DAGONOTA
Il blitz tedesco di Unicredit potrebbe essere solo la prima mossa per un piano più ampio. Il 9% Commerzbank è stato messo all'asta dall'agenzia di stato tedesca, e Andrea Orcel se l’è pappato pagando poco più della base d’asta (1,5 miliardi di euro), battendo le offerte di Bnp Paribas e Ing.
E ora il manager italiano punta al resto del malloppo disponibile, ovvero il 12% ancora in mano al governo di Berlino. Deutsche Bank potrebbe tentare una “contro opa” per fermare la scalata di Unicredit. Ma per gli addetti ai lavori, al momento, il colosso tedesco non ha i capitali necessari per una faida bancaria contro l’istituto tricolore.
La vera opposizione alla scalata dell’istituto italiano a Commerzbank non è quella del governo tedesco (anche se il ministro delle Finanze, Christian Lindner, non è stato molto contento dell'operazione made in italy), ma è dei sindacati tedeschi, che temono una sforbiciata pesante ai posti di lavoro e temono che la sede principale di Commerzbank venga spostata da Francoforte a Milano.
Si tratta di timori, quelli legati ai posti di lavoro, piuttosto fondati. La Germania sta vivendo una crisi economica vera e strutturale, che sta aggredendo il mercato del lavoro. Tanto anche un colosso come Volkswagen ha annunciato il possibile licenziamento di 15 mila lavoratori e la chiusura di una o più fabbriche sul territorio tedesco, cosa mai accaduta finora nella storia della casa automobilistica.
UNICREDIT PUNTA AL 30% DI COMMERZBANK, LA SFIDA A DEUTSCHE: IL MERCATO SCOMMETTE SU UN NUOVO BLITZ ITALIANO
Estratto dell’articolo di www.corriere.it
La partita su Commerzbank è ancora tutta da giocare con il mercato che scommette su un nuovo blitz da parte di Unicredit. La mossa che tutti si aspettano è che, nel breve, arrivi da Orcel e i suoi la richiesta alla Bce a salire oltre la soglia del 9,9%. Un'intenzione, questa, emersa fin da subito con il gruppo di Piazza Gae Aulenti deciso a scalare, senza ostilità, la banca di Francoforte sul Meno.
A tenere alta l'attenzione sono, soprattutto, i rumors di stampa secondo cui l'istituto italiano potrebbe chiedere nei prossimi giorni il via libera alla Banca centrale per incrementare la propria quota fino al 30%, ovvero ai limiti della soglia obbligatoria per lanciare l'Opa. Un’ipotesi che è plausibile per gli analisti e sarebbe a step.
Infatti, «sebbene con questa manovra Unicredit si esponga al rischio che un'acquisizione diventi più costosa rispetto all'avvio immediato di un'offerta pubblica, riteniamo che la scelta - scrive Equita in un report - sia finalizzata a proseguire» ma, allo stesso tempo, «avviare interlocuzioni sia con il management di Commerzbank che con il governo tedesco per un'operazione amichevole».
[...] In più, sullo sfondo, le mosse «difensive» di altre banche tedesche, con Deutsche Bank pronta a rilevare una quota per ostacolare la banca italiana.
La sintesi è che l'acquisizione si prospetta non priva di complessità ma, comunque, fattibile. E lo è anche perché Unicredit [...] ha già in Germania il precedente di Hvb che «è storia di successo», nota Kbw. Quindi «è una formula che funziona e potrebbe avere senso replicarla» con Commerzbank.