Dopo aver penetrato la fortezza della Zecca spagnola la banda del Professore è andato a infilarsi nell'ancor più blindato Banco de España, dove si conserva l'oro di tutto il paese, una missione impossibile, pericolosissima, un piano praticamente suicida che ha già avuto i suoi effetti.
Abbiamo lasciato Nairobi che lotta fra la vita e la morte (e tutti i fan della serie tengono il fiato sospeso), il professore convinto della morte di Lisbona, ma la banda dovrà trovare la forza per uscire dall'incubo in cui si è infilata per liberare Rio, arrestato dalla polizia e turturato dall'ispettore senza morale Alicia Sierra che, a dispetto del suo stato di inoltrata gravidanza, è il vero cattivo della serie. La banda sta affrontando uno dei momenti più difficili di sempre e la presenza di un nemico tra i suoi stessi ranghi ostacola seriamente la riuscita del colpo.
Dal 3 aprile su Netflix La casa di carta 4 è pronta a concludere questa nuova avventura, l'attesa è alta per questa saga che rimane incontrastata come la serie non in lingua inglese più vista della piattaforma. Si pensava che la quarta stagione potesse essere quella finale ma invece Itziar Ituño, l'attrice che interpreta l'affascinante ispettrice Raquel Murillo diventata per amore la rapinatrice Lisbona, ha lasciato aperta la speranza in un'intervista con El Pais: "Le persone vogliono che vadano bene. È un colpo bellissimo. E questo è diventato un fenomeno. Stiamo girando la quarta stagione e il mio fiuto mi dice che non finisce qui".
Protagoniste dello scontro saranno proprio le due poliziotte, una Eva contro Eva e Rachel dovrà decidere da che parte stare perché la polizia spagnola ce l'ha in pugno e ha una proposta indecente: "ti offro la libertà - dice Sierra mostrando le foto della figlia - altrimenti finisci in galera per trent'anni".
D'altronde è sempre valido quello che diceva il creatore della serie, l'autore spagnolo Álex Pina: "La serie gioca apertamente con l'etica e con il continuo oscillare tra bene e male e mette lo spettatore in un'empatia diversa a seconda dei momenti e delle scelte dei personaggi - spiegava al debutto della seconda stagione - Abbiamo lavorato molto con un materiale sociale di grande attualità: lo scetticismo e con un sentimento diffuso in questo momento: la delusione.
Delusione nei confronti del nostro governo, della banca centrale, con la politica sui migranti, sul commercio, sulle tematiche ambientali. Sarà colpa della crisi del 2008 o della sfiducia nei confronti del sistema ma la delusione ha generato una mancanza di speranza in molte generazioni, per questo la serie ha trovato tanta adesione. È Davide contro Golia e lo spettatore sta sempre dalla parte di Davide".
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