ALAIN ELKANN DEBUTTA SUL FOGLIO
Debutta sul Foglio la nuova rubrica, ‘Cartoline greche In viaggio con Alain’. La firma è Alain Pierre David, il nome che Alain Elkann usa sulla sua pagina Instagram.
CARTOLINE GRECHE
Estratto dell’articolo di Alain Pierre David per “il Foglio”
Dodekanisos Express non è il titolo di un romanzo di Agatha Christie, ma il nome di una compagnia di traghetti veloci che sfrecciano tra le dodici isole del Dodecanneso, che in realtà sono quindici.
[…] Ho comprato il biglietto Patmos-Kos a Patmos, in una vecchia agenzia di viaggi chiamata Apollyon, adiacente al bar Arion, un caffè un po’ desueto dove prima dell’arrivo dei traghetti sostano con sacche, valigie e zainetti i viaggiatori in partenza, spesso accompagnati da amici o parenti che si trattengono ancora per qualche giorno e che con la scusa di salutarli si guardano in giro in cerca di nuovi amici e di nuove chiacchiere. Il toast e forse lo yogurt col miele vanno per la maggiore, all’Arion, accompagnati da Coca-Cola o spremuta d’arancia. Sobrietà.
[…] Saliamo sulla nave e salutiamo Patmos. La barca è su due piani e ci sono file di poltrone tutte uguali né comode né scomode. Io metto la mascherina e vedo che non sono il solo. Persone anziane e giovani hanno la mascherina. Nelle file a poppa e al piano del bar ci sono solo greci. Parlano, leggono, guardano l’iPad. Nelle file davanti, verso prua, i turisti di vari paesi che tornano riposati e abbronzati, organizzati per prendere un Ryanair a Kos che li porterà a casa e da domani ricominceranno a lavorare.
JOHN, LAPO, ALAIN E GINEVRA ELKANN
Posti né comodi né scomodi. Poltrone tutte uguali. Ci sono a bordo pochi bambini che giocano a carte o leggono e per fortuna non piangono e non strillano, cosa che succede sovente sugli aerei, a bordo delle navi o sui treni e indispettisce i viaggiatori che quasi sempre vorrebbero lamentarsi, ma non possono infrangere il nuovo galateo che dice che i bambini hanno sempre ragione.
I francesi di solito leggono, i tedeschi di solito dormono. Io sono seduto accanto a una signora che legge un romanzo di Isaac Bashevis Singer, ma è innervosita e disturbata da una donna molto bruna e molto abbronzata che parla ininterrottamente a voce alta in modo petulante con un’amica bionda e più remissiva. In italiano.
[…] Si sono seduti in una fila di cinque poltrone due figli adolescenti che dormono e i genitori tutti con la mascherina nera. Sembrano inglesi. La madre sta leggendo un libro, il padre guarda il suo iPhone.
Nella fila davanti alla mia sento dei ragazzi che parlano del misterioso naufragio dello yacht Bayesian al largo di Palermo. In particolare una ragazza veneziana, con i capelli lunghi legati a treccia, la voce roca e dei grandi occhi nocciola dallo sguardo intenso, è convinta che si tratti di un complotto.
[…] È molto affascinante navigare sull’Egeo, il mare splendido che ha una storia lunghissima che si mescola alla mitologia: Minosse, Teseo, Icaro. Personaggi mitici.
In un bar di Patmos avevo sentito una discussione su Omero. “È davvero esistito? Ha davvero scritto l’‘Iliade’ e l’‘Odissea’?”. E poi: “San Giovanni quando è sbarcato a Patmos rifugiandosi nella grotta ha veramente scritto lui l’Apocalisse?”.
Sono le domande a cui si tenta di dare una spiegazione anche se viene naturale all’interlocutore usare un poco dialogante “mah”.
A Kos ho pensato agli sbarchi dei migranti in arrivo dalla Turchia a storie terribili molto diverse da quelle delle persone abbronzate con gli zainetti che erano seduti sulle poltrone di finta pelle grigia perla del Dodekanisos Express.
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