Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Ha ragione chi sostiene che l' ingenuità di Greta Thunberg non deve far velo alla sua protesta, che a 16 anni si ha anche il diritto di essere inesperti se le intenzioni sono nobili e preziose, che l' emergenza climatica è un tema che va preso sul serio.
Prendere sul serio Greta significa anche evitare le facili ironie, le scemenze ottuse e vili, la poetica del «mondo salvato dai ragazzini», gli opportunismi pelosi. Approfittando delle manifestazioni internazionali per il «Global Strike for future», Mario Tozzi si è fatto ospitare in tutte le trasmissioni possibili per reclamizzare un suo programma «Sapiens, un solo pianeta» (Rai3, sabato, ore 21,45). Tozzi non si comporta da ricercatore scientifico (è «primo ricercatore presso l' Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche»), ma sembra piuttosto un agitatore (al Cnr godono di molto tempo libero, visto che Tozzi è sempre in video o alla radio?).
Calca l' accento sull' emergenza climatica come fosse un ragazzino, non misura le parole come fa, per esempio, il prof. Franco Prodi, climatologo di fama internazionale ed ex direttore dell' Istituto di Scienze dell' Atmosfera e del Clima del Cnr (che esistano due Cnr?). Prodi si dice contento che le nuove generazioni si rendano conto della gravità del problema ma sostiene che «la conoscenza scientifica del sistema clima è ancora molto incompleta, e non è in condizione di consentirci di fare quelle previsioni che oggi ci vengono proposte come tali ma che in realtà sono solo degli scenari». Così ragiona uno scienziato.
Se si potesse fare un Blob di tutti gli interventi che Tozzi ha fatto per lanciare il suo programma, difficilmente vi troveremmo la figura del ricercatore mosso dall' urgenza di contrastare il deterioramento ambientale. Vi troveremmo solo l' ideologo Mario Tozzi, l' Alfonso Pecoraro Scanio della tv.