Body shaming, Emma risponde alle critiche sulle sue gambe. L'appello dopo il commento di Davide Maggio: "Ragazze, il vostro corpo è perfetto così" #ANSA pic.twitter.com/XrxfeeKxvX
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) February 9, 2022
Monica Caradonna per www.corriere.it
Emma Marrone, vittima o carnefice? Body shaming e shitstorm giocano a ping pong in un match che se fosse stato costruito ad hoc per lanciare la canzone sanremese di Emma - che parla sì d’amore ma soprattutto della condizione femminile - sarebbe stata una scelta di marketing che ha funzionato.
Ma a scapito di chi? Di Emma, forse; di Davide Maggio sicuramente, travolto dalla violenza verbale dei follower della cantante salentina che da ieri senza sosta sui canali social lo hanno aggredito con insulti ed epiteti.
Proviamo a ricostruire i fatti: durante il Festival della Canzone italiana il giornalista e critico di TV Davide Maggio è stato un riferimento nelle trasmissioni televisive e radiofoniche. Ha accumulato ospitate in Rai - dalla Vita in Diretta a Domenica In – fino alla presenza fissa come commentatore al fianco di Anna Pettinelli su Rds.
Ogni sera, al termine del Festival, Davide ha dato spazio per le pagelle sui look dei cantanti all’influencer Paolo Stella. Nel corso delle dirette notturne il giornalista e l’influencer hanno commentato in maniera ironica e talvolta goliardica gli outfit di cantanti e co-conduttirci, senza risparmiare le giacche glitterate di Amadeus.
Il commento di Davide sull’uso delle calze a rete sulle «gambe importanti» di Emma non è piaciuto alla cantante che ha inteso la definizione un’offesa al limite del body shaming.
Davide cosa hai combinato?
«Ho espresso un punto di vista a corredo del commento di Paolo Stella sul look di Emma dicendo che avrei evitato su una gamba importante delle calze a rete. Un mero commento personale sui look che sono frutto del lavoro degli stylist che, sempre a mio parere, non l’hanno valorizzata in quell’occasione».
Quindi hai insultato il suo corpo?
«Ecco il corpo qui non c’entra niente. Mi fa sorridere che mi si accusi di body shaming proprio tramite un social sul quale chi mi segue conosce bene le mie posizioni di totale inclusione nei confronti di qualunque – per dirla alla Drusilla Foer - ‘unicità’. Se Emma ritiene che una ‘gamba importante’ sia un problema, allora diventa tutta una questione di accettazione. Perché per me non lo è assolutamente».
Anche perché con la tua fisicità non saresti credibile a fare body shaming.
«Esattamente, proprio così. Parli con uno che è orgoglioso delle sue gambe importanti».
Emma però pare non la pensi come te. È stata estrapolata una parte della diretta tua e di Paolo Stella e ne ha tratto delle conclusioni...
«…affrettate, decontestualizzate e non corrispondenti alla realtà. Hai presente il gioco del telefono senza fili? È stata ripresa una parte del tutto. La sensazione più amara, tuttavia, e lo dico da giornalista, è che purtroppo la critica non abbia più diritto di cittadinanza nel nostro Paese; è la morte del senso critico. Si trattava di un commento a delle pagelle dei look fatte con un esperto di moda. Commento che mi è costato molto caro».
Cioè?
«Purtroppo ad Emma sarebbe bastata una telefonata chiarificatrice, invece, ha preferito etichettare l’accaduto come body shaming davanti ai suoi 5,5 milioni di follower che da ieri non fanno altro che offendermi, augurandomi anche la morte. Dalle me parti questo si chiama incitazione all’odio».
Vabbè come finirà questa storia?
«Dalle più grandi incomprensioni nascono i migliori rapporti… Ogni volta è così».
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