Marco Giusti per Dagospia
Che bellezza. Con questo romantico “The Dead Don’t Hurt”, un film gentile, forse non perfetto, ma pieno di calore, così bello da vedere grazie a due strepitosi protagonisti e a paesaggi naturali favolosi tra Ontario, Messico, Nuova Caledonia, Viggo Mortensen torna al western, come regista e protagonista, genere che aveva frequentato come attore nell’ottimo “Appaloosa” di e con Ed Harris. Qui da regista, chiama accanto a lui, come vera eroina della storia, come donna forte della storia, l’austriaca Vicky Krieps.
Lui fa il danese, che è già stato dodici anni in guerra nel proprio paese e ha già perso una moglie, e lei fa la francese, che ha perso il padre nella guerra contro gli inglesi in Canada. Ognuno parla la sua lingua, ma sa integrarsi con quella degli altri.
Non credo sia stato un successo questo western così anomalo, dove si vede il mare, come in “One-Eyed Jack” di Marlon Brando, dove assistiamo perfino a una mostra di opere d’arte degli impressionisti americani, ma è così bello il fatto che il cowboy Viggo, Holger Elson, alle sue prime battute con la Vivienne Le Coudry di Vicky Krieps, le presenti Night, il suo cavallo (sarà il primo a essere ringraziato nei titoli di coda), che lei insegni a parlare francese al figlio, che il cavaliere ispirato alla storia di Giovanna D’Arco, il libro che legge sempre Vivienne, impugni la mitica spada Anduril del vecchio Aragorn del Signore degli anelli, che l’azione si svolga in esterni incredibili che non ricordiamo più dove abbiamo visto (Peckinpah? Mann?).
Se la storia gira un po’ attorno a se stessa, anche perché inizia con la morte di Vivienne e il cattivo Weston, Solly McLeod, che uccide sei persone in città e impiccano al posto suo lo scemo del posto, e poi procede a zig zag nei flashback dove Vivienne e Holger si incontrano, si innamorano e partono insieme per costruirsi un futuro come procede in avanti verso lo scontro tra il buono e il cattivo, alla fine ci importa poco.
Perché quando capiamo il senso del film, cioè la costruzione del personaggio di Vivienne e il suo amore per Holger che è partito stupidamente verso un’altra inutile guerra e poi per il figlio, e sentiamo il violino della mitica Scarlet Rivera (avrete sentito la Rolling Thunder Revue… avrete sentito Desire, avrete visto Renaldo e Clara…) suonare la musica composta da Viggo Mortensen, ci siamo già arresi. I fan del vecchio western, ci cascheranno. Io ci sono cascato. Dove lo trovi un western parlato in cinque lingue diverse…
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