Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”
Non è normale che a fine luglio 2022 in testa alla classifica globale di Billboard ci sia una canzone del 1985, ma nulla è mai stato normale nella vita e nella carriera di Kate Bush: nessuna artista finora era riuscita a collezionare una canzone numero 1 in classifica attraverso sei decenni diversi, come ha fatto lei dal 1978 al 2022.
Il telefilm di Netflix «Stranger Things» ha fatto scoprire al mondo degli under 50 «Running Up That Hill», attualmente il singolo più venduto al mondo, un successo bizarro anche per gli standard del serial - e della potentissima macchina di Netflix - che aveva già restituito lustro e popolarità a band come i Clash, i Joy Division, le Bangles, Echo and the Bunnymen, e Cyndi Lauper.
No, il caso «Running Up That Hill» (on line trionfa l'acronimo «RUTH») è speciale perché a essere speciale è l'artista - compirà 64 anni sabato prossimo - più brava di tutti a scomparire, che fin dal primo giorno ha rovesciato i termini di ogni questione commerciale e artistica dimostrando che si possono vendere milioni di dischi senza scendere a compromessi con niente, e non c'è neanche bisogno di fare concerti.
Al suo primo minitour, primavera 1979, seguirono 35 anni lontano dal palco fino al ritorno trionfale del 2014, 15 serate all'Apollo di Hammersmith, a Londra, 26 agosto 1 ottobre, tutto esaurito in 15 minuti. Un altro record demolito dalla figlia intellettuale e un po' hippie di un medico di provincia che aveva scritto la sua prima canzone a 13 anni e l'aveva incisa a 16, la ragazza dagli occhi color ambra che debuttò a 14 anni in un pub ipnotizzando folle di ubriachi con quella voce impossibile e le cover di Beatles e Fleetwood Mac.
I suoi eroi sono Chopin e Pink Floyd, il riferimento culturale il folk irlandese, il modello David Bowie (il 3 luglio 1973 all'Hammersmith Odeon per l'ultima apparizione di Ziggy c'era anche la giovanissima Ka-te). La Emi, ascoltandola, fiutò il successone. Lei però si fece mandare al diavolo dal megapresidente perché volle a tutti i costi che il primo singolo fosse «Wuthering Heights». La Emi voleva qualcosa di più commerciale, non una canzone ispirata al roman-zo di Emily Brontë (nata come lei il 30 luglio).
La Emi teneva in caldo un altro 45 giri da mandare alle radio per rimediare a quello che, scommetteva-no, sarebbe stato un buco nell'acqua. Ma «Wuthering Heights» contro ogni logica diventa subito numero 1 in classifica, e il resto dell'album «The Kick Inside» lo segue.
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