Estratto dell’articolo di Francesca d'angelo per "La Stampa"
Di Serena Bortone si può parlare, e ragionare, solo in Cda. Fuori da quella sala, è vietato persino porre domande. «Sono fuori tema», ci è stato spiegato ieri, quando approfittando della presenza del direttore dell'Approfondimento Paolo Corsini alla conferenza stampa di Newsroom, abbiamo provato a chiedere un commento. «Stiamo parlando di Newsroom, il nuovo programma di Monica Maggioni», ha puntualizzato il moderatore.
Peccato che la stessa Maggioni, interpellata sull'opportunità di avanzare tali quesiti, ha ricordato che «i giornalisti devono sempre poter porre tutte le domande, anche se poi succede che non ricevano magari risposte». La palla è così inevitabilmente passata al direttore Corsini che si è trincerato in «a breve è in corso un Cda e lì avrete molte risposte, noi ora qui stiamo parlando di Newsroom».
Quanto alle tensioni che avevano spinto i giornalisti Rai a scioperare, Corsini ricorda che può parlare solo della sua direzione dove «i 130 giornalisti coinvolti stanno lavorando al meglio delle loro possibilità: chi non prende ferie viene impiegato nelle sostituzioni estive».
In particolare Newsroom sarebbe un esempio di virtuosa sinergia e affiatamento delle risorse stampa: «Con questa docu d'inchiesta la Rai torna a sperimentare, nonostante il momento così delicato per quanto riguarda i bilanci e la concorrenza serrata», prosegue Corsini, «vogliamo superare l'idea che l'informazione estiva sia solo una serie di repliche di inchieste e qualche diretta sull'attualità».
Declinata in 8 episodi, Newsroom si distingue per la sua natura crossmediale: le puntate sono disponibili da oggi a cadenza settimanale su RaiPlay, poi andranno in onda, con un nuovo montaggio, in prima serata su Rai3 dal 17 luglio. Ogni episodio approfondisce un tema: tra i principali, le tensioni in Congo, la situazione a Kabul ora che è passata in mano ai talebani e i danni della fast fashion. […] Il respiro è fortemente internazionale: «L'informazione non può essere sovranista, altrimenti è autolesionista», spiega a margine Maggioni. «Viviamo in una realtà interdipendente: per capire l'Italia devi comprendere il mondo. Per questo non si può essere autoreferenziali».
All'appello mancano però i temi più sensibili, e politicamente scomodi, come la guerra in Israele e in Ucraina: «Questo perché Newsroom ha una prospettiva diversa, di approfondimento lento. Ne parleremo se ci saranno altre puntate, ma con un taglio del tipo: perché per 15 anni non abbiamo mai parlato del conflitto Israele e Palestina?». Interpellata sul nuovo corso del Tg1, preferisce non rispondere, mentre sul caso Bortone dichiara: «In Rai tutte le voci devono avere spazio, presenza e legittimità: è un punto che non può essere messo in discussione. Detto questo, vediamo come saranno i palinsesti. Per quel che mi riguarda, io vado in onda perché nessuno mi ha mai imposto nulla». […]
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