LA VENEZIA DEI GIUSTI - DIVISIVO COME TUTTI I FILM DI LUCA GUADAGNINO, “QUEER” NON È STATO TRATTATO BENISSIMO DALLA STAMPA ITALIANA, MA È MOLTO PIACIUTO AI CRITICI INTERNAZIONALI, CHE È POI LA COSA CHE CONTA SE PUNTI AGLI OSCAR E AGLI INCASSI - "INDIEWIRE": "DANIEL CRAIG È STRAZIANTE NEL PROFONDO CALEIDOSCOPIO DI AMORE NON CORRISPOSTO, DIPENDENZA E AYAHUASCA. CONTIENE LE SCENE DI SESSO GAY PIÙ ESPLICITE CHE RIESCO A RICORDARE IN UN FILM MAINSTREAM” – PER “VARIETY” “È UNA STORIA TAGLIENTE DI DIPENDENZA MA ANCHE UNA STORIA D'AMORE...” - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Piaciuto? Non piaciuto? Divisivo come tutti i film di Luca Guadagnino, “Queer”, pur accolto benissimo ieri sera in sala, non è stato trattato benissimo dalla stampa italiana, due stelle su Repubblica (ohibò), tre sul Corriere, malmenato da Il Fatto e da Domani, ma è molto piaciuto ai critici internazionali, 84% di gradimento su metacritic e 80% su Rotten Tomatoes, che è poi la cosa che conta se punti agli Oscar e agli incassi.

 

daniel craig in queer daniel craig in queer

 “Daniel Craig è ipnotico nel dramma erotico di Guadagnino” leggo sul “The Guardian”, 4 stelle. 4 stelle anche per il “Financial Times”. Indiewire scrive: “Daniel Craig è straziante nel profondo caleidoscopio di amore non corrisposto, dipendenza e ayahuasca”: Scrive anche che contiene "le scene di sesso gay più esplicite [tra Daniel Craig e Drew Starkey] che riesco a ricordare in qualsiasi film mainstream". E, ancora, “Guadagnino e Craig hanno fatto un capolavoro”.

 

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Per “Variety” il film “È una storia tagliente di dipendenza ma anche una storia d'amore, in cui Craig, inseguendo l'oggetto del desiderio Drew Starkey, infonde in Burroughs una vulnerabilità vincente” dice Variety. “Daniel Craig centra lo spirito sardonico dello scrittore William S. Burroughs nel superbo adattamento letterario di Luca Guadagnino”. Per il Telegraph, che gli dà 5 stelle, Daniel Craig “è superbo nello splendido film che segue Challengers di Luca Guadagnino”.

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Per David Rooney di “Hollywood Reporter”: “È difficile pensare a un regista più ideale di Guadagnino per esplorare la queerness, la sensualità e il terreno mutevole dell’ebbrezza romantica, e ha trovato in Daniel Craig il perfetto compagno di viaggio. Diverso il commento di Kevin Maher del “Times”: “Visivamente è accattivante, ovviamente, perché Guadagnino non fa film brutti. Ma è difficile spiegare quanto poco, drammaticamente parlando, stia accadendo qui”.

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