Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano - Estratti
Il caso, la volontà dell’inconscio, il bivio. Il saper affrontare il “Saturno contro”.
“Nel 1991 giro un filmino hard amatoriale con mio marito. Quel filmino è finito nel cinema del paese dove abitavamo. Ovvio, ci hanno riconosciuto. Ed è cambiato tutto”.
Eugenia Valentini è diventata Jessica Rizzo e con il marito Marco Toto hanno tolto la maschera: la prima coppia scambista d’Italia ha conquistato il riflettore. Celebrati dal Costanzo show.
Osannati da Hollywood (“ho vinto 13 Oscar del porno”). Affogati di lavoro (“sono stata costretta ad acquistare un camper: non tornavo mai a casa”).
Oggi ha 59 anni, ama dichiararlo, ogni sera la passa nel suo locale, Il Mondo di Atlantis, così vicino e così distante da Roma, dove neanche prende il cellulare, dove arrivare è già un mistero, dove dalle undici della sera singoli e coppie iniziano a suonare il campanello in cerca di Jessica Rizzo. Lei sorride. Buonasera.
Padrona di casa perfetta. Mai stanca.
(…)
Mentre lei.
Ho iniziato per gioco: con mio marito ci filmavamo durante i rapporti, per poi rivederci.
Sempre stata esibizionista; poi abbiamo incontrato un regista specializzato in filmati amatoriali, ma l’obiettivo non era diventare famosa, non ci penavo. Ho accettato a patto di indossare mascherina e parrucca.
(...)
Quel filmino privato è stato proiettato in un cinema della zona. Dopo poco mi hanno riconosciuta; vivevo a Fabriano, cittadina di 30 mila abitanti, e a quel tempo la mentalità era chiusissima: oggi non ci sarebbe quel tipo di scandalo.
Precursori.
Siamo stati la prima coppia realmente scambista.
jessica rizzo marco toto maurizio costanzo
Allo scoperto.
Dopo lo scandalo ho tolto parrucca e mascherina e sono salita sul palco di Maurizio Costanzo; (sorride) chi ci pensava...
Chi è stato il “colpevole”?
Dei filmati? Io, mio marito spaesato.
(...)
Nessuna chirurgia.
Ho paura. Non metto neanche le ciglia finte.
Torniamo all’inizio: come ha passato il “Rubicone”?
All’improvviso mi sono resa conto che i paesani mi guardavano in modo differente, mi indicavano, sorridevano alle spalle; siamo stati costretti a cambiare città: anche la segreteria telefonica era intasata di messaggi.
(...)
Un obbligo da pornostar.
Non mi piacciono le donne.
Quindi?
Ho girato almeno 500 scene lesbo, anche con Moana Pozzi; però lo premettevo sempre: “Guardate, se capite che non ce la faccio non è che siete brutte, è che non mi piace”.
Maschio addicted.
In Quella porca di mia moglie ho fatto sesso con 85 uomini (qui, chi scrive, deve essere caduto in un’espressione leggermente stupita, tanto che Jessica Rizzo si è preoccupata di specificare...) ma dalla mattina alla sera, dalle nove del mattino a mezzanotte, con pausa pranzo. Non tutti insieme.
Ah...
È stata un’ammazzata: per i due o tre giorni successivi ho evitato il sesso.
Stratagemmi da set?
Le mentine servono.
Ha mai detto di no a qualcosa?
No, sono stata la mia regista.
Proposte indecenti?
Parecchie. Sempre economiche.
(...)
Tante.
Di personaggi che sono venuti al mio club.
Però...
Non vedo e non sento.
Andiamo per categorie.
Sono capitati politici, alcuni accompagnati da fidanzate fittizie.
Poi?
Anche calciatori, ma non li conosco; me li indicano i miei collaboratori; (pausa, sorride) basta, andiamo oltre.
Descrizione di chi frequenta il suo locale.
Un tempo medioborghesi, cinquantenni; oggi è più popolare, soprattutto molti ventenni.
Giusto o sbagliato?
Sarebbe meglio prima conoscersi, costruire un rapporto dentro la coppia, non dopo soli tre mesi insieme.
Liti e gelosie?
Nel caso interviene la sicurezza e li mandiamo via.
I rapporti con le sue colleghe.
JESSICA RIZZO - EVA HENGER - ILONA STALLER
A parte Moana ho lavorato poco con le altre.
E Moana?
È stato uno dei primi film ai quali partecipavo: lei prendeva cifre esorbitanti, tipo cinquanta o settanta milioni, io appena 300 mila lire.
Solo?
Non ero nessuno.
Comunque.
Quella volta io e mio marito eravamo degli sprovveduti. E mio marito doveva girare con lei. Moana lo chiama per spiegargli la scena. Dopo poco torna da me rattristato: “Ha detto ‘non ho tempo da perdere, vedi di eccitarti’”.
Soluzione?
L’ho tranquillizzato, “ti aiuto”. Così mentre stava sopra di lei mi sono piazzata poco lontana, ma abbastanza vicina per farmi vedere, e mi sono masturbata (il “masturbata” lo sussurra).
(...)
Febbre, dolore, stanchezza: andava in scena.
Mai saltato nulla. Pure se avevo il ciclo: mettevo la spugna marina.
Ferie?
Le ultime dieci anni fa. Il sole neanche mi piace.
A cosa ha rinunciato?
Forse al tempo per curare i cani.
Quante ore dorme?
Vado a letto alle sei del mattino; (sorride, cambia tono) qui chiudo alle quattro.
Sempre?
Tutti i giorni.
E tutti i giorni viene qui?
Per questo sono dieci anni che non vado in ferie.
Non si annoia?
Ogni sera vedo persone diverse, situazioni diverse.
L’argomento è unico.
Trovo pure la persona che è stata tradita e si sfoga. Mi chiedono pareri. Non c’è solo sesso; tempo fa uno mi racconta: “Ho beccato mia moglie in flagrante e l’ho lasciata”. “Succede, ma dipende se è una questione fisica o c’è del sentimento”. “No, era con una donna”. “E l’hai lasciata? Mio marito si sarebbe buttato nel letto”.
Il celebre threesome.
Ci sono tantissimi uomini bisex, quanti uno non immaginerebbe.
Le hanno mai offerto ruoli nel cinema non hard?
Una piccolissima parte per Marco Ferreri in Diario di un vizio; anni dopo mi ha chiamata Tinto Brass ma ha inquadrato solo le gambe: “Sei famosa, hanno già visto troppo di te”.
Tornerà sul set?
Ne ho girati 250. Basta.
Non c’è cifra.
Me l’hanno proposto, ma no. Ho vinto 13 Oscar.
Lei chi è?
Sono la donna più pudica del mondo e la donna più trasgressiva del mondo.