Giovanna Vitale per “la Repubblica”
il cavallo della rai di viale mazzini
Il primo tassello della nuova Rai targata Meloni dovrebbe andare a posto nell'arco di una settimana, dieci giorni al massimo. È il tempo che Fratelli d'Italia ha dato all'amministratore delegato Carlo Fuortes per sostituire il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, entrato a far parte della squadra di governo.
L'interim, affidato al vice Carlo Pilieci, potrebbe in realtà durare tre mesi, scavallare Natale e arrivare a ridosso della "rivoluzione conservatrice" che si abbatterà sugli assetti della Tv di Stato all'inizio dell'anno prossimo, ma la presidente del Consiglio non ha alcuna voglia di aspettare.
Sulla tolda del notiziario cadetto intende piazzare subito il vicedirettore del Tg1 Nicola Rao (o in alternativa il numero 1 di Rainews Paolo Petrecca) «in funzione di riequilibrio, visto che il primo partito del Paese è totalmente assente dal Cda e dai vertici del servizio pubblico», spiega chi per lei sta seguendo da vicino il dossier. «C'è un problema di compensazione e di pluralismo che va risolto in tempi brevi».
Al momento, infatti, FdI è fuori sia dal Cda sia dalle posizioni apicali di Viale Mazzini. Quasi tutte occupate dall'ex maggioranza d'unità nazionale, oltre che dai tecnici d'area draghiana, che a suo tempo ne fecero man bassa escludendo l'unica forza d'opposizione. Assetto che, con tutta evidenza, non può durare a lungo.
E sebbene Meloni non abbia ancora avuto modo né tempo per metterci la testa - la sola volta che ha incontrato Fuortes è stata prima dell'estate, a una cena a casa di Bruno Vespa, poi non si sono più sentiti - la Rai resta una delle sue priorità: da sempre sismografo di ogni mutamento politico e dunque destinata a cambiare in base alla nuova geografia del potere. Da cui emerge che FdI non è solo il primo partito in Parlamento, ma pure largamente in vantaggio sugli alleati, specie la Lega, che andrà ridimensionata. Come il centrosinistra, al quale resterà poco o nulla.
Senza fretta, però. La linea della premier è evitare strappi. Per cui, salvo cataclismi, nessun avviso di sfratto verrà notificato al capo azienda: sarà lui a fare un passo indietro, se vorrà. Tutt' al più gli verrà affiancato un direttore generale nella persona di Giampaolo Rossi, l'ex consigliere fedelissimo della premier che, se succedesse adesso a Fuortes - almeno finché la legge non subirà modifiche (ma c'è già chi ci sta pensando) - potrebbe restare al vertice Rai solo per un anno e mezzo, fino alla scadenza naturale del Cda, così come imposto dal limite dei due mandati consecutivi. Tandem che consentirebbe a FdI di mantenere una certa continuità con la gestione Draghi e d'iniziare contestualmente a ridisegnare il Servizio pubblico a immagine della nuova destra.
Quel che si prospetta è un autentico terremoto. L'obiettivo principale di Meloni è difatti il Tg1, mai fin qui appaltato agli eredi dell'Msi. L'idea, non appena l'attuale direttrice avrà trovato una sistemazione adeguata al suo curriculum, è promuovere Nicola Rao, che dal Tg2 rientrerebbe alla casa madre. Ma solo se Monica Maggioni otterrà o un programma d'approfondimento in prima serata (ipotesi tuttavia complicata: Vespa è in fase di rinnovo di contratto per due anni e ha tre seconde serate a settimana, resterebbero liberi solo il lunedì e il venerdì) oppure l'ufficio di corrispondenza di New York.
In tal caso il Tg2 tornerebbe alla Lega, con Angela Mariella (favorita su Roberto Pacchetti in quanto donna) in arrivo da Isoradio, dove invece approderebbe Giuseppe Carboni (in quota 5S) che verrebbe risarcito dopo la defenestrazione dal Tg1 a opera del governo Draghi.
C'è però chi dice che Salvini, avendo già Casarin alla testa della TgR, potrebbe dover cedere il Tg2 a Forza Italia: avanzerebbe perciò Antonio Preziosi da RaiParlamento, con Carboni pronto a sostituirlo. Al Tg3, forte di ascolti in crescita e rapporti trasversali, Mario Orfeo resterebbe a presidio dell'ultimo fortino della sinistra. Mentre Petrecca, finora unico direttore di FdI, manterrebbe la guida di RaiNews. Antipasto della grande abbuffata che, a inizio anno, interesserà la guida dei Generi.
MARIO ORFEO - IL PATRIARCA KIRILL DEL PD (COPYRIGHT PAOLO MIELI) - FOTOMONTAGGIO VERITA E AFFARI
A febbraio, quando Antonio Di Bella andrà in pensione, alla cloche dell'Approfondimento giornalistico sbarcherà il vice Paolo Corsini. Al Day Time scalda i motori Angelo Mellone, che subentrerebbe a Simona Sala (da tempo in sofferenza), diretta al coordinamento dell'offerta informativa in sostituzione della pensionanda Giuseppina Paterniti. E così, dopo il governo, i Fratelli sono pronti a prendersi pure la Rai.
IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI ALLA CAMERA PER LA FIDUCIA mario orfeo GIUSEPPE CARBONI GIORGIA MELONI - PRIMO DISCORSO ALLA CAMERA gennaro sangiuliano gennaro sangiuliano al quirinale con la moglie federica corsini federica corsini gennaro sangiuliano GIORGIA MELONI AL CONSIGLIO DEI MINISTRI