Luigi Mascheroni per www.ilgiornale.it
Niente sesso, siamo italiani. Al festival, quest'anno, castissima edizione numero 76, i nostri film parlano molto di camorra e mafia, di famiglie e figli, e poi di Storia e di storie, di amore e politica, insomma di tutte le cose che fanno girare il mondo, ma poco o nulla si vede dell'unica cosa che lo tiene popolato.
Il sesso. Notoriamente argomento molto più interessante delle quote rosa.
Comunque, guardando le nostre opere in concorso (Il sindaco del Rione Sanità di Mario Martone e Martin Eden di Pietro Marcello, mentre La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco i critici non hanno potuto vederlo in anticipo), e quelle nelle sezioni parallele - i film di Salvatores, di Igort, della Archibugi, Sole di Carlo Sironi, Nevia di Nunzia De Stefano...) non ci viene in mente una che sia una scena di sesso: etero, omo, lesbo, trans, voyeuristico, mercenario o orgiastico. E, parlando con chi ha già visto qualche titolo, sembra che neppure dagli altri Paesi siano in arrivo al Lido chissà quali scandalose pellicole.
Forse i registi erano in altro affaccendati, forse è l'(auto)censura del #MeToo e del politicamente corretto, o forse è solo un caso (ma una Mostra del cinema non è un caso, comunque fornisce degli «orientamenti»), rimane il fatto che nudi, amplessi ed erotismi vari a Venezia non sono previsti. E anche sulle spiagge del Lido i topless sono spariti da tempo. Bei tempi quando la Mostra sprizzava erotismo, scandali e provocazioni da ogni schermo. Altro cinema, altri pubblici, altri registi... E infatti quest'anno al festival il sesso si vede solo vintage, retrò, tutto girato al passato. Se i film di oggi deludono, quelli di ieri compensano abbondantemente. In materia di sesso cinematografico siamo arrivati così avanti da cominciare a tornare indietro.
E così la Mostra (la cui serata di pre-apertura ha riportato in sala, in una nuova copia digitale restaurata in 4k, il film scandalo dell'edizione del 1934, Estasi di Gustav Machaty, con il primo nudo integrale della storia del cinema «maggiore», quello della fin troppo giovane Hedy Kiesler) recupera tutto il recuperabile erotico del nostro recente, libertino e libertario passato.
Nei prossimi giorni sono previsti: il documentario Cercando Valentina sull'eroina spregiudicata del celebre fumetto di Crepax, il docu-film Mondo Sexy di Mario Sesti sul mondo dello strip-tease e la vita notturna negli anni '60, un imperdibile documentario di Steve Della Casa sull'horror all'italiana - profondo nero e prime timidissime luci rosse - degli anni '60, uno strepitoso omaggio a Piero Vivarelli (Life As a B-Movie), regista stracult che ci regalò alcuni dei momenti più belli dei leggendari erotici-esotici anni '70;
e persino la versione integrale - proiezione speciale della serata di apertura della Mostra - di Irréversible di Gaspar Noè, film che scandalizzò Cannes nel 2002 per lo stupro subito da Monica Bellucci: una scena di dieci minuti senza stacchi di montaggio in cui l'attrice italiana subisce una violenza in un sottopassaggio. Una nota sul programma ufficiale del festival avvertiva: «Il film contiene scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni spettatori». Oggi, il #MeToo non lo farebbe neanche produrre, probabilmente.
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