Fabrizio Rondolino per “L’Unità”
Chi s’impossesserà del Corriere della Sera, il più prestigioso dei quotidiani italiani? Il coraggioso “patron di La 7” e l’eroico “banchiere prodiano”, oppure “i soliti noti” schierati al fianco dell’infame Renzi? Da una parte, ci spiega il Fatto con il contagioso entusiasmo che sempre prende il giornale di Travaglio ogni volta che i suoi sceneggiatori inventano una nuova, avvincente serie fantasy, c’è il “progetto” di Giovanni Bazoli e Urbano Cairo “per un quotidiano indipendente e per il No alla ‘riforma’, con De Bortoli presidente”, mentre dall’altra parte Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Mediobanca e UnipolSai si sono coalizzati per “consegnare il Corriere a Renzi”.
padellaro ferrucci pietro pelu gomez travaglio scanzi
L’ossessione per il premier gioca a volte brutti scherzi, e trascina nel ridicolo chi non riesce a resistervi.
azzurra caltagirone urbano cairo antonio polito
Perché mai, tanto per fare un esempio, il “banchiere prodiano” Bazoli dovrebbe garantire un Corriere “indipendente” e Tronchetti Provera invece no? E perché mai, tanto per fare un altro esempio, Diego Della Valle (“Renzi è bulimico di potere, Mattarella lo mandi a casa” è una della sue dichiarazioni più moderate) dovrebbe fare un Corriere renziano?
Tutti quanti – Bazoli e Della Valle, Tronchetti e Mediobanca – controllano da anni il quotidiano di via Solferino, con risultati economici discutibili ma con un rispetto dell’autonomia del direttore e dei giornalisti non comune fra gli editori italiani.
Ferruccio De Bortoli sarà pure un fiero avversario di Renzi, ma questo non gli ha mai impedito di fare un giornale ricco di opinioni e di punti di vista molto diversi tra loro. Né con Luciano Fontana, che di De Bortoli è stato il braccio destro per molti anni, si può dire che il Corriere si sia appiattito sul governo o, al contrario, che vi si opponga pregiudizialmente.
Perché dunque tutta questa sceneggiata? Soltanto perché c’è Cairo in partita, e può essere utile dargli una mano? Già, perché la linea editoriale de La 7 non è poi molto diversa da quella del Fatto, Travaglio è un ospite fisso (e pagato) e i suoi giornalisti sono massicciamente presenti a tutte le ore. Ma questa è soltanto una cattiveria, e in questa storia i cattivi sono soltanto i renziani. Anche quando non sono renziani.