LA RADIO È PIÙ IN FORMA CHE MAI – L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI PUNTA FORTISSIMO SULLA CARA VECCHIA RADIO, CHE IN QUESTI ANNI SI È MODERNIZZATA E PIACE SEMPRE DI PIÙ AI GIOVANI – IL DIRETTORE DI RAI RADIO, ROBERTO SERGIO, PUNTA MOLTO SUL TARGET 15-24 ANNI, ABITUATO A TENERE SEMPRE LE CUFFIE NELLE ORECCHIE – IL NUOVO METASTUDIO, LA DIGITALIZZAZIONE E I PROGETTI IN ARRIVO: LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI - LA FOTO FUORTES-SERGIO: E' UN PASSAGGIO DI CONSEGNE? AH, SAPERLO...

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Andrea Secchi per “Italia Oggi”

 

carlo fuortes carlo fuortes

«Arrivare al centenario fra due anni con una radio giovanissima». È l'intenzione dell'amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, dichiarata ieri durante la presentazione dei nuovi palinsesti dei canali radiofonici, facendo riferimento all'anniversario della nascita del servizio pubblico che si celebrerà nel 2024.

 

Fuortes ha parlato soprattutto di digitalizzazione, un processo avviato da tempo dal direttore di Rai Radio Roberto Sergio e che ha richiesto tempo per recuperare il ritardo rispetto al settore privato, ma è ormai a buon punto.

 

marinella soldi carlo fuortes roberto sergio marinella soldi carlo fuortes roberto sergio

Un tema che non è meramente tecnico: studi, processi, distribuzione digitalizzata significano mettere a disposizione della macchina produttiva di Rai Radio un'auto di Formula 1 anziché un'utilitaria degli anni '80.

 

In concreto, Sergio ha spiegato quali sono le iniziative su cui si concentreranno gli sforzi, iniziando con una novità: la nascita di un canale tematico fatto dai giovani e destinato al target 15-24 anni. Un canale di cui non è stato ancora registrato il nome ma che dovrebbe essere on air intorno alla fine di ottobre.

 

andrea montanari,paola marchesini, andrea vianello, marinella soldi, carlo fuortes, roberto sergio, angela mariella e marco lanzarone, andrea montanari,paola marchesini, andrea vianello, marinella soldi, carlo fuortes, roberto sergio, angela mariella e marco lanzarone,

Il tassello mancante per cercare di attrarre questa fascia di pubblico molto ambita dalle radio (più o meno tutti i grandi gruppi hanno avviato canali destinati a questo target) ma anche molto sfuggente. Il canale potrà utilizzare, insieme con gli altri tematici di viale Mazzini, il nuovo Metastudio: uno studio che permette di aprire finestre in diretta audio e video, gestite direttamente dai conduttori grazie a un sistema produttivo ad elevata automazione. Lo studio sarà realizzato con colori neutri e, grazie a una serie di automatismi, si personalizzerà di volta in volta secondo il canale su cui si vuole trasmettere.

 

rai play sound. rai play sound.

In fatto di studi, anche Radio 1 ne avrà due nuovi, uno a Saxa Rubra e l'altro in via Asiago, sempre con la possibilità di aprire le finestre video, standard ormai del gruppo.

Digitalizzazione, però, significa anche investire nella rete Dab+, nella quale la Rai ha finora avuto copertura minore rispetto alle altre reti commerciali, ha ammesso Sergio, oltre a continuare sul rafforzamento della diffusione Ip (via internet sui diversi dispositivi connessi) e di RaiPlay Sound, la piattaforma streaming radio e podcast lanciata lo scorso anno.

 

marinella soldi carlo fuortes roberto sergio marinella soldi carlo fuortes roberto sergio

«Credo che innovare e sperimentare sia parte della mission di servizio pubblico», ha detto il direttore, «e noi non ci fermiamo mai. Questa è una vera scommessa che sono sicuro abiliterà nuove modalità con cui intendere e fare radio». Dal canto suo Fuortes ha sottolineato come RaiPlay Radio sia «una delle prime cinque piattaforme radiofoniche e podcast italiane, con 1,3 milioni di utenti unici e 2,6 milioni di podcast stream al mese. È molto importante pensare al futuro della radio anche in termini digitali perché questo allarga il suo pubblico. Il piano industriale attualmente in consiglio prevede grandi investimenti in tecnologia, studi, impianti, nel dab e nella evoluzione di RaiPlay Sound».

 

rai play sound. rai play sound.

Sergio ha anche parlato di alcuni temi su cui è stato battagliero in questi anni: innanzitutto, «l'annoso tema Ter». Il direttore ha sottolineato la necessità di una collaborazione per il cambiamento: «Rai prende atto che la ricerca rappresenta l'unica currency disponibile per il mercato e continuerà il suo impegno, insieme agli altri editori, per renderla più attuale e aderente alle nuove modalità di ascolto. Sulla distribuzione digitale (Dab, Ip) ha insistito che debba essere la più pervasiva e qualitativa possibile, con l'auspicio «che vada via via diminuendo la centralità dell'Fm, magari con decisioni in merito che mi auguro il nuovo governo vorrà valutare», anche questa una battaglia del direttore di Rai Radio, non condivisa dai concorrenti privati, convinti a voler tenere in piedi l'Fm il più a lungo possibile.

Infine un cenno ai contenuti. Fra le novità, l'anticipo del «prime time» di Radio 1. La fascia informativa del mattino partirà infatti alle 6,30 per finire alle 9, con lo storico Radio Anch' io che anticipa l'inizio. Fra i podcast, poi, le performance jazz registrate lo scorso luglio in via Asiago da Piero Angela e un appuntamento con l'economia di Monica Setta.

 

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