Marco Giusti per Dagospia
Ieri mattina l’allegra brigata dei critici, me compreso, che si preparano a sbarcare al Lido di Venezia per il 90° Festival del Cinema, con tanto di sveglia alle 6 – 6, 30 per essere pimpanti alle 7 per la corsa al biglietto-on-line, sono rimasti cinque ore appiccati in mutande al computer e smartphone a smadonnare davanti a un sito per biglietti, Vivaticket, ma era più Mortoticket, che non funzionava affatto.
SISTEMA DI PRENOTAZIONE BIGLIETTI MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Un crash totale, come a Cannes, che ci dà un incredibile benvenuto al Lido, “pessimo posto pieno di zanzare e di critici” lo definiva Dino Risi, e ci apre a scenari terribile i prossimi giorni. Perché se si devono vedere i film della mattina non si può certo passare ore di fronte al computer a cercar biglietti.
“Ho visto più lo schermo dello smartphone che quello delle sale”, mi disse un vecchio critico a Cannes lo scorso maggio.
Non vorrei che andasse così anche a Venezia con tutto quello che si spende per gli alberghi, per arrivarci e per mangiare male nei ristoranti.
Francamente non capisco né il sistema dei biglietti-on-line, ridateci le file come è sempre stato!, né il fatto che si debba scegliere tre giorni prima cosa vedere. Io non so se avrò un buco di visione fra quattro giorni. Non posso programmare tutto prima. I film si vedono, si discutono, si capiscono. Li puoi perdere e recuperare. C’è bisogno di tempo per digerire tutto, un tempo che ormai non esiste più.
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA - 2022
Mi sembra che questo sistema, come tante altre cose, dimostrino che i Festival, ammesso che servano a qualcosa a parte far incassare i gestori degli alberghi e fare le anteprime per i film degli Oscar o riempire le sale con gli amici dei registi con film italiani che nessuno vedrà una volta distribuiti, non hanno gran rispetto per critici e giornalisti. Giovani e vecchi che siano.
Perché è vero che non puoi obbligare un critico anziano a una sveglia assurda per farsi i biglietti assieme al caffè e non capirci praticamente nulla dei sistemi sballati di Vivaticket, ma non puoi neanche farci fare a tutti le corse al posto in questo modo. Allora tagliate critici e stampa. A che vi servono? Fate pagare il biglietto a tutti e stop.
E’ più chiaro. Tanto il sistema cinema, in Italia, non esiste più. Gli uffici stampa spesso e volentieri non sanno assolutamente nulla di dove uno scriva e pensano spesso che solo i vecchi giornali servano a qualcosa. Ma quanti lettori hanno i giornali oggi? Probabilmente sono gli stessi lettori che poi vanno a vedere “Nostalgia” o “Qui rido io” di Martone o il film di Gianni Amelio su Braibanti perché hanno letto l’Aspesi che intervista il regista. Un pubblico di vecchi, insomma.
Detto questo, se domattina, quando tutti i critici saranno in viaggio o l’1 mattina, quando dovremmo essere tutti in sala a vedere i film, tornasse il problema del crash del sistema biglietti-on-line, come era accaduto a Cannes, staremo davvero cinque ore ad aspettare che si sblocchi perdendo film? Chiusi in alberghi che non paghi meno di 300-400 euro…