"MUSSOLINI OGGI NON VINCEREBBE LE ELEZIONI MA IL 20% LO PRENDEREBBE”UN LETTORE AL “CORRIERE”: “HO VISTO ‘SONO TORNATO’ E HO PROVATO DISGUSTO. ALLA MAGGIORANZA DELLE PERSONE E’ SCONOSCIUTO IL FASCISMO” - LA RISPOSTA DI CAZZULLO: “IL DUCE IMMAGINARIO DEL FILM COGLIE UN PUNTO GIÀ COLTO CENT'ANNI FA DA QUELLO VERO: L'ITALIA CERCAVA UNA SUA GRANDEZZA E LUI NON RIUSCÌ A DARGLIELA MA..."

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sono tornato sono tornato

SE IL DUCE TORNASSE PRENDEREBBE IL 20 PER CENTO

Lettere al “Corriere della Sera”

 

Caro Aldo, la prima sensazione che ho provato dopo avere visto «Sono tornato» è stata quella di disgusto. Nel film Massimo Popolizio si aggira per l'Italia travestito da Mussolini, ma il vero protagonista non è lui, bensì la nostra società. Disgusto non per il film o il Duce che, paradossalmente, ne esce quasi a testa alta, quanto per la nostra società.

 

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Il film è la testimonianza leggera ma precisa di quello che è oggi l'idea del fascismo: alla maggioranza è sconosciuto, ma ora è tirato in ballo con una nuova verginità e linfa vitale. Vedere le facce dei miei vicini di posto non esprimere alcuna sensazione, una risata fragorosa o un sorriso amaro alla reazione di Popolizio per la scoperta di avere una piazza Matteotti, mi ha lasciato basito.

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LA RISPOSTA DI ALDO CAZZULLO

Cara Silvia, caro Bruno, È vero, «Sono tornato» è un film molto interessante; e non solo per la straordinaria bravura di Massimo Popolizio. L'idea, importata dalla Germania, non è originale; ma la realizzazione è ottima. In sintesi, per non togliere il gusto a chi non l' ha ancora visto: il Duce prima riscuote grande successo come personaggio televisivo; poi ha un crollo di consensi, non per il ricordo di Matteotti o di don Minzoni o degli ebrei deportati nei lager o degli alpini congelati in Russia; perché ha ucciso un cagnolino che gli azzannava gli stivaloni.

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A quel punto una spregiudicata autrice tv trova il modo per renderlo di nuovo simpatico, intuendo che il suo futuro non è la televisione ma la politica. Nel film il Duce nota due cose nell'Italia di oggi. La prima è ovvia: l'immigrazione fuori controllo dall' Africa.

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La seconda è meno scontata: «Non possiamo offrire come massima prospettiva ai giovani italiani diventare cuochi» sbotta Mussolini di fronte all'ennesimo reality-show sulla cucina (purtroppo quando fu girato il film non si era ancora vista la puntata di Masterchef in cui i concorrenti cucinano per i cani il carré d'agnello e le cozze verdi, «unico mollusco che possono mangiare», e vengono giudicati dall'appetito con cui appunto quattro cagnoloni divorano la porzione).

 

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Il Duce immaginario di «Sono tornato» coglie un punto già colto cent'anni fa da quello vero: l'Italia cercava una sua grandezza, un ruolo nel mondo, una prospettiva. Lui non riuscì a dargliela. Ma era, oggi come allora, un Paese frustrato e di cattivo umore quello in cui prese il potere. Il regista di «Sono tornato» ha detto che Mussolini oggi vincerebbe le elezioni. Esagera. Ma il 20% lo prenderebbe.

 

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