L’ATTRAZIONE PER LA TRAGEDIA - JOEL COEN RIAVVOLGE IL NASTRO, IN CONTROTENDENZA CON IL CINEMA FINORA REALIZZATO CON IL FRATELLO ETHAN, PROPONE “THE TRAGEDY OF MACBETH” (DAL 14 SU APPLE TV ) FEDELE ALLA TRADIZIONE, IN BIANCO E NERO, ESSENZIALE NELLA MESSA IN SCENA E CLASSICO NEI COSTUMI INDOSSATI DAI PROTAGONISTI, DENZEL WASHINGTON E FRANCES MCDORMAND – “HO CERCATO DI FARE UN FILM PER TUTTI, PER CHI VA A VEDERE SKAKESPEARE E PER CHI NON CI È MAI ANDATO…” - VIDEO

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Fulvia Caprara per “La Stampa”

 

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Succede, nei nostri giorni di ansie e segregazioni, di paure e quarantene, di arte che si rinnova e arte (la settima, in particolare) in crisi da invasione di streaming, che gli autori si mettano alla prova in modi diversi, coraggiosi, forse anche per sconfiggere l'incubo della normalità svanita.

 

La palestra, in questo caso, è l'eterno Macbeth skakespeariano, riproposto in ogni versione, teatrale, cinematografica, musicale. In più c'è, stavolta, una specie di gioco delle parti. Sul palcoscenico della Scala (e in tv) il regista Davide Livermore si lancia in una rilettura tecnologica, che ha fatto storcere il naso ai melomani puristi, tutta giocata sulla comunicazione contemporanea, tra playstation e videogame, realtà aumentata e ledwall.

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Il riferimento, dichiarato, riguarda Inception, il thriller onirico di Christopher Nolan con Leonardo DiCaprio e Marion Cotillard persi nei labirinti del tempo e dei sogni. Eppure il colpo di scena arriva da un'altra interpretazione, quella di Joel Coen che, in controtendenza con il cinema finora realizzato insieme al fratello Ethan, propone un Macbeth fedele alla tradizione, in un truce bianco e nero, essenziale nella messa in scena e classico nei costumi indossati dai due protagonisti, Denzel Washington e Frances McDormand.

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Insomma, i ruoli si invertono, e chissà cos' altro ci aspetta, visto che, tra i prossimi Macbeth, dopo il Macbettu teatrale in dialetto sardo, firmato da Alessandro Serra, è già annunciato, per la primavera (15 settimane a Broadway) quello con Daniel Craig nei panni del valoroso combattente divenuto assassino per sete di potere. Al suo fianco, nell'edizione realizzata dalla storica produttrice della saga di 007 Barbara Broccoli, l'attrice etiope-irlandese Ruth Negga, nella parte di Lady Macbeth.

 

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I motivi d'attrazione della prima, vera, tragedia pulp della storia del palcoscenico sono nella sua stessa natura: «Credo - osserva Coen - che Macbeth abbia prefigurato gran parte delle forme e dei significati della narrativa "hardboiled" del XX secolo. Il motore della storia è una coppia che trama per mettere a segno un omicidio. E' quello che succede nei romanzi di James McCain. In più, con l'elemento della stregoneria, la vicenda diventa simile a un film horror. In tutto questo trovo affinità con il cinema di genere e anche con le cose che ho fatto con mio fratello Ethan».

 

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 L'ispiratrice dell'impresa è la McDormand, moglie di Joel, che era già stata Lady Macbeth nel 2016 al Berkeley Repertory Theatre. Guardandola in azione, suo marito ha iniziato a riflettere sulla possibilità di girare The Tragedy of Macbeth (dal 14 su Apple Tv): «Quando Frances me ne aveva parlato la prima volta le avevo risposto che non sono un regista teatrale e che la materia non era di mia competenza, ma le ho anche promesso che ci avrei pensato».

 

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A poco a poco, il progetto, fedele alla lingua skakespeariana, espressionista nel look, minimalista nelle scene, si è delineato: «Ho cercato di fare un film per tutti, per chi va a vedere Skakespeare e per chi non ci è mai andato». L'idea di affidare l'opera a due attori maturi ha radici personali ed è, anche in questo, piuttosto originale, basta pensare alla versione cinematografica, interpretata, nel 2015, da un duetto di super-belli come Marion Cotillard e Michael Fassbender.

 

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Al Festival di Cannes furono in molti a non gradire l'esperimento: «Solitamente - spiega Coen - i Macbeth sono giovani, ma io sono vecchio, e quindi descrivere un matrimonio di lunga data mi interessava di più». Accanto a McDormand recita un intenso Denzel Washington, impegnato a esprimere i sentimenti di un Macbeth stanco, consapevole del tempo che passa: «E' un uomo che inizia a sentirsi condannato - dice l'attore -. Aveva combattuto bene le sue guerre, tutti lo amavano, pensava fosse arrivato il suo momento. Si dice spesso che Lady Macbeth lo abbia spinto a uccidere il re, ma lui aveva già l'omicidio nel cuore, era pronto a compierlo».

 

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 Secondo McDormand, che nel film indossa abiti ispirati a una collezione conservata negli archivi di Valentino, lady Macbeth è una sopravvissuta, una donna segnata da maternità mancate, priva della famiglia che avrebbe desiderato: «Per come la vedo io - chiarisce l'attrice - Macbeth andava a combattere e a guadagnare fama da grande guerriero, poi tornava a casa per un po', metteva incinta la moglie e ripartiva per la guerra. Lady Macbeth si ritrovava da sola a gestire il castello, a dare alla luce una serie di bambini che poi sono morti, a dover lottare da sola con tutto quel dolore». 

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