Quirino Conti per Dagospia
In uno degli spazi forse più belli al mondo, dentro una basilica plasmata come un bassorilievo d’avorio da Francesco Borromini, si è potuto di recente assistere a una cerimonia decisamente inconsueta, almeno per quanti ignorano persino l’esistenza di quel luogo e di quanto vi avviene.
Lì, cinque giovani donne hanno chiesto e ottenuto di essere accettate nello stato di consacrate dell’antico Ordo virginum. In poche parole, nelle mani del vicario del Papa, senza obbligo alcuno di divisa o di residenza in un monastero, hanno promesso di vivere liberamente nel mondo – come si suol dire –, come anticipo di quanto si spera possa essere la pienezza futura nel Regno.
Fin qui, con parole inadeguate e in assoluta sintesi, il “luogo” anche antropologico di quanto si è potuto vedere.
Il tema della nostra riflessione è però un altro. Quattro di queste “mistiche spose”, erano infatti vestite con lunghi abiti bianchi, sobri, asciutti, e come per un’austera cerimonia nuziale. Ciascuna con un proprio modello di riferimento. Solo una indossava un abito longuette, come da cocktail, crème e completato da una giacca di tweed – con piccole rilucenze del medesimo colore –, senza possibilità di equivoco ispirata alla celeberrima, classica giacca Chanel.
Dunque, nulla di particolarmente rilevante lungo una liturgia che tutto avvolgeva in un’emozione che si poteva cogliere da ogni pietra dell’edificio. Fino a quando le cinque candidate prosternate sul nudo pavimento cosmatesco di quella basilica, bianche come colombe, volto a terra, sono divenute l’oggetto di una lunga litania che chiamava in causa tutti i felici residenti del Cielo.
È stato allora che, come mai nella storia dello Stile, la splendida invenzione di Mademoiselle Coco, a terra, prona, finalmente umiliata nella sua aristocratica boria, è apparsa ancora più perfetta nella gloria della sua inutile perfezione.
Ora che un’inconsueta aspirazione di assoluto la strappava al suo frivolo destino e la rendeva interprete di una volontà diversa. Mentre fuori dal portone spalancato, azzurra la metropoli ruggiva: tremante per l’ennesima aggressione del maledetto virus. Che lì pareva come sparito, similmente al ruolo pleonastico e intollerante di una giacca divenuta all’improvviso altro: un paramento, un guscio in nulla superbo e vanaglorioso; orizzontalmente addossato a quei marmi millenari, la più perfetta parafrasi ora dell’umiltà, in sé.
E così, in una città che già scuriva, per la prima volta nella storia della Moda il prezioso prototipo di un’intera storia del Gusto sembrava voler vivere la sua stagione migliore: sul corpo di una sposa come nessun’altra, tra le bianche palme di stucco inventate da Borromini. Intanto che oltre oceano due pretendenti al dominio del Mondo si contendevano il trono del consumo.
CINQUE CONSACRATE NELL’ORDO VIRGINUM, «IN CORDATE VERSO LA VETTA DELLE BEATITUDINI»
Di Roberta Pumpo per Romasette.it - https://www.romasette.it/cinque-consacrate-nellordo-virginum-in-cordate-verso-la-vetta-delle-beatitudini/
Nel dolore e nella confusione generati dalla pandemia, la diocesi attinge forza e speranza dagli “Eccomi” risuonati nella basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo l’ordinazione di cinque nuovi presbiteri, un nuovo vescovo ausiliare e otto diaconi, sabato 31 ottobre, a conclusione di un mese particolarmente «ricco di grazia», il cardinale vicario Angelo De Donatis ha presieduto nella cattedrale di Roma il rito di consacrazione di cinque donne nell’Ordo Virginum, promulgato 50 anni fa, esattamente il 31 maggio 1970, da Papa Paolo VI.
Un rito di stampo nunziale durante il quale hanno detto “sì, lo voglio” Paola Zallocco, Alessandra Medici, Rosaria Piazza, Chiara d’Onofrio e Lucrezia Malena. Con i nuovi consacrati, si uniscono in «una bella cordata verso la vetta delle beatitudini, chiamate a portare, come donne e madri, il peso e la responsabilità della santità del popolo di Dio».
Alla vigilia della festa di Tutti i santi, il porporato ha augurato alle “sponsae Christi” di essere «luminose» come lampade che ardono d’amore. «Amate tutti e prediligete i poveri – le parole di De Donatis -; soccorreteli secondo le vostre forze. Curate gli infermi, proteggete i bambini, aiutate gli anziani. Siate vicine ai sacerdoti e agli sposi nella preghiera, custodendo la grazia della vocazione di ciascuno».
Dal cardinale vicario anche l’augurio di essere «gioiose, capaci di accogliere l’umanità sempre con un sorriso», fuggendo «ogni tentazione di freddezza, di tiepidezza, di pessimismo o di critica inutile». Il popolo di Dio, specie in questo delicato momento della pandemia, ha bisogno del sostegno di «spose feconde, non nubili sterili».
Papa Francesco nel messaggio per il 50° anniversario della promulgazione del Rito della consacrazione delle vergini invita le consacrate a tessere «trame di rapporti autentici, che riscattino i quartieri delle nostre città dalla solitudine e dall’anonimato». Rifacendosi a queste parole, il cardinale ha incitato le cinque donne a mostrare al mondo «la bellezza della fraternità».
Le appartenenti all’Ordo Virginum, infatti, vivono pienamente immerse nel mondo. Chiara, 37 anni, proseguirà il servizio di volontariato nel carcere di Rebibbia sezione femminile e di coordinatrice di Casa Ebron, casa di accoglienza per donne detenute agli arresti domiciliari o in misure alternative al carcere.
San Giovanni in Laterano Ordo virginum, Consacrazione
Alessandra, 49 anni, continuerà a prendersi cura dei suoi pazienti in qualità di terapista della neuroriabilitazione pediatrica. Rosaria, 50 anni, impiegata in un ministero, continuerà ogni mattina ad andare in ufficio. Non hanno segni distintivi, non svolgono vita comunitaria ma vivono nelle loro rispettive abitazioni, non appartengono a un ordine religioso, pertanto non hanno un superiore ma hanno come figura di riferimento il vescovo che la diocesi ha scelto come delegato. Attualmente è Paolo Ricciardi, presente sabato insieme al cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
San Giovanni in Laterano, Presbiterio, Cattedra
La scelta delle consacrate – che si aggiungono alle cinquanta appartenenti all’Ordo di Roma – si traduce nel dono gratuito della verginità a Cristo, vocazione che Rosaria Piazza definisce «il viaggio di un desiderio di pienezza nell’amore». Esteriormente, ha rimarcato il cardinale De Donatis, non cambia nulla ma da sabato Dio ha consacrato tutto in loro. «Le relazioni, il lavoro, gli affetti, il servizio pastorale – ha spiegato il vicario del Papa per la diocesi di Roma -.
In questo modo potrete, nella semplicità della vostra vita donata, “verginizzare il mondo”, cioè aiutarlo a fare spazio all’amore di Dio». Dal porporato, infine, l’auspicio che le consacrate siano «pronte ad aiutare la Chiesa di Roma, a essere la vergine saggia e la sposa santa, capace di ascoltare il grido dell’arrivo dello Sposo, riconoscendolo poi nel piccolo, nel povero, nel malato, nel peccatore e nell’escluso».
La processione delle Vergini nei mosaici bizantini di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna
Il rito prevede la prostrazione ai piedi dell’altare prima di rinnovare il proposito di castità con le mani giunte in quelle del celebrante. Successivamente la recita di una lunga preghiera attribuita a San Leone Magno. Quindi la consegna del velo, dell’anello, simbolo delle nozze con Cristo, e del libro della Liturgia delle Ore.