Marco Giusti per Dagospia
WIN WENDERS - LES BEAUX JOURS D ARANJUEZ
Mah. Bella dormita stamattina a Les Beaux Jours d'Aranjuez, sofisticata piece di Peter Handke messa in scena in 3D da Wim Wenders. I tempi sono passati per tutti. Meno per le canzoni di Lou Reed che si sentono da un juke box d'epoca, Wurlitzer ovviamente, un bel po' per un Nick Cave che sembra uscito dal Museo delle Statue di Cere che suona al piano, e parecchio per questo dialogo misterioso su sesso razionalita' irrazionalita' tra un baffuto Fernando, Reba Kateb, e la piu' scatenata Soledad, Sophie Semin. "Flores para Los muertos".
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A metterli in scena i due personaggi e' uno scrittore con una macchina da scrivere Olympia con pochissima voglia di lavorare. Nella sua villa di campagna, di fronte a Una bottiglia di limonata si materializzano i personaggi in cerca di dialogo. Incelofanato in un 3D artistico un po' inutile, questa operazione nostalgia Wenders-Handke e' piaciuto ai piu' fedeli cinephiles cresciuti con i loro grandi titoli.
Un po' meno agli altri, spiaggiati in sala dai dialoghi di Handke. Magari a Sam Mendes piacera', ma francamente sembra un po' antico. Dalle storie di sesso di Soledad e Fernanda, con Arrival di Denis Villenueve, il regista di Sicario, si passa agli alieni polipoidi, anche un po' spermatozoi, che atterrano nel Montana con un'astronave a forma di grande cozza nera o di vagina gigante. Gli alieni a otto tentatocoli e nessuna faccia si esprimono con rumori assurdi.
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Cosi' l'esercito, cioe' un colonnello nero interpretato da Forrest Whitaker, si rivolge alla dottoressa di Berkeley, la grande Amy Adams, studiosa di lingue piu' o meno antiche. Sara' lei, assieme a uno scienziato di Palo Alto, Jeremy Renner, a comunicare con i due alieni del Montana.
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Ma comunicheranno a segni, tramite una scrittura-spruzzo molto artistica che i due alieni, ribattezzati nel film Abbott e Costello, fanno uscire dai tentacoli. La prima aperta con Amy Adams che scopre come comunicare con gli abitanti della cozza gigante e' notevole, la seconda, con la scoperta che sara' lei la vera arma segreta in mano agli esseri umani e la trasformazione in film pacifista con troppe influenze malickiane convince meno.
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Troppa musica, del notevole Johan Johansson, lo stesso genio di Sicario, troppi viaggi nel tempo, troppi frullati di Malick. Ma, rispetto al polpettone di Cianfrance, e' piu' riuscito e offre un gran ruolo a Amy Adams. Il tutto e' sceneggiato e prodotto da Eric Heissener, responsabile dei remake di Nightmare e de La cosa, e tratto da un romanzo di Ted Chiang. Da Barattaland e' tutto.