"I FILM SI POSSONO FARE CON POCO, I COSTI GIGANTESCHI DI OGGI SONO UNA BOLLA CHE STA SCOPPIANDO" - CIRO IPPOLITO PRESENTA "C'ERA UNA VOLTA NAPOLI", IL DOCU-FILM REALIZZATO INSIEME A MARCO GIUSTI DEDICATO AL CINEMA SOTTO IL VESUVIO: "NAPOLI È SEMPRE STATA UNA CAPITALE DEL CINEMA, HA QUESTO MONDO NEL DNA E IL BOOM ATTUALE NON MI SORPRENDE. C'ERANO SCUOLE ATTORIALI CHE OGGI SE LE SOGNANO: I MAGGIO, GLI SCARPETTA, GLI EDUARDIANI... OGGI VINCE L’OMOLOGAZIONE" - "MI SONO ISPIRATO A BOB SINCLAR: HO REMIXATO I MIEI FILM COME LUI REMIXA LA CARRÀ. È UN GIOCO…" - VIDEO

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trailer di C'ERA UNA VOLTA NAPOLI di ciro ippolito e marco giusti

 

Estratto dell'articolo di Titta Fiore per www.ilmattino.it

 

marco giusti e ciro ippolito c'era una volta a napoli marco giusti e ciro ippolito c'era una volta a napoli

[…] Un viaggio divertente e sgangherato, ma pieno di sorprese preziose, nella storia del cinema napoletano e nella carriera di un cineasta anarchico ed entusiasta come pochi. «C'era una volta Napoli», che stasera passa alla Festa di Roma nella sezione documentari, […]

 

Ciro Ippolito, attore, regista, produttore, sceneggiatore di lungo corso, è il Virgilio della situazione, la guida carismatica di questo bizzarro pellegrinaggio sentimentale; Marco Giusti è il critico, l'espertone appassionato del pop che abbiamo già visto all'opera in un ruolo analogico sul set di «Roma santa e dannata» al fianco di Roberto D'Agostino. Qui, a bordo di un Maggiolino d'epoca decappottabile, si fa trascinare da Ippolito […] sui luoghi della sua formazione cinefila.

c’era una volta napoli c’era una volta napoli

 

Un film «on the road», Ippolito, e a costo zero, come ha fatto?

«Sono partito con l’idea di fare un gioco: riuscire a girare un docufilm a modo mio, in poco tempo e con pochi mezzi, senza finanziamenti pubblici, come si usava un tempo. E lo dico senza polemica».

 

Quindi?

«Ho fatto revisionare l’auto che ho da 52 anni e siamo partiti per Napoli. L’idea pazza: “Facciamo una specie di nuovo “Sorpasso”. Due persone di troupe, due giorni di riprese ed eccoci al Vomero, dove c’erano gli studi con i soffitti in vetro di Lombardo, oppure nelle strade intorno alla Stazione, dove quando ero bambino c’erano decine di cinema, e a Castellammare sulle tracce di un pioniere, Natale Montillo».

ciro ippolito marco giusti ciro ippolito marco giusti

 

Il patron della sala Montil.

«Un personaggio straordinario. Faceva il panettiere, ma s’innamorò del cinema vedendo girare “Malaspina” di Amoroso. L’anno dopo era sul set e negli anni Cinquanta fece costruire in riva al mare una sala avveniristica che lasciò tutti a bocca aperta. Era un visionario, Montillo, sono molto interessato alla sua storia e vorrei raccontarla. Ho già il titolo: “Il sogno di Natale”».

 

[…]«mi sono ispirato a Bob Sinclar».

 

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In che senso?

«Ho remixato i miei film come lui remixa la Carrà. È un gioco. Quanto alle citazioni del cinema muto, a differenza di Marco, non ero tanto interessato. Ho preso le cose che poteva darmi la Cineteca Nazionale libere da diritti. Lo ripeto: i film si possono fare con poco, i costi giganteschi di oggi sono una bolla che sta scoppiando. Anche le piattaforme si stanno ridimensionando».

benedetto casillo marco giusti benedetto casillo marco giusti

 

«C’era una volta Napoli» ha una distribuzione?

«Faccio da solo, ma ho già molte offerte. E stasera, alla Casa del cinema, il film ha raddoppiato le sale, la prima è andata subito sold out. Poi, a seguire, con Marco Giusti presenteremo la versione restaurata di “Arrapaho“, che girai quarant’anni fa con gli Squallor. Nacque come un’avventura folle, in un’epoca irripetibile, è diventato un cult e ha perfino anticipato il linguaggio del web».

 

Oggi a Napoli si realizzano moltissimi film e serie, che ne dice?

«Napoli è sempre stata una capitale del cinema, ha questo mondo nel Dna e il boom attuale non mi sorprende. Quando giravo i film con Merola non c’erano strutture, ma scuole attoriali che oggi se le sognano: i Maggio, gli Scarpetta, gli eduardiani... Oggi vince l’omologazione, invece a me piaceva la contaminazione. In “Lacrime napulitane“ offrii il ruolo del cattivo a Carmelo Bene, ma costava troppo e alla fine il malamente lo feci io». […]

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