe de Santis, Rosanna, che ora vive a Livorno Ferraris, a pochi chilometri dalla Veneria, se li ricorda ancora. «Avrei iniziato a lavorare come mondina tre anni dopo, a 15 anni.
Per andare a scuola a Vercelli avrei dovuto fare 25 km in bicicletta, erano troppi. All' epoca seguivo le lezioni all' interno della tenuta, e appena finivano correvo sul set». I ricordi delle riprese sono nitidi, soprattutto uno: «Dopo un' intera mattinata di ciak, la scena non era ancora riuscita: Silvana Mangano doveva piangere, ma non le veniva. Il regista si è stufato e le ha dato due ceffoni: "Così almeno piangi!".
Avevo imparato che sul set gli schiaffi si davano per finta, ma quelli erano veri».
Per la gente di risaia, l' arrivo di quel piccolo esercito dotato di cinepresa e automobili fu una vera rivoluzione. «Molti di noi - racconta Rosanna - avevano affittato le loro case alle comparse. La Mangano e De Laurentis invece stavano dal parroco. Era bellissima Silvana, e simpatica. E ballava così bene. Per girare le scene la portavano in mezzo alla risaia con una barchetta, anche lei aveva paura delle bisce, proprio come me, e in acqua ci restava solo il tempo delle riprese, altro che le mondine vere».
UNA SCENA DAL FILM RISO AMARO, CON SILVANA MANGANO, GIRATO ALLA TENUTA VENERIA DI LIGNANA
Figuriamoci come poteva essere uscire di casa e incrociare una star del cinema: «Gassman era più espansivo, si fermava sempre a giocare a calcio con i ragazzini. Anche lui alloggiava all' interno della tenuta, le ragazze più grandi andavano a pulire la camera, lavavano la biancheria, io andavo dietro di loro a curiosare. Noi bambini però ci eravamo affezionati a "quello delle luci". Si chiamava Oliviero, non aveva figli e ci aveva adottati un po' tutti. Ogni tanto mandava uno di noi al negozio a comprare il gelato per tutti».
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