Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, ho conosciuto Maria Teresa Meli quando era ancora una giovane e debuttante cronista politica. Tanti anni fa. Figurati se non firmerei alla velocità della luce l’appello che tanti giornalisti hanno sottoscritto in suo favore, e contro l’Ordine dei giornalisti che ha minacciato di sanzionarla per avere Maria Teresa detto che “l’Ordine dei giornalisti andrebbe sciolto nell’acido”.
Un pensierino facile facile, semplice semplice e che come tutti i pensieri uno ha il diritto di esprimere se vuole e quando vuole. A che cosa serva in Italia l’Ordine dei giornalisti è domanda cui nessun essere vivente saprebbe rispondere. Nessunissimo.
Purtroppo non posso mettere la mia firma accanto a quella di tanti valorosi colleghi, perché una decina d’anni fa sono stato cancellato dall’Ordine dei giornalisti, ossia dall’albo di chi ne fa parte. Era successo che in ragione di una mia comparsata in una pubblicità televisiva quelli dell’Ordine mi avessero molestato, e non è che quanto a fastidio fosse una molestia inferiore a, che so?, una molestia sessuale.
Risposi per lettera che ero “un autore di qualità” e che con loro non volevo perdere un solo minuto del mio tempo. Mi risposero con una lettera a due firme con cui mi comunicavano che mi avevano messo fuori dall’Ordine, con cui mai un solo minuto avevo avuto a che fare durante trenta anni di professione, e non di uno di loro conoscevo il nome e il soprannome.
Adesso, a non poter sottoscrivere l’appello in difesa di Maria Teresa, è la prima volta in dieci anni che mi dispiace non far parte di quell’albo. Ti abbraccio, Maria Teresa, e ricordo con affetto la volta che tu e un tuo amico siete venuti a cena da me.
Giampiero Mughini