IN RIVA ALL’ANIENE, ASPETTANDO IL PIU’ GRANDE COMICO ITALICO, CORRADO GUZZANTI - “COME CON GLI PSICOFARMACI, LA DOSE VA RIDOTTA GRADUALMENTE. BERLUSCONI DA TRE CAZZATE AL GIORNO, DOVEVA SCENDERE A DUE, POI A UNA. INVECE CE L’HANNO TOLTO DI BOTTO” - “I SOLITI IDIOTI HANNO UNA LIBERTÀ ESPRESSIVA MAGGIORE DI FIORELLO” - “SABINA TROPPO LUNGA” - “GRILLO? APPREZZO I CONTENUTI, ANCHE SE LA FORMA IN CUI LI ESPRIME È ODIOSA”…

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Renato Franco per il "Corriere della Sera"

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Nell'ambito del rispetto della legge è stato libero di dire quello che voleva. Corrado Guzzanti torna in tv a un anno dalla sua ultima apparizione. Sessantacinque minuti di sketch in cui si presenta come alieno che invade la Terra, interpreta Lorenzo che fa il palinsesto di La7 («Il 2,5% di share? Che è? La pressione delle gomme?»), si traveste da Thor di Trastevere quando impersona il supereroe coatto Aniene, ma fa anche il punto sulla satira nel post-berlusconismo dove i comici sono visti come ostinati reduci del Vietnam. Lui è Rambo: «Berlusconi se ne è andato. Devi arrenderti».

«E dove vado? Non mi vuole più nessuno». Ancora su B.: «Per quanto tempo ci hanno drogato? È come con gli psicofarmaci, la dose va ridotta gradualmente. Berlusconi da tre cazzate al giorno, doveva scendere a due, poi a una... invece ce l'hanno tolto di botto».
Eccolo giovedì alle 21.10 su SkyUno con Aniene 2. I suoi programmi sono a puntata. Una sola, ma che puntata.

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«Mi ero stufato di fare satira - spiega Guzzanti -, negli ultimi anni non se ne poteva più di battute su Berlusconi e olgettine: la satira sul premier era diventata sport nazionale. Fino alla crisi eravamo pronti a un Berlusconi V e VI, era come se vivessimo dentro la clinica del Nido del cuculo, poi si è sollevato il velo di ipocrisia e pagliacciate. Quando è caduto lui, è caduto il velo». Altro motivo per cui appare poco: «Mi piace curare i particolari». Precisa: «Non è che ci ho messo un anno a fare questo programma, nel frattempo mi sono dedicato anche ad altro».

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Si parlerà di Monti: «Se resta, la prossima volta prometto, lo farò». Il sottotitolo del programma, quasi shakespearianamente, è Molto rigore per nulla: «Perché nel nuovo speciale c'è anche una parte sul governo Monti e quindi si parla della situazione attuale del Paese».

Non c'è Grillo, ma Guzzanti la sua idea ce l'ha: «Apprezzo spesso i contenuti, anche se a volte la forma in cui li esprime è odiosa. Il paragone con la Lega è suggestivo, la differenza mi pare sia che i grillini non fanno il verso al loro "capo". A differenza del leaderismo a cui eravamo abituati - quello di Berlusconi e di Bossi - i seguaci di Grillo non imitano il loro leader».

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Partendo dal presupposto che i Monty Python «sono il mio romanzo di formazione», spiega che tipo di comicità gli piace: «Non gli spettacoli maratona, tipo Telethon. Mi sembra che ormai in televisione prevalga un tipo di show comico molto lungo, anche di tre ore, più simile a uno spettacolo teatrale. Zelig, così come Fiorello, propongono una forma molto classica di show, con un artista che deve fare uno spettacolo che duri, in cui si è perso il linguaggio specifico della tv e in cui a battute e sketch si alternano interviste a cantanti e attori. In questo senso mi sembra che solo I soliti idioti abbiano una libertà espressiva maggiore».

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Si pensa anche a Un due tre stella di sua sorella Sabina su La7: «Nel suo programma c'erano cose molte belle, ma fare una trasmissione così lunga - per scelte non sue - non l'ha aiutata». Tende a procrastinare, accumula materiale che poi chissà se userà mai, ha difficoltà a fare l'ospite nei programmi degli altri («mi viene la malinconia»), è abituato a lavorare nell'oscurità «dove sto comodissimo». Per rivederlo, a occhio, toccherà aspettare. Noi ci mettiamo comodi, in riva all'Aniene.

 

 

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