Aldo Grasso per Oggi.it
selvaggia lucarelli vs aldo grasso 6
La Rai poteva passare alla storia, non dell’intrattenimento ma del senso civico. Poteva riscoprire la funzione del servizio pubblico, un’idea sbiadita che ormai viene usata come una specie di patetico mantra. Poteva essere un esempio per tutta l’Europa.
Quando è scoppiata l’emergenza sull’epidemia del Coronavirus, quando è cominciata la penosa conta dei morti, quando scuole e uffici sono stati chiusi, ebbene quello era il momento di prendere una grande e utile decisione: trasformare Rai1 nella rete di servizio nazionale. Decisione non facile e non priva di rischi, ma decisione coraggiosa che sicuramente avrebbe dato i suoi frutti. Come la radio li diede nel 1951 durante l’alluvione del Polesine e come fece la tv 1968, dopo il terremoto nel Belice, coordinando i servizi di soccorso.
Il canale più visto dagli italiani al servizio degli italiani: per dare notizie controllate nel modo più controllato possibile, per fornire alla Protezione civile un mezzo di comunicazione immediato, per cancellare tutti quei programmi che fino a ieri si occupavano di gossip e che oggi varrebbero gestire gli stati d’animo del paese, per organizzare il pomeriggio (in accordo con le altre reti Rai, soprattutto con Rai Storia) le lezioni per studenti delle elementari e delle medie.
Questo è un punto nodale, su cui si rischia una mezza catastrofe della scuola. Le piattaforme internet funzionano bene solo con le Università che si sono attrezzate per tempo, ma voi vi immaginate, in questo periodo, maestri e professori che da casa devono seguire una trentina di alunni? Rai1 avrebbe dovuto essere una sorta di grande Telescuola, fornire orari, corsi, suggerimenti, una nuova forma di insegnamento per placare anche la forza esplosiva dei ragazzi chiusi fra quattro mura. Non solo compiti, ma anche una programmazione meno ansiogene e più responsabile (a discutere si invitano solo i competenti non i cialtroni da talk show).
Perché soltanto durante il Festival di Sanremo ci ricordiamo che la tv generalista è condivisione, comunità, senso di appartenenza? La tv generalista non è stata ancora surclassata da altri mezzi di comunicazione più “personali” e “leggeri” (come tutti quelli che si appoggiano al web come piattaforma distributiva): tutte le famiglie, anche le meno abbienti, possiedono un televisore e in questi giorni il consumo giornaliero è aumentato di un’ora.
Era il momento di fare un grande salto di qualità (come sta facendo il governo) e invece ci sono ancora i telegiornali che funzionano secondo il principio delle quote partitiche.