Francesco Merlo per “la Repubblica”
Forse perché quasi tutti i suoi leader, a partire dai germanici Enrico e Goffredo, non hanno nomi ebreo-cristiani, la sinistra italiana si è concessa la miseria politica di regalare alla destra di Salvini e Meloni, ai loro sberleffi e alla loro esibita devozione non solo la difesa del Natale ma addirittura la difesa dell'onomastica ebreo-cristiana, a scorno di tutti i Maria, Giovanni, Luca, Giuseppe e ovviamente pure Matteo (tié).
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Ed eccoci tornati all'inizio e alla sinistra che non si è sentita offesa neppure per l'inclusiva esclusione di Mattarella, che porta il nome di Sergio di Radone, patrono di Russia, il santo più amato dai cristiani ortodossi. E allora - scherzi a parte, si dice - persino l'Iran, che è la teocrazia forse più intollerante, festeggia una tradizione preislamica che nessun ayatollah ha avuto mai il coraggio di proibire, il Capodanno zoroastriano (lo stesso Zarathustra che in Nietzsche diventa metafora).
Ecco, forse stiamo pian piano creando, nel cuore dell'Europa, gli ayatollah del politicamente corretto se è vero che a Natale, in Italia, in sintonia con la presidente Dilla ogni anno c'è chi veste i pastorelli con la kefiah, chi sostituisce la recita di Betlemme con quella di Cappuccetto Rosso, chi vuole la Madonna con il chador, chi vieta Tu scendi dalle stelle. Si scatena, purtroppo a sinistra, il gioco infantile dell'etnologo dilettante, del siamo tutti Lévi-Strauss, del falso rispetto, della festa religiosa scaricata come il peso di un facchino o la soma di un somaro, con l'idea arrendevole che per onorare le altrui identità bisogna perdere di vista o rinunciare alla propria. Non è questo il relativismo.
Ma i laici, che non sono orfani di assoluto, di assolutezze e di assolutismi, dovrebbero irridere e smontare lo sbracato politicamente corretto: il black tree in omaggio al black people, il Gesù nero, la colomba nera della pace, arlecchinate come un'ostia di pane nero. Ecco perché è un peccato mortale lasciare a Salvini e Meloni la difesa del Natale e dell'onomastica ebreo-cristiana, non certo perché davvero quasi tutti i leader a sinistra non hanno nomi cristiani, non solo Letta e Bettini: D'Alema è latino, Bersani è un composto latino-francone, Vendola e Fratoianni sono greci, Boldrini è latina. I solo cristiani ('mazza) sono Conte e Grillo, due Giuseppe. E se fosse per questo che non siamo messi tanto bene?
GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA meloni salvini francesco merlo salvini meloni