Fulvia Caprara per “La Stampa”
Alla ricerca del potere perduto, Filippo, ex play-boy con le fattezze di Francesco Arca che, dopo un incidente, si ritrova con quelle di Lillo, si rivolge al massimo gigolò di tutti i tempi, Max (Greg), che lo aiuta a conquistare l'avvenente colombiana Juanita (la star del web Maryna).
Ma il pericolo è dietro l'angolo, ha i tratti minacciosi del papà di lei, Joaquim (Corrado Guzzanti) che, oltre a gestire, insieme alla moglie Maria (Ilaria Spada), un torbido giro di narcotraffico, è gelosissimo della figlia, pronto a eliminare qualunque pretendente a colpi di machete: «Corrado ha "guzzantinizzato" il personaggio - dice Lillo - . Abbiamo fatto insieme Lol, ma lui mi odiava perché lo facevo ridere e vincevo, stavolta, invece, interagiamo parecchio».
Fitto di citazioni cinematografiche, in testa American gigolò con Richard Gere, Gli idoli delle donne, diretto dal duo comico insieme a Eros Puglielli, gioca molto con l'universo delle telenovelas: «Un mondo con cui non ho alcun rapporto - dichiara Guzzanti --. Ricordo solo che al liceo la professoressa di lettere seguiva La schiava Isaura, avevamo capito che era in buona quando la puntatale era piaciuta, così cercavamo di sapere sempre a che punto era la storia, per regolarci».
Il motore dell'impresa è nel legame con Lillo e Greg: «Siamo molto amici - dice lui - mi fanno ridere tantissimo, abbiamo in comune un certo tipo di umorismo. Ci capita di passare serate in cui ridiamo dall'inizio alla fine, qualcuno ci ha consigliato di filmare tutto con una telecamera nascosta, potrebbe venirne fuori uno show live molto divertente». L'intesa è tale che, sul set, può anche creare problemi: «Succede che una scena di un minuto ne duri cinque. Ma va bene così, la mia paura è quando si sente che una battuta è scritta, meccanica».
Il suo Joaquim terrorizza aspiranti fidanzati con interrogatori surreali: «Geloso? - sorride lui - No, non tantissimo, magari davanti a cose eclatanti, ma non me ne sono capitate tante». Lo spunto per costruire il personaggio, «ma solo quello» viene da Papa Bergoglio: «Con il massimo rispetto, sono partito da lui, ho iniziato imitandolo, poi, per carità, ho abbandonato».
Il film (prodotto da Lucky Red, dal 14 nelle sale ) punta tutto su una valanga di sane risate «Dopo la tragedia della pandemia - conclude Guzzanti - è arrivata quella della guerra, c'è un'enorme richiesta di comicità, il pubblico ne ha bisogno, e io credo che ridere, oggi, non sia affatto inopportuno, ma, anzi, abbia un valore terapeutico. Serve per difendersi dall'ansia e dall'angoscia, da tutta la violenza e la paura che stiamo incamerando in questi giorni». -
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