Estratto dell'articolo di Simona Siri per "la Stampa"
SEBASTIAN STAN NEI PANNI DI DONALD TRUMP PER IL FILM THE APPRENTICE
Un incasso di soli 1,6 milioni di dollari ai botteghini Usa, un decimo del budget investito dalla produzione. Non c'è altro modo di dirlo: il film The Apprentice - biopic sulla prima parte della vita di Donald Trump, […] - è un flop, almeno per ora.
A meno di un mese dalle elezioni, le vicende del giovane Trump non sono riuscite a portare al cinema quasi nessuno, né i sostenitori che ovviamente non hanno interesse ad assistere a un film molto critico sul loro leader; né i detrattori, che forse soffrono di eccesso di notizie riguardanti l'ex presidente, non importa se positive o negative.
Diretto dal regista danese-iraniano Ali Abbasi, The Apprentice era stato presentato in anteprima al festival di Cannes ricevendo critiche ottime anche grazie all'interpretazione d i Sebastian Stan nel ruolo dell'ex presidente e Jeremy Strong (il Kendall Roy di Succession) in quelli di Roy Cohn faccendiere e spin doctor repubblicano, consulente del senatore Joseph McCarthy nella sua crociata contro gay e comunisti e poi consigliere informale di Nixon e Reagan, e l'uomo che più di ogni altro ha posato le fondamenta per la famosa dottrina trumpiana del «attaccare sempre, non scusarsi mai».
Proiettato in circa 1700 sale per lo più in aree liberal come New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago e Washington, il film ha avuto un'uscita contraddistinta da polemiche e problemi: gli avvocati di Trump hanno cercato per mesi di bloccarla, soprattutto per una scena, quella in cui commette violenza sessuale sulla moglie Ivana, un episodio che l'ex moglie del tycoon aveva raccontato nella sua autobiografia e riportata nella causa di divorzio, salvo poi smentire subito dopo l'entrata in politica di Trump.
[…] Trump […] aveva bollato il film come falso e privo di classe, «un attacco basso, diffamatorio e politicamente disgustoso, fatto uscire alla vigilia delle elezioni per danneggiare il più grande movimento politico nella storia del nostro Paese, farà probabilmente flop, Make America Great Again».
Nonostante la falsa partenza, il capo della società Briarcliff Entertainment Tom Ortenberg, che in extremis aveva acquistato i diritti per distribuire il film negli Usa, non pensa che tutto sia perduto: The Apprentice potrebbe crescere lentamente e alla fine, anche grazie all'estero e allo streaming, recuperare l'investimento. […]
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