Estratto dell’articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera”
«Io sono l’unico comico di destra». Di destra sicuro, sul comico forse c’è qualche dubbio. Perché certe battute di Andrea Pucci non rientrano nell’alveo del politicamente scorretto, ma del comicamente nullo. Tipo quelle rivolte a Elly Schlein di cui prende le foto venute così così e poi aggiunge: «Già che ci sei dentista e orecchie no? Ridicola».
Oppure: «Alvaro Vitali e Pippo Franco insieme». Il ventaglio della sua «ironia» però è ampio. Spazia dal sessista all’omofobo come quando in un suo spettacolo si chiedeva se a Tommaso Zorzi (ex vincitore del Grande Fratello) il tampone per il Covid lo facessero «nel cu**». Tranquilli, ne ha anche per i neri: «Che vi fate a fare i tatuaggi? Tanto non si vedono».
Va detto che a teatro ha il suo seguito di fedelissimi, tante date sold out da Nord (soprattutto) a Sud con la sua comicità da maschio bianco eterosessuale. Qualcosa di vicino al boomer. Ma c’è a chi piace, come quando guarda il pubblico e si rivolge a una signora: «Chiuda le gambe che si vede la bustina del té». Gli spettatori ridono, ma magari è solo un esperimento sociale.
Eccolo il comico che dà lustro alla città di Milano, tanto da essere premiato con l’Ambrogino d’oro («un onorificenza per me», ha scritto, senza apostrofo, su Instagram) grazie all’onorevole Silvia Sardone (quota Lega) che lo ha proposto secondo logiche di merito o forse clientelari (come sostiene il sindaco Beppe Sala). «Sono onorato, lusingato e fiero» ha detto Andrea Pucci […]: «Si crede che l’intellettualità della comicità (dice proprio così, ndr ) sia solo di sinistra, ma non credo sia giusto. La comicità è far ridere indipendentemente dal colore politico».
Premio di miglior artista del Festival dei Ruderi di Cirella 2023, Andrea Baccan (il suo vero nome) è nato a Milano il 23 agosto 1965. Prima tabaccaio nel negozio di famiglia, poi gioielliere, quindi la svolta da comico. I suoi numi tutelari sono la Valtur, Tiberio Timperi e Pippo Franco. La prima perché gli apre le porte come animatore dei viaggi turistici; il secondo perché lo nota a una cena e poi lo presenta a un autore della trasmissione La sai l’ultima? dove partecipa come barzellettiere; il terzo perché si inventa il cognome d’arte, Pucci, «il ganassa», uno dei personaggi milanesi delle sue barzellette.
[…] La scuola non era il suo, si è diplomato in Ragioneria ma ci ha messo 7 anni: «Ho ripetuto la terza e la quarta classe. In terza siccome facevo confusione la prof d’inglese mi rimproverò, lanciai il libro e mi sospesero». Un’esperienza che lui stesso ha definito così: «Ero uno scemo». E chi siamo noi per contraddirlo...
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