"GLI OSCAR DOVREBBERO AVERE UNA CATEGORIA DEDICATA AGLI STUNT, È UNA PARTE FONDAMENTALE DEL CINEMA" - RYAN GOSLING RACCONTA LA SUA ESPERIENZA NEI PANNI DELLO STUNTMAN COLT SEAVERS PER IL FILM "THE FALL GUY": "LE SCENE D’AZIONE SONO NATE CON IL CINEMA, DA CHAPLIN E BUSTER KEATON: ERANO STUNT PERFORMER ANCHE LORO - SYLVESTER STALLONE? DOPO "ROCKY" AVREBBE POTUTO FARE RUOLI IMPEGNATI MA HA SCELTO FILM CHE POTESSERO ESSERE AMATI DAL PUBBLICO" - VIDEO

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Estratto dell'articolo di Valentina Ariete per www.lastampa.it

 

RYAN GOSLING the fall guy RYAN GOSLING the fall guy

Ryan Gosling sta rivoluzionando il concetto di star maschile: attore, cantante e ballerino fin da bambino, si è fatto notare come protagonista drammatico per registi come Refn, Denis Villeneuve, e Terrence Malick. Serio, serissimo: l’incarnazione dell’uomo forte e silenzioso, come nel cult Drive. Poi il ritorno alle origini: il musical da Oscar La La Land di Damien Chazelle e Ken in Barbie.

[…] Gioca con la sua carriera, al punto da realizzare una parodia del proprio percorso in The Fall Guy dove è lo stuntman Colt Seavers, […]

 

ryan gosling in versione ken 1 ryan gosling in versione ken 1

Anche qui, come in “Barbie”, cita Sylvester Stallone. Perché lo ama così tanto?

«Chi non era suo fan da bambino?! È un grande attore e uno scrittore fantastico. E dopo Rocky, per cui è stato nominato all’Oscar, avrebbe potuto fare ruoli più impegnati, invece ha scelto film che potessero essere amati dal pubblico».

 

È quello che sta cercando di fare anche lei?

«Sì, mi piace guardare film che mi divertano, che mi facciano dimenticare chi sono per un po’. Questi sono i film che mi hanno fatto innamorare del cinema».[…]

 

The Fall Guy è questo per lei?

«È un film veramente unico. È la mia lettera d'amore all'industria cinematografica e all'andare in sala. E in un certo senso è sperimentale: perché abbraccia gli stereotipi, ma allo stesso tempo cerca di allontanarsene».

RYAN GOSLING - THE FALL GUY RYAN GOSLING - THE FALL GUY

 

Che rapporto ha con le scene d’azione?

«Ho paura delle altezze e ho dovuto girare una caduta dall’alto: ero piuttosto nervoso. Mi sono messo gli occhiali da sole per non far vedere il terrore nei miei occhi.

 

Pensavo di sconfiggere la mia paura con questa scena: non ci sono riuscito. Ma non è niente di paragonabile a ciò che fanno i veri stuntmen ogni giorno. La vera roba forte l’hanno fatta loro al posto mio: ce ne sono voluti cinque per fare un Colt Seavers!».

 

eva mendes ryan gosling eva mendes ryan gosling

Anche agli Oscar con Emily Blunt avete celebrato questa categoria.

«Spero che la comunità degli stuntmen senta l’amore che provo per loro. Le scene d’azione sono nate con il cinema, da Chaplin e Buster Keaton: erano stunt performer anche loro. È una parte fondamentale dell’industria cinematografica e non ha ancora un riconoscimento: speriamo arrivi».

 

È importante che si sia una categoria agli Oscar dedicata a loro?

«Sarebbe bello che le persone capissero che gli stunt sono una forma d’arte: c’è lo stunt design, come per qualsiasi altro dipartimento. Non si tratta semplicemente di tizi che volano fuori dal finestrino di un’auto.

 

Si fanno calcoli matematici, c’è in ballo la fisica. Servono settimane di prove e di sforzi per realizzarli. Nel film facciamo vedere che controllano anche la sabbia per capire se una scena funzionerà o no: è tutto vero». […]

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