Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per www.corriere.it
Viaggio dentro TikTok per cercare di rispondere a cinque domande: chi la controlla? Quali sono i numeri di bilancio in Italia, Europa e mondo? Quanto il governo di Pechino è incombente? Perché è sotto tiro a Washington e in molti altri Paesi? Quanto vale? Diciamo subito che il gruppo cinese fondato da Zhang Yiming è privato, fa capo alla holding Bytedance (secondo documenti consultati dal Corriere la quota di Zhang è tra il 26 e il 34%), non è quotato in Borsa, non ha obblighi di disclosure e sfrutta fino in fondo queste prerogative, anche facendo base a Cayman.
[…] La giovane società italiana dal 2020 a oggi è passata da 143 mila euro di fatturato a 20 milioni. E già si intuisce quanto sia esplosiva la crescita dell’app, concepita undici anni fa dagli allora ventinovenni Zhang Yiming e Rubo Liang in un appartamento di quattro stanze a Pechino.
TikTok Italy ha sede a Milano ma è di fatto una dipendenza di Londra dove è insediato uno dei principali hub societari del gruppo. Autonomia limitata dunque ma alcune comunicazioni interne dimostrano che anche Londra, nonostante gestisca miliardi di giro d’affari, è bypassata.
I poteri dei manager che sovrintendono il mercato italiano sono infatti soggetti «all’approvazione speciale del Global Legal Head di Bytedance». È il sintomo di una verticalizzazione spinta della governance. Bytedance infatti è la holding di vertice: non controlla solo TikTok (un decimo del suo fatturato) ma anche Douyin (la versione cinese di TikTok) e altri business.
Andiamo a Londra. Dal vuoto ufficiale di informazioni finanziarie emergono i bilanci di TikTok Uk a cui fanno capo i mercati di Europa, Africa, Brasile e Messico. Nel 2022 ricavi per 2,6 miliardi di dollari (+164%) con 512 milioni di perdita contro i 990 milioni con 895 milioni di rosso del 2021.
Tre quinti del fatturato viene realizzato nella Ue, un quinto in Gran Bretagna. Per settori: la pubblicità online porta in cassa 1,6 miliardi, il livestreaming circa 800 milioni. Sullo sfondo rischi legali per 6 miliardi, cioè i risarcimenti richiesti da alcune fondazioni olandesi che accusano l’app di video sharing di violazione delle norme sulla tutela dei dati dei minori.
La privacy è un tema centrale: indagini e sanzioni si moltiplicano in Europa e altrove. Proprio in questi giorni TikTok ha reso noto un piano decennale di investimenti da 12 miliardi per la blindatura dei dati degli utenti europei in un enorme data center in Norvegia. Servirà a placare dubbi e accuse? Il Senato francese a luglio 2023 ha pubblicato un rapporto dal titolo significativo: «La tattica TikTok, opacità, dipendenza e ombre cinesi».
Negli Usa, dove in Montana ne hanno vietato l’uso, TikTok ha 150 milioni di utenti (1,5 miliardi globali) ma è sospettata di essere un cavallo di troia di Pechino per diffondere disinformazione e propaganda. La governance del gruppo sembra fatta apposta per instillare dubbi e confortare accuse. Lo si capisce entrando nel Sancta Sanctorum: Bytedance.
Qui i numeri, rivelati di recente dal Wall Street Journal, sono impressionanti: fatturato 2022 a 85,2 miliardi di dollari (+78% sul 2021) e il primo utile operativo di 3 miliardi (-7 miliardi nel 2021). Secondo altre indiscrezioni il primo semestre 2023 si sarebbe chiuso con 54 miliardi di ricavi di cui 5,8 fuori dalla Cina, in gran parte relativi a TikTok (Douyn nella versione cinese). Naturalmente di sua spontanea volontà Bytedance non ha fatto uscire una virgola. I dati economici sono emersi nell’ambito delle carte circolate per un’operazione di riacquisto di azioni dai dipendenti. Venivano indicati due altri elementi fondamentali: il prezzo offerto (160 euro) e il numero totale delle azioni (1,4 miliardi).
Si fa presto a fare i conti: a ottobre Bytedance-TikTok è stata valutata internamente 224 miliardi di dollari. A maggio l’investimento da 100 milioni dell’emiratina G24 aveva implicitamente prezzato il gruppo, secondo quanto è trapelato, 220 miliardi ma nel 2022 un’analoga operazione di buy back sembra sia stata fatta su una proiezione del 100% pari a 300 miliardi mentre tornando indietro al 2020, secondo fonti citate da Bloomberg, il valore era 100 miliardi. […]
zhang yiming, fondatore di bytedance (tiktok)
Ci contano una serie di investitori giapponesi, cinesi ma soprattutto americani entrati nel capitale in vari step: Kkr, General Atlantic, Sequoia Capital, Sig Investments. Nove miliardi in tutto si calcola. Nel sito web di Bytedance, anche quello registrato a Cayman dove solo il mare è limpido, spicca il codice di condotta che esalta l’esigenza di trasparenza. A leggere i nomi del board si nota che quattro su cinque rappresentano gli investitori targati Usa; il quinto è il co-fondatore Liang, unico cinese.
Ma allora perché molti Paesi, Usa compresi con l’Fbi in campo, si interrogano sull’influenza di Pechino senza interrogare chi siede nel board ed è cittadino americano? Non essendo noti i poteri del board (è operativo o solo di consulenza/sorveglianza?) né la suddivisione delle deleghe tra gli amministratori, c’è anche la possibilità che i quattro americani siano semplici spettatori con in mano azioni depotenziate, là dove invece potrebbe esserci la mano del governo cinese come avviene (1% del capitale e golden share) in una controllata di Douyin.
zhang yiming fondatore di bytedance (tiktok)
Sta di fatto che un gruppo con 1,5 miliardi di utenti nel mondo, 85 miliardi di fatturato, un codice di condotta che impone e rivendica trasparenza, nasconde elementari informazioni di base. Ancor di più che investitori istituzionali, soprattutto americani, lo avallino. Ma a loro interessa l’Ipo e Cayman è il posto giusto per andare all’incasso miliardario. Resta l’ultima domanda: chi controlla Bytedance-TikTok? Vi sono pochissime informazioni. Il Financial Times nel novembre 2021 dava queste percentuali: 60% investitori, 20% dipendenti e 20% la coppia di fondatori Zhang e Liang. […]