Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per “la Stampa”
Un collettivo di atleti queer entra nello stadio Olimpico di Atene per onorare quelli che, da sempre, sono stati esclusi dal podio dei vincitori: «Immagini di ieri e di oggi – spiega la regista tedesca Julia Fuhr Mann – riscrivono la narrazione sportiva ufficiale, offrono una visione queer, oltre le convenzioni, oltre le etichette, e le categorie». Il film si intitola Life is not a competition, but I'm winning e fa parte del cartellone della 38esima edizione della Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela alla Mostra di Venezia, con l'obiettivo puntato, come sempre, sul cinema degli esordienti:
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Accanto alla vetrina dei lungometraggi, aperta da God is a woman di Andreas Peyrot, storia di un film perduto e recuperato, realizzato a Panama sulle tradizioni del popolo Kuna dove le donne sono sacre, brilla quella dedicata ai corti che, oltre a ospitare Incontro di notte, dieci minuti girati nel 1960 da Liliana Cavani che, quest'anno alla Mostra, riceve il Leone d'oro alla carriera, promette sorprese e rarità. Tra queste De l'amour perdu, il corto prodotto da Paolo Sorrentino e Daniela D'Antonio per Numero 10 con Simone Gattoni di Kavac Film, in cui Lorenzo Quagliozzi (stagista durante la realizzazione di The New Pope e poi di nuovo sul set di Esterno notte) descrive, nella Francia occupata dai nazisti, la storia di una giovane monaca con «il cuore diviso tra Dio e l'Amore».
de l'amour perdu de l'amour perdu
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de l'amour perdu de l'amour perdu