VIDEO! A “CHE TEMPO CHE FA” FABIO FAZIO FA "SUDARE" NANNI MORETTI: “DIRESTI ANCORA A D’ALEMA DI’ QUALCOSA DI SINISTRA? LA RISPOSTA DEL REGISTA: "SUDO, SUDO" - "IL NUOVO FILM? BASTA CHE NON SI DICA CHE È UN TESTAMENTO. FARE SERIE TV? IL PROBLEMA È CHE IO MI PRENDO MOLTO TEMPO PER GIRARE, INVECE QUELLE GALOPPANO” - I CORTI DI DEBUTTO DI NANNI TRA CIOTTI, BONGIORNO, SEDUTE SUL WATER E (GIUSTE) DOMANDE A UN VECCHIO SINISTRATO: “CHE CI FREGA A NOI DEI DESIDERI DELLE MASSE?” – VIDEO

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Estratto dell'articolo di Michela Tamburrino per “la Stampa”

 

nanni moretti nanni moretti

Essere Nanni Moretti. Tutto inizia con Ecce Bombo, poi Sogni d'oro, La messa è finita, Palombella Rossa, Caro Diario, Aprile, La stanza del figlio, Habemus Papam e tanto altro. Nanni Moretti arriva a Che tempo che fa, il rotocalco di Rai3 condotto da Fabio Fazio, accolto come fosse il grande vecchio del cinema. Invece ha i modi di un ragazzo tranquillo e paziente. Presenta Il sol dell'avvenire che concorrerà per la Palma d'oro all'imminente Festival di Cannes.

 

Film molto morettiano?

«Mi sta bene, basta non si dica che è un testamento». Storia di un regista che sta preparando un film ambientato negli anni Cinquanta che parla di temi cari all'autore, della politica, di allora, del cinema, dei rapporti di coppia, di psicoterapia, una sorta di circo romantico. Il regista e il protagonista è Moretti che torna a due anni dal suo ultimo Tre piani.

 

Dice Moretti a Fabio Fazio che lo incalza con «Sei diventato il tuo alter ego?».

E Moretti: «Ora sono più in ascolto. Il film ha avuto una lunga genesi. Anni fa ho cercato di scrivere un film ambientato nel 1956 e non è venuto. Poi ho girato Tre Piani dunque ho ripreso l'idea che però è solo una parte del film. Mi è piaciuto raccontare la storia di un regista che vuole girare quel film ambientato in quell'anno, l'anno dell'invasione sovietica dell'Ungheria. Giovanni non è un regista in crisi, anzi ne sta girando tre di film, tre film in uno e uno si avvicina al musical con canzoni italiane».

nanni moretti nanni moretti

 

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Dice Fazio: «"Dì qualcosa di sinistra", oramai sembra appartenere a svariate ere fa». Moretti non concorda: «Perché? Molti elettori lo avrebbero detto negli ultimi anni. Forse non ora». Moretti regalando un dolore ai suoi seguaci, ha abbandonato la Vespa storica per un monopattino contemporaneo. «Non è proprio così, l'ho usato per il film. La Vespa di tanti film ora è in pensione al Museo del Cinema di Torino. Però ne ho un'altra».

 

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Sguardo ironico e, nel suo film, un tributo su tutti, a Federico Fellini, al suo amore per il circo e alla Dolce Vita. Perché Moretti frequentava i set del Maestro: «Ogni tanto ci andavo, i suoi set erano un gran casino che lui alimentava». Domanda marzulliana di Fazio, «Il cinema ci aiuta a dire delle verità?». E Moretti: «Il cinema ci aiuta a ragionare sulla realtà e a sognare e se i sogni si realizzano, meglio sognare cose belle». Per finire, una impensata apertura: «Potrei fare serie tv il problema è che io mi prendo molto tempo per girare, invece quelle galoppano». Chissà, ora debutterà in teatro, altro tabù abbattuto e magari il prossimo passo lo vedremo in televisione.

 

 

 

COM’ERA NANNI PRIMA DI MORETTI

Estratto dell'articolo di Alberto Anile per “la Repubblica”

 

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Il nuovo film di Nanni Moretti, Il sol dell’avvenire, esce fra pochi giorni, il 20. Il primo, pochi lo sanno, è del 1973, cinquant’anni fa esatti, realizzato a diciannove anni. Moretti comincia a pensare al cinema appena finito il liceo Classico e archiviato un brevissimo tentativo teatrale. Vende la collezione di francobolli, compra una cinepresina super8 (costo: 100 mila lire), raduna amici e parenti e comincia a riprendere una manifestazione di metalmeccanici, alla quale in colonna sonora mette come contrappunto le chiacchiere di Mike Bongiorno a Rischiatutto e una radiocronaca di Sandro Ciotti. Moretti è subito anche attore, nel ruolo di un giovane di sinistra in crisi politica, cogitabondo a farsi beffe degli slogan di partito: «A me, delle future generazioni, che me ne frega?». Poi, a un militante più ortodosso di lui: «Ma siamo seri, ma che ci frega a noi dei desideri delle masse?», e si becca uno schiaffone.

 

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Questo primo filmetto viene chiamato La sconfitta, titolo piuttosto sorprendente per un esordiente di belle speranze.

 

Il secondo corto, Pâté de bourgeois, viene girato praticamente insieme, stavolta ironizzando sul cinema underground e sull’universo borghese: chiuso in bagno, seduto sul water, monta e rimonta una cinepresa sul treppiede ricevendo le visite di personaggi improbabili (un saccopelista, una donna che cerca un libro per un bambino di otto anni, un giocatore di baseball). E quando Fabio Traversa gli chiede cosa ci faccia in bagno, lui risponde sardonico: «È un simbolo!».

 

nanni moretti il sol dell avvenire 1 nanni moretti il sol dell avvenire 1

La realizzazione è casereccia ma Moretti è già riconoscibilissimo e in anticipo su se stesso: ecco l’amarezza frizzante di Ecce bombo, lo sguardo documentaristico di Caro diario, la perplessità autocritica di Palombella rossa. I due corti (26 minuti l’uno) vengono presentati nel giugno 1973, in una libreria del quartiere romano di San Lorenzo. Moretti li mostra in tutte le occasioni che trova; se li porta dietro anche a Venezia, sperando in un dibattito al quale partecipano in pochissimi. L’anno dopo gira ancora un altro film, stavolta di 52 minuti, parodia in costume dei Promessi sposi, realizzata fra le mura di casa e il lago di Bracciano.

 

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