Estratto dell’articolo di Camilla Baresani per “Grazia”
Simpatica. Anzi, molto simpatica. E la prima cosa che viene in mente per definire Claudia Gerini. Certo, ci sono i grandi occhi azzurri la cui luce ti attraversa da parte a parte, e l'aggraziato ovale del viso, e il corpo tonico da invidiarle, per non dire del talento artistico […] . Ma quello che dapprima ti colpisce è l'autoironia, l'atteggiamento sdrammatizzante, il piglio pratico, e insomma l'assenza di quei narcisismi e svenevolezze che invece sembrano il bagaglio di tante attrici.
È simpatica, e la simpatia […] fa sì che […] piaccia molto alle donne. La sentono amica anche se non la conoscono.
Claudia, lei ha avuto una vita artistica incredibilmente ricca. Ha da poco oltrepassato i 50 anni e ha diversi film, tra cui Il corpo di Vincenzo Alfieri e una serie televisiva, Sara, tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, in uscita questo autunno. Allora non è più vero che le attrici hanno una carriera breve. Non ci sono più viali del tramonto?
«Ormai le carriere sono longeve. Chiaramente c'è un'attenzione particolare alla nuova scoperta, alla giovane attrice, ma sia il cinema sia le serie televisive mostrano sempre più attenzione all'autenticità anziché alla superficie patinata del divismo. Virna Lisi e anche Sandra Milo hanno lavorato fino alla fine. […]».
[…] Come vive il suo rapporto col corpo, che giocoforza cambia, e per molte donne è oggetto di ansie, e anche depressioni?
«Il mio è il corpo di un'attrice, è uno strumento proprio come la voce, l'anima, le esperienze. Lo tratto bene, lo alleno, e soprattutto non lo considero una mera cosa materiale che serve a portarmi in giro, ma è parte del mio spirito, un suo alleato. […] lo tengo leggero e funzionale. Dentro ai nostri corpi c'è l'anima e c'è il vissuto: insieme compongono una trinità inscindibile».
A proposito di corpo femminile, ha mai provato attrazione fisica per altre donne?
«No, ho avuto tante storie di amicizia, ma sono fortemente etero. Mi eccita il confronto con l'uomo, con qualcuno di veramente diverso da me, in pratica uno straniero. E poi la fusione con l'energia dell'uomo mi calma».
Il suo corpo le ha mai creato imbarazzi?
«Io non sono pudica, non sono il tipo "Oddio, chiudi la porta". Il che non vuol dire che vada in giro nuda, ma mi sento comunque libera. E poi il corpo per noi attori è uno strumento che appartiene al personaggio, e se nel racconto c'è un'esigenza di nudo io l'ho sempre affrontata con tranquillità. […]».
Ci sono scene che le è stato difficile girare?
«Ma no! Magari mi viene da ridere. Mi ricordo che in Dolceroma di Fabio Resinaro, […] interpretavo la moglie eccentrica di un produttore cinematografico, che si faceva riempire la vasca di miele e ci faceva il bagno. Ed è la prima scena che abbiamo girato, il primo giorno sul set.
Nuda, solo con un minuscolo perizoma color pelle, entravo in una vasca piena di glucosio. Poi arrivava mio marito, che era Luca Barbareschi, parlavamo, infine dovevo uscire dalla vasca e andarmene. C'era un attrezzista, poverino, che mi doveva aiutare perché non scivolassi alzandomi e mentre scendevo dai gradini sotto la vasca. E lui mi fissava, ma come dire... […] era solo il suo lavoro, era preoccupato che tutto funzionasse senza incidenti».
È mai stata molestata?
«Mi è capitato. E me ne sono andata. Per fortuna non sono state violenze fisiche».
E non ha pensato di denunciare, magari anni dopo?
«No, perché ero molto piccola, avevo 16 anni. In Italia non c'è una legge che ti permetta di denunciare episodi di così tanti anni prima. Ho imparato semplicemente a cavarmela, a scappare, a tenere le antenne dritte […]».
[…] In novembre uscirà Il corpo, film di cui è protagoni-sta. Quel corpo è il suo?
«E un noir magnifico di un giovane regista, Vincenzo Alfieri. Interpreto Rebecca, una donna ricca e potente a capo di una casa farmaceutica. Mio marito, Andrea De Luigi, è un trentenne bellissimo, più giovane di me. Lavora come biologo alle mie dipendenze.
Sospetto che mi tradisca, gli regalo auto costosissime, lo provoco alle cene, lo metto in imbarazzo.
Improvvisamente muoio e mi mettono all'obitorio. Il giorno dopo aprono il cassetto per tirare fuori il mio corpo, ma non c'è più. Sparito. Iniziano i flashback che riavvolgono la storia della coppia. Rebecca è cattivissima. Ma io la amo, perché sono buona, e almeno mi sfogo a fare la cattiva sul set».
Quindi vedremo il suo corpo nudo, prima che sparisca?
«Sì, ma ricordo soprattutto che nelle scene di cambio dell' inquadratura, quando uscivo dal cassetto e mi mettevo in un angolo, ero così suggestionata di essere morta che mi astraevo, e mi dicevo: "Ma vedi le persone vive come si affannano, tutte formichine che lavorano e lavorano, mentre io sono morta e sto bene, sto qui e non devo fare niente, c'è tutto un aldilà molto più tranquillo di questa vita che ci fanno fare.
CLAUDIA GERINI SU GRAZIA 4 CLAUDIA GERINI IN DOLCEROMA claudia gerini formentera 55 claudia gerini giulia bevilacqua claudia gerini claudia gerini premiata foto di bacco claudia gerini sul red carpet del festival del cinema di venezia claudia gerini conferenza fdi claudia gerini al convegno sul premierato claudia gerini mancino naturale claudia gerini (2) CLAUDIA GERINI SU GRAZIA