Estratto dell’articolo di Chiara Ugolini per “la Repubblica”
Cinque “bucaniere” americane nella Londra del 1870, figlie di imprenditori, che sbarcano nell’Inghilterra aristocratica del mercato matrimoniale. Sono piratesse nello sguardo complice di Edith Wharton, prima autrice a vincere il Pulitzer per L’età dell’innocenza. […] The buccaneers è una serie su Apple tv+, l’antitesi della saga di Shonda Rhimes sebbene i temi siano gli stessi, stessa l’epoca e l’approccio contemporaneo.
[…] Le cinque fanciulle arrivano in Inghilterra, grazie al matrimonio di una di loro con un Lord, insieme alle madri (strepitosa quella di Christina Hendricks, la rossa di Mad men) e un’enigmatica governante, partecipano al ballo delle debuttanti, quello che ormai tutti conosciamo grazie a Bridgerton: gli abiti bianchi, la piuma in testa.
Diversa però è la matrice letteraria, sebbene sempre di feuilleton si tratti, quello di Wharton è un racconto contemporaneo in cui l’autrice trasla la sua esperienza personale nella cosiddetta “aristocrazia del denaro” in cui è cresciuta. Diverso è l’elemento di romanticismo; ogni stagione di Bridgerton ha per protagonista una coppia, molte sono le difficoltà da superare ma che l’amore trionferà è certo; per Wharton, invece, tutto è meno scontato e più realistico. E poi c’è la colonna sonora.
A realizzarla è stato chiamato un duo di professionisti: il veterano music supervisor Matt Biffa (a lui si deve O children di Nick Cave in Harry Potter e i doni della morte) e la produttrice musicale Stella Mozgawa.
[…] è nato il binomio tra la canzone di Taylor Swift Nothing new e la sequenza in cui le giovani debuttanti scendono le scale, ognuna con il proprio numero, come a una fiera del bestiame.
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