Fabrizio Biasin per "www.liberoquotidiano.it"
(Le risposte a questa intervista sono "cumulative", come se stessimo parlando con un essere mitologico metà Pio e metà Amedeo: il Pideo, oppure l'Apio, mica pizza e fichi...). Pio, Amedeo, Felicissima Sera sta andando benissimo (domani sera l'ultimo appuntamento su Canale 5). Dite la verità, avevate paura di fare la fine di Adrian di Celentano...
«Avevamo paura di non essere capiti. Oggi se apri una parentesi deve essere "graffa", perché se dici "tonda" ti accusano di body shaming ».
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In effetti avete rischiato non poco. Il politicamente corretto è una brutta bestia...
«Siamo andati dritti e ora ci schiantiamo definitivamente...».
Cioè?
«Elencheremo tutte le parole che non si possono più dire in tv, quelle bandite: "neg**", "fro***", tutte. E sai perché? Perché la cattiveria non è mai nella lingua, ma nelle intenzioni. Se dici a un tuo amico "ué neg**, andiamo a mangiare?" non lo offendi, se gli dici "nero di me***!" sì.
Sì, confermo, questa volta rischiate grosso. Ma le direte tutte tutte?
«Sì sì, anche "Hitler", "ebrei"... Perché se dici "sei tirchio come un ebreo" ti massacrano ma se lo dici a un genovese la gente si mette a ridere? Difendiamo anche i genovesi allora!».
Purtroppo al giorno d'oggi la logica viene dopo il perbenismo. Siete molto coraggiosi.
«Bisogna sempre alzare l'asticella. Il principio è che si può dire tutto se il pensiero è "ragionato". È la "bastardaggine" che va condannata. E comunque è l'ultima puntata, alla peggio finiamo col botto».
Quindi se vi dicono "terroni!"...
«Ecco, i terroni. Una volta al nord non fittavano le case ai terroni, ora fa figo, c'è quello del nord che dice "sono un terrone" inteso come "sono furbo come loro". Smettiamola di offenderci per niente».
La vostra battaglia è commovente, ma siete delle mosche bianche.
«Speriamo di aver dato nuova linfa, l'italiano non è stupido, quelli della tv trattano tutti come scemi. Prendi l'imitazione della Hunziker: se i cinesi hanno gli occhi così cosa c'è da offendersi? Se a noi dicono che uno è basso e l'altro ha il naso grosso non è che scateniamo la comunità di quelli bassi o col naso grosso, è la verità».
E il famoso catcalling? Si può dire "bella figa" a una passante o è molestia?
«Ecco, questo è un altro discorso. Noi con Emigratis esageravamo apposta per far capire che non tutto è permesso. Dalle nostre parti ci sono "i signori" che tolgono il cappello e fanno il complimento, quello si può fare, altro no».
La sensazione è che voi partiate dal trash per dire cose importanti, mentre la tv di tutti i giorni parte con l'idea di dire cose importanti e finisce con l'essere trash.
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«Il nostro obiettivo è far arrivare a tutti messaggi di un certo spessore. Per farlo devi essere "semplice". Se spiego le equazioni a uno che non sa fare neanche le addizioni, sbaglio in partenza».
Il dato di fatto è che il pubblico vi ha capito, probabilmente perché dopo un anno così aveva una enorme voglia di leggerezza.
«È la cosa più bella. Nei saluti finali abbiamo appositamente esagerato con abbracci e contatti, a costo di sembrare irrispettosi delle regole. La nostra voleva essere una "prova generale di normalità", quantomeno abbiamo tentato».
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E avete avuto il pubblico in studio! Siete più potenti di Amadeus e Fiorello!
«La verità è che siamo incoscienti. Ecco, Sanremo: quando abbiamo partecipato ci avevano concesso 10 minuti, siamo rimasti sul palco 24. Il fatto è che non abbiamo nulla da perdere, facciamo il lavoro che ci piace, siamo dei privilegiati, l'incoscienza è la nostra forza».
...e vi ha permesso di diventare ricchi!
«Ma chi te l'ha detto! Negli Anni 90 si facevano i soldi, mica ora. Oh, incredibile, improvvisamente sono usciti un sacco di parenti. Chiamano: "Sono tuo cugino!". Ma chi ti conosce!».
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Ma perché non fate come quelli furbi: residenza a Montecarlo e passa la paura.
«No, a Montecarlo faremmo la fame. E poi abbiamo paura».
In che senso.
«In famiglia avevamo un ispettore dell'Inps e vedevamo quelli che finivano disperati con le cose pignorate. Noi paghiamo per terrore, mica per onestà».
Il dato di fatto è che il pubblico vi ha capito, probabilmente perché dopo un anno così aveva una enorme voglia di leggerezza.
«È la cosa più bella. Nei saluti finali abbiamo appositamente esagerato con abbracci e contatti, a costo di sembrare irrispettosi delle regole. La nostra voleva essere una "prova generale di normalità", quantomeno abbiamo tentato».
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E avete avuto il pubblico in studio! Siete più potenti di Amadeus e Fiorello!
«La verità è che siamo incoscienti. Ecco, Sanremo: quando abbiamo partecipato ci avevano concesso 10 minuti, siamo rimasti sul palco 24. Il fatto è che non abbiamo nulla da perdere, facciamo il lavoro che ci piace, siamo dei privilegiati, l'incoscienza è la nostra forza».
...e vi ha permesso di diventare ricchi!
«Ma chi te l'ha detto! Negli Anni 90 si facevano i soldi, mica ora. Oh, incredibile, improvvisamente sono usciti un sacco di parenti. Chiamano: "Sono tuo cugino!". Ma chi ti conosce!».
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Ma perché non fate come quelli furbi: residenza a Montecarlo e passa la paura.
«No, a Montecarlo faremmo la fame. E poi abbiamo paura».
In che senso.
«In famiglia avevamo un ispettore dell'Inps e vedevamo quelli che finivano disperati con le cose pignorate. Noi paghiamo per terrore, mica per onestà».
Però al ristorante non avete mai pagato. «Per coerenza. C'è chi lo fa quando diventa famoso, noi anche prima. Anzi, facci dire una cosa sui ristori».
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Prego.
«Vediamo di smetterla con 'sti ristori da mille e duemila euro che non servono a niente. Con quelli pagano a malapena la cena a noi. Bisogna ridare a tutti la possibilità di tornare a lavorare».
Bene, questa è una risposta seria e allora facciamo i seri. Cosa pensate del Ddl Zan?
«Ne parliamo in un monologo, ovviamente a modo nostro. Ognuno deve essere libero di esprimersi come crede. Per capirci, dobbiamo arrivare al punto in cui i cortei "omo" non avranno senso, così come oggi non avrebbero senso i cortei dove si urla "viva la figa!"».
Vi piacerebbe però...
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«Lo stiamo organizzando».
Sotto con la politica. Io dico un nome, voi rispondete. Salvini!
«Ha il suo target, un po' come la d'Urso». (Improvvisamente Amedeo si rivolge a Pio. «Oh, mettiti la mascherina, svelto, che ci stanno i paparazzi!»).
Avete paura dei paparazzi?
«Ma no, è che siamo a pranzo ma non abbiamo niente in bocca e se non hai il boccone quelli scattano e poi "Pio e Amedeo non rispettano le regole!», sai come funziona...».
Eccerto... Torniamo a noi: Berlusconi?
«Graaande Siliviooo! È un rivoluzionario, vogliamo conoscerlo anche perché abbiamo gusti simili: gli piace la stessa cosa che piace a noi».
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Non l'avete mai incontrato? E Pier Silvio?
«Pier Silvio sì! Se questo show è andato in onda è merito suo, ci ha creduto più di noi. È un altro grande rivoluzionario e lo ringraziamo».
Grillo? Cosa pensate del video in difesa del figlio?
«Ha perso il senso della misura, ma per i figli si perde anche la logica, ci si butta nel fuoco, non ci sentiamo di giudicarlo».
Uno dello spettacolo che vi piace?
«Bonolis. Nonostante i suoi 84 anni è veloce. Ha la faccia di uno che si è rotto le palle di questo politically correct».
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Uno che non vi piace?
«La tv del pomeriggio... Ecco».
Partecipereste a Lol? Il programma con i comici che ha fatto tanto parlare.
«Ti diamo lo scoop: ci avevano chiesto di condurlo, ma non potevamo. Come concorrenti non accetteremmo: è un format, bellissimo, ma pur sempre un format. Ormai abbiamo troppa "libertà", sarebbe un passo indietro. Comunque qualcuno è stato bravissimo, altri un po' meno».
E infine, immancabile, il calcio. Donnarumma è amico vostro, che fine fa?
«È innamoratissimo del Milan, dovete credere a noi. Potenzialmente può essere una bandiera, ma il calcio delle bandiere non esiste più...».
Raiola? «È mezzo foggiano pure lui! Si è fatto da zero, pensa che è partito facendo l'imbianchino a casa di Bryan Roy, l'ex calciatore del Foggia di Casillo».
Antonio Conte?
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«Un altro amico nostro! È molto più simpatico nella vita che nelle interviste. Personaggio vero. I successi non arrivano mai per caso».
Adesso fate un po' di vacanza o no?
«No, dobbiamo finire il nostro film. Speriamo di farlo uscire l'1 gennaio 2022».
Dite la verità, la storia della cascata di prosciutto e melone ai matrimoni l'avete romanzata, dai...
«Ma stai scherzando? Oh, guarda che noi siamo stati veramente poveri! I matrimoni belli li facciamo solo da un paio d'anni. Che poi, una volta te la cavavi con la 150 euro, ora devi portare i quadri, le opere d'arte... Per fortuna abbiamo gli amici che ce li danno gratis...».
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