Cosa sta accadendo al Tg1 diretto da Giuseppe Carboni? Sembra che il clima sia rovente. Ardente. Proprio come i carboni. Ecco i fatti. Pochi giorni fa Francesco Giorgino - uno degli storici conduttori del primo telegiornale Rai - ha condotto lo speciale sul Coronavirus. E da voci giunte alle nostre orecchie sembra che il direttore Carboni si sia precipitato in regia urlandogli disposizioni e richiami nell’auricolare, mettendo a dura prova l’aplomb del giornalista pugliese (colonna portante del primo Tg Rai e gode da sempre della massima considerazione aziendale).
Dopo la performance di Giorgino - che ha tenuto incollati alla tv quasi 6 milioni di spettatori - il direttore del Tg1 avrebbe continuato ad attaccare verbalmente Giorgino. Una spifferata parla di una “rissa verbale” dai toni accesissimi tra Carboni e Giorgino. E la nostra fonte segreta aggiunge: “E’ accaduto davanti alla porta del direttore dove c’era uno degli ex conduttori del Tg1 che ha fatto da filtro, anzi da scudo per placare l’ira di Carboni contro Giorgino”.
Episodio particolare, che richiama un altro precedente. Un anno fa circa uno dei vicedirettori del Tg1, Angelo Polimeno Bottai, sarebbe stato aggredito verbalmente sempre da Carboni. “Sgomma, dimettiti dal Tg1”, avrebbe urlato il direttore, infastidito anche dal fatto che il suo vice chiedeva spazio adeguato nel Tg1 spazio anche per Giorgia Meloni. Gli strascichi di quella vicenda sono ancora ben visibili agli occhi degli addetti ai lavori: il rapporto tra il direttore ed uno dei suoi vice è incrinato. Anzi, appeso ad un filo.
Polimeno Bottai, tra l’altro, ha presentato dopo quell’episodio un esposto all’azienda Rai che ha aperto un’inchiesta interna. Il vicedirettore del Tg1 avrebbe consegnato prove registrate delle aggressioni subite più volte da Carboni che sono arrivate anche in Commissione di Vigilanza Rai. Ma ad oggi non si sa nulla. Tutto tace? Mistero numero uno.
Intanto, in questo clima infuocato, il Tg1 si è visto sopprimerete da oggi ben otto edizioni. Ovvero, quella delle 7, 9,9.30, 9.55, 16.30, Tg1 60 secondi e infine il Tg1 della notte. Una mossa inspiegabile in una fase di ascolti boom del primo telegiornale italiano. Al posto delle edizioni soppresse sono arrivate la fasce informative di Rainews (la testata giornalistica tutta notizie “non stop” diretta da Antonio Di Bella). Ma chi è il vero regista dell’operazione “cavallo di Troia”? Da una lettura attenta, sembrerebbe un laboratorio in cui il Tg1 diretto da Carboni (in quota Cinque stelle) lascia spazio a quello diretto da Di Bella (in quota Partito Democratico). Operazione, dunque, firmata dall’ad Salini, ma - dicono fonti ben informate - suggerita con insistenza dal segretario Usigrai Di Trapani che da tempo sarebbe fautore di un’espansione di Rainews.
Ci sarebbe un’altra indiscrezione, ancora una volta ben fondata: Carboni avrebbe chiesto alcuni giorni fa con insistenza all’ad Salini di avere più forza redazionale per “coprire” le edizioni del Tg1 durante l’emergenza Coronavirus. E Salini avrebbe così convocato i direttori delle testate giornaliste per comunicare un piano di riorganizzazione aziendale delle news. Cosa ha detto Carboni in quella circostanza? Si è sincerato che, finita l’ emergenza Coronavirus, quelle edizioni edizione soppresse torneranno al Tg1? Domande inquietanti, che agitato non poco la redazione del primo telegiornale