Francesco Bonazzi per Dagospia
UN ESEMPIO DI PLAGIO DI SAVIANO IN ZERO ZERO ZERO
E adesso gli amici della camorra e delle mafie mondiali chi li sente più? “Saviano ha copiato, Saviano ha di nuovo plagiato, come per ‘Gomorra’…”. Povero Robertino nostro, circondato da maestrine con la penna rossa, stuoli di invidiosi, orde di contabili dell’avverbio, feticisti della citazione delle fonti, profeti del “data journalism”, paladini del lavoro dei cronisti di periferia (che se sono di periferia alla fine ci sarà un perché, no?)
Questo nostro disgraziato Paese ha inventato la mafia, ha nutrito ogni genere di incesto tra criminalità e cosa pubblica, ha sistematicamente fatto massacrare i suoi servitori migliori e noi siamo qui, ancora una volta, a spaccare il capello sui romanzi di un giovane uomo che ha levato la sua voce con forza contro Gomorra e che per questo vive ancora sotto scorta?
Ma Saviano non è solo uno scrittore coraggioso. E’ anche un motore di cambiamento. Se c’è qualcosa che non funziona, se c’è una grave emergenza democratica o di legalità, lui va a denunciare il problema in tv o su “Repubblica” e il potente di turno gli deve subito rispondere come si fa con Bono degli U2. Lui è un intellettuale come non ne fanno più: “incide sul reale”, come si diceva una volta.
E allora veniamo a questa specie di entomologo con molto tempo da perdere di nome Michael Moynihan, che sul “Daily Beast” ha messo in fila una serie di presunte scorrettezze del nostro in “ZeroZeroZero”, il libro sulla cocaina che a dire il vero troppo bene non andò. Moynihan punta il ditarello: “Ha scritto un libro incredibilmente disonesto.
Farcito di fatti e scritti rubati a giornalisti meno noti, include interviste a “fonti” che potrebbero non esistere e contiene numerosi esempi di plagio”.
Qui non vogliamo contestare l’accurato lavoro dell’entomologo. I passi citati sembrano in effetti presi di peso dai passi non citati, se ci passa il gioco di parole. Ma contestualizziamo meglio, come ci hanno insegnato a fare gli esperti di mafia.
Se il nostro, per riportare I numeri delle gang presenti in America Latina, li mette giù più o meno come il “Los Angeles Times”, è solo perchè ha insegnato giornalismo a Princeton e sa che il “data journalism” è tutto e non ammette sconti.
Se Saviano non cita sempre I nomi dei valorosi colleghi che fanno inchieste sul campo, ma ne riprende alcuni brani, è solo per non far correre loro altri, inutili, rischi e perchè non accada loro quello che è accaduto a lui, che vive sotto scorta.
maria de filippi roberto saviano ad amici
Se il valoroso Roberto non svela l’identità delle persone che intervista non è perchè non esistono, ma perchè, oltre che un grande romanziere, è un giornalista che ha a cuore la sicurezza delle fonti.
Se occasionalmente riporta definizioni e ricostruzioni che sono prese pari pari da Wikipedia è perchè non è uno snob. E’ uno di noi. Usa Wikipedia, Google e magari ogni tanto andrà anche su Youporn.
Se dopo “Gomorra” Saviano ci ha regalato un altro romanzo molto “interattivo” con altre inchieste è solo perchè il tempo passa, la fama cresce, ma lui non smette di documentarsi con l’umiltà del principiante.