Mario Ajello per il Messaggero
Politici, giù le mani da Sanremo. Non è bastato che le prime 12 file del Teatro Ariston, come ha detto Fiorello, siano state tolte. Ed erano quelle che fungevano da vetrina per i politici, nella Prima e nella Seconda Repubblica, al tempo del monocolore democristiano di Pippo Baudo, così come nel centrosinistra di Fabio Fazio, nel centrodestra di Paolo Bonolis, nel Nazareno con il tandem Carlo Conti-Maria De Filippi. Le poltroncine, per motivi di spazio, ossia per allungare un po' il palco, non ci sono più. Ma i politici, specie in campagna elettorale, una ribalta così nazional-popolare non se la fanno sfuggire. E se al festival non vanno fisicamente, ma qualcuno a cominciare da Salvini (domani sera) c'è, ci s'intrufolano via social.
Non è parso vero a Di Maio di poter sfruttare la battuta di Fiorello - «Se vince il toy-boy di Orietta Berti andate tutti a casa» - e ha cinguettato: «Lo prendo come un augurio». Quello di diventare davvero il toy-boy dell'Orietta (che la settimana scorsa fece un endorsement politico per Giggino) e insieme quello di arrivare primo nella gara canora - ma finora sono urla scomposte, toni stonati - del 4 marzo? La Berti, che sta per esordire a Masterchef Celebrity su Sky, non ha visto Sanremo l'altra sera, e quindi - dice sorniona - «non posso giudicare». Comunque, sorride, «ho un marito da 50 anni e non sono il tipo che si fidanza con i giovani».
claudio baglioni e roberto vecchioni
EMMA Anche i cantanti, come Ornella Vanoni, contribuiscono alla politicizzazione non richiesta dell'evento. L'Ornella fu craxiana nella Prima Repubblica ma da Sanremo ha annunciato: «Voto Emma Bonino». Identico endorsement da parte della Sandrelli. Mentre Salvini, fingendo di essere offeso per una battuta di Baglioni - «Qui non canta il coro degli alpini», ma gente presumibilmente più intonata ma in realtà non è detto - annuncia: «Vado al festival per difendere l'onore degli alpini».
In realtà, ci va, con la fidanzata Elisa Isoardi, per farsi vedere da tutti a meno di un mese dalle elezioni. E la par condicio? Per rispettarla, la Rai ha deciso di non puntare nessuna telecamera sul leader leghista. Ma tanto egli parlerà prima e dopo, entrando e uscendo dall'Ariston, e la sua presenza servirà a farsi avvicinare e a farsi dire, come ormai gli succede spesso nell'Italia reale, «caro Matteo, quanto approvo il tuo pugno di ferro contro i migranti».
claudio baglioni e pippo baudo
A Salvini andare al festival serve a dimostrare che la gente è con lui. Renzi invece ha detto ai suoi l'altro giorno: «Rispettiamo la sacralità di Sanremo». Ovvero, evitare le passerelle. Ma lui per primo non ha resistito, almeno informa digitale, a intromettersi nella grande cerimonia nazional-popolare: «Ha già vinto lui», ha twittato il segretario del Pd un minuto dopo la fine dello show di Fiorello: «Oggettivamente il numero uno».
WELFAREPietro Grasso invece ha annunciato: «Tifo per la canzone dello Stato sociale. Perché il nome di quel gruppo rispecchia il nostro programma». E il suo compagno di partito, Bersani, non si sa se voglia fare un complimento o un affondo quando dice di Baglioni: «Somiglia a Gentiloni». E forse proprio questo è il punto. Baglioni-Favino-Hunziker (il primo piace a tutti come è tipico dei democristiani, il secondo è di sinistra e la terza viene da Mediaset) sembrano incarnare le larghe intese e un implicito gentilonismo di oggi e magari di domani. A cui gli altri politici cercano, goffamente, di rubare la scena.
2. CHE PENA L’ARRIVEDORCI DI ELIO
Marco Molendini per il Messaggero
Peccato: gli Elii, band della profanazione ironica, hanno perso il gusto per la dissacrazione proprio quando avrebbero dovuto usarlo con se stessi. Hanno messo insieme uno stiracchiato supplemento al proprio funerale di dicembre e, con una canzone stanca, hanno rivelato solo la saturazione a cui sono arrivati. Sostengono che la scelta di andare avanti sia frutto «dei limiti architettonici del Forum di Assago, dove entrano solo 12 mila persone».
Sarà anche vero, ma per quei 12 mila, convinti di assistere a un evento irripetibile, è stata anche una turlupinatura. E il triste Arrivedorci di questi giorni è un grigio epitaffio su una storia lunga, felice e spensierata. Per dire addio ci sono tanti modi, ci si può anche scherzare sopra, ma è fondamentale essere seri con il proprio pubblico.
m. mol.
3. LA FIGLIA DI ENDRIGO POLEMIZZA
Maria Volpe per www.corriere.it
Poteva mancare una polemica al Festival di Sanremo? A parte quella legata alla coppia Metal-Moro, è arrivata quella della figlia di Sergio Endrigo.
«Mi state intasando messanger e whatsapp con dei bellissimi messaggi.Molti di voi non sanno che non guardo Sanremo ma, secondo voi, non mi avrebbero dovuto invitare?». Dunque è polemico il post pubblicato su Facebook di Claudia Endrigo, figlia di Sergio, omaggiato mercoledì sera al festival di Sanremo. Comunque grazie di cuore per il vostro affetto nei miei confronti e nei confronti di papà» ha concluso la donna.
Il Trio il Volo, ospite della seconda serata, ha infatti proposto sul palco del Teatro Ariston il brano di Sergio Endrigo «Canzone per te» .Ma i fan del grande cantautore scomparso, si sono infuriati sui social. In moltissimi non hanno affatto gradito l’esibizione dei tre tenori. Eccone alcuni «State massacrando un capolavoro»; «Piango per Endrigo. Abbiate pietà di lui». «Far cantare Endrigo da Il Volo è come omaggiare Edith Piaf con un’esibizione di ALba Parietti». «Mi dispiace ma questo omaggio a Endrigo con Il Volo è agghiacciante!». aI tenorini sono riusciti a invecchiare una canzone di 50 anni fa..»
claudio baglioni e franca leosini claudio baglioni
paddy jones stato sociale LO STATO SOCIALE