1- SANGUINETI: FICTION SU WALTER CHIARI PIENA DI INESATTEZZE
(ANSA) - "La società Casanova Multimedia e i funzionari Rai preposti allo sceneggiato hanno confuso la liberatoria dei parenti e degli amici con la sceneggiatura, e su questo hanno costruito un racconto dove di esatto non c'é nulla. L'elenco delle inesattezze volute e involontarie è infinito": questo il commento di Tatti Sanguineti, amico intimo e massimo esperto italiano dell'attore scomparso 20 anni fa, alla fiction di Rai1 'Walter Chiari - Fino all'ultima risatà, la cui seconda parte è andata in onda ieri.
Per Sanguineti, "i dispensatori delle liberatorie (il figlio, l'autista maestro di tennis manager, l'eterna fidanzata della giovinezza) capeggiati dall'onorevole Barbareschi, che ci mette dentro anche un film suo con Walter degli anni di Craxi, diventano i buoni, i veri amici di Walter contro il resto del mondo ostile e scroccone".
walter chiariA suo avviso "gli autori si sono limitati a pescare aneddoti e fatterelli a casaccio nel repertorio infinito di cose che Walter fece anche e soprattutto per la Rai, fra cui l'autobiografia che Walter fece con me, ‘Storia di un altro italiano' per Raitre. E poi hanno montato e rimontato tutto". Per Sanguineti, è una "grave alterazione della realtà dei fatti" "l'invenzione di un avvocato nel primo interrogatorio dopo l'arresto. Walter - spiega - fu interrogato dopo 27 giorni e ridotto in un regime di intimidazione e subordinazione psicologica totale".
Per Sanguineti inoltre la relazione con Alida Chelli "non avviene nel 1966 ma nel 1963". Anche Roberto Ciccolini, l'ex bambino del film ‘'Il giovedì'' di Dino Risi ('63), in cui Walter Chiari era un padre separato che cercava di avere un rapporto col figlio di 8 anni, contesta la fiction: "Sono state ricostruite intere scene del film, non è corretto". E parla di una "inesatta rappresentazione di fatti e avvenimenti, compresa la confusa rappresentazione del sottoscritto da bambino, confondendolo - conclude - per il vero figlio di Walter".
WALTER CHIARI INTERPRETATO DA ALESSIO BONI2- TATTI SANGUINETI: TUTTI GLI ERRORI DELLA FICTION BARBARESCHI, PRIMA PUNTATA
1- L'ARRESTO DI WALTER
- non avviene in Rai e nemmeno appena tornati dall'Australia. Tornano nell'estate del '69 Alida subisce il raschiamento. Nella terza stesura del copione, Walter veiniva arrestato sulla pista dell'aeroporto.
- È molto improbabile che Walter Chiari abbia dichiarato al momento del suo arresto di aver girato 92 film e di essere in procinto di girare il 93°.
- Nel primo interrogatorio subito dopo il suo arresto in una caserma della Guardia di Finanza, Walter non fu assistito da alcun avvocato. L'invenzione della presenza di un avvocato è una gravissima alterazione della realtà dei fatti. Nel corso dell'indagine furono commessi degli abusi totalmente incostituzionali. Il primo interrogatorio a Luttazzi e a Walter avvenne senza la presenza dei loro avvocati, e inoltre, questi interrogatori furono svolti dopo un regime di isolamento lunghissimo. Nel caso di Walter dopo 27 giorni. Walter fu ridotto in un regime di intimidazione e subordinazione psicologica totale, che contribuì a produrre una chiamata di correità in Luttazzi completamente innocente, sia dall'accusa di consumo che di spaccio.
Lelio luttazzi e walter chiari- Lo spacciatore chiamato Maurizio Pantanella che annuncia al telefono di aver lasciato
«i copioni» in albergo, si chiama in realtà Lelio Bettarelli, dettto «il formichiere». Il fatto che si chiamasse Lelio contribuì alla incriminazione di Luttazzi.
- La battuta che Walter fa per contestare l'accusa di spaccio e il suo non aver bisogno di denaro, «ma lo sa quanto io guadagno per una puntata di Canzonissima?», è una battuta improbabilissima sulle labbra di Walter che si vergognava dei soldi che guadagnava. In realtà il cachet della Canzonissima del '68, superava di poco il milione a puntata. Ovverosia 5 o 6 volte lo stipendio di uno statale. Era una somma molto modesta basata sull'inesistenza di concorrenza e su un regime di monopolio della Rai: «ma ‘ndo vanno questi?».
2- WALTER PUGILE
Walter su un ring nel 1948. L'ultimo match di Walter è dell'aprile del 1942. Pesava allora 54 chili. E aveva 18 anni. Era soprannominato «lo smilzo».
Sul ring lo vediamo accanirsi contro un avversario vinto. Un'altra cosa di cui Walter era assolutamente incapace. Era un pugile scientifico che considerava la boxe come una nobile arte
3- VALERIA FANTASY
Valeria Fabrizi (Verona, 1936) da lei convertito in 1938, nel 1948 ha 12 anni. È una maggorata che aveva esordito in Rivista nel 1954-'55, e diventa intima di Walter a partire dal 1959. In questa fiction è un personaggio tutto di fantasia. L'antagonista buona e perenne di tutte le donne cattive e passeggere di Walter. Vampire che «fanno sempre l'amore con sé stesse», in caccia di personaggi nuovi da spremere e buttare. La Eterna Fidanzata, la donna che gli vuole bene veramente, la moglie mancata che peccato! Un ruolo postumo a cui la vera Valeria Fabrizi segretamente aspira, sulla falsa riga della Milo fidanzata martire e segreta per 17 anni di Federico Fellini.
4- MAI OPERAI
Walter Chiari non è mai stato operaio all'Isotta Fraschini fra 16 e i 18 anni di età. Siamo all'inizio degli anni 40, dieci anni prima che il film Viale del tramonto di Billy Wilder celebrasse il marchio di questa automobile italiana. Fu aiuto magazziniere del fratello Osvaldo impiegato lì. Certamente non ebbe mai in mano il cannello di una fiamma ossidrica. Per un brevissimo periodo ebbe in mano una lima al reparto finissaggio. Non era da lui chiamare «Africa» un operaio meridionale. L'epiteto è preso a prestito da Rocco e i suoi fratelli. Rimbalzò ne I compagni e furoreggia oggi nel gergo post-terrunciello.
5- IL DEBUTTO
Il debutto di Walter su un palcoscenico nel ruolo di intrattenitore comico, avviene all'interno di una sgangheratissima rivistina a sostituire il comico assente. Siamo in una corrida chiamata il Quarto d'ora del dilettante all'Olimpia di piazza Cairoli, dove Walter dirà: «andavamo in sedici con dieci biglietti. È capitato anche che non ci facessero entrare nemmeno pagando tutti». La barzelletta del balbuziente incamerata nella fiction è la versione che presentò a Il musichiere nel 1958. Il vero sketch riproposto in una sorta di versione restaurata 25 anni dopo è la barzelletta del balbuziente che vuole una ghiacciata e si riduce a prendere 5 o 6 espressi. Nella versione del '42 si chiamava «caffè».
6- LEOPARDO
La scena con la Maresca che va a provinare Walter in fabbrica e lo graffia con una zampata di leopardo è il sommo della comicità involontaria. È vero che il leopardo è una delle pellicce più simboliche di quel periodo.
7- BANANA
La scena erotica con cui la soubrette Sophie Blondel inizia in questo improbabilissimo camerino Walter al suo vizio, è una scena con un personaggio non «liberato da una liberatoria». E che infatti si chiama Sophie Blondel anziché Maria Teresa Maresca, in arte Marisa Maresca. Una soubrette che aveva cominciato con Macario a 15 anni e che incarnò nel dopoguerra il massimo dell'appeal erotico consentito per l'offerta delle gambe e delle cosce, per le dimensioni dei «tre puntini» che coprivano sesso e capezzoli, e per
l'allusività dei costumi di scena. Un perizoma di banane finte. Sentiamo 5 volte la parola banana mentre avremmo potuto vedere quelle della Maresca.
8- TRAMPOLINO
L'Hotel delle isole Borromee di Stresa è in realtà l'hotel di Miss Italia dove la Bosè, sponsorizzata dai Visconti, vince nel 1947 il concorso. Qui è spostato sulla Maresca. La scena di Walter che si tuffa dal trampolino è ripresa da uno spot della brillantina Linetti girato nel '49-'50 e da una scena sul molo del Lido di Venezia che si vede in una Settimana Incom del 1955.
9- DE REGE
Molto discutibile è la messa in scena di un passaggio cruciale della vita di Walter Chiari. Che non è tanto la decisione di saccheggiare il magazzino di due comici morti e dimenticati, leggendari ma misteriosi e rimorsi, i fratelli De Rege, quanto l'invenzione di una spalla, di un attore brillante in grado di leggere le improvvisazioni e le follie di Walter: Carlo Campanini. In realtà lo sbarco nel repertorio dei De Rege, un cavallo di battaglia di Walter, divenne uno dei luoghi del suo degrado. In cui, ad un certo punto, parve che ognuno potesse fargli da spalla.
10- PRODOTTO OCCULTAMENTE DA GIANNI AGNELLI
Nello sceneggiato, la Bosè ha un incontro con Walter nei panni di una mummia egizia. Leggendo il ciak, il film sarebbe È l'amor che mi rovina, che è invece il primo film di Walter con Lucia Bosè prodotto occultamente da Gianni Agnelli e ambientato in casa Agnelli al Sestriere fra l'albergo e le piste da sci. Il film dove la Bosè fa la paleontologa si chiama Era lei che lo voleva. E Walter non fa mai la mummia. E Mario Soldati non è il regista di Era lei che lo voleva. Per reggere e dirigere Walter fu inventato un trio di registi: Girolami, Metz e Marchesi.
La paleontologa aveva delle visioni e la fiction Rai perde l'occasione per far vedere 5 o 6 travestimenti tipici del repertorio del Walter dell'epoca fra cui Hitler e Stanlio e Ollio.
11- NO AGHI
Dopo la rottura con la Bosè, Walter prende la roba da uno spacciatore. Si intravede nell'esterno notte una fialetta. Errore fra i più gravi. Walter aveva orrore dei vetri e degli aghi.
12- PRIMA RIVISTA
Grave è l'impapocchiamento sulla prima rivista televisiva di Walter, La via del successo, dieci puntate del 1958. Era naturalmente uno spettacolo in diretta, davanti a un pubblico che avrebbe avuto senso far vedere. Non c'era una regia con un vetro dietro e un pool di autori che fanno «occhei! Occhei!». Il jingle che si sente «Walter è Walter», è di 5 anni dopo.
13- SENZA SCARPE
È vero che la Gardner amasse togliersi le scarpe ed è vero al punto che questa sua mania è all'origine del film La contessa scalza. In alcune foto rubate alla coppia in un camerino di Cinecittà, lei appare scalza. L'assenza delle scarpe, nei codici della censura dell'epoca, è una sorta di disponibilità sessuale. Nel film con la Bosè Cronaca di un amore, uno dei film più innovativi e spinti dei primi 50, il ministero annota sul copione che Massimo Girotti deve tener le scarpe in tutta una scena che si svolge in una camera da letto.
14- AVA COME ANITA
Nella scena del night, Ava Gardner fa anche un po' quasi Anita, uno dei personaggi chiave della vita di Walter su cui Barbareschi risparmia.
15- PAPARAZZI
L'episodio dei punteruoli con cui fu bucata non la macchina di Walter ma una macchina della MGM messa a disposizione per Ava, è all'origine del famoso scazzo fra Walter e Tazio Secchiaroli. I paparazzi in agguato erano tre e agivano secondo tecniche e ruoli già sperimentati. Farli diventare qui un nuvolo non ha senso e toglie all'episodio quell'esattezza di cecchinaggio organizzato che aveva.
16- AVA E LUCIA
Nella scena con Valeria Fabrizi in cui Walter commenta la cronica ciucca triste di Ava Gardner (che in realtà non partiva mai prima del settimo Martini), Walter colloca un ricordo della villa di Kirk Douglas a Palm Springs. Quest'incontro avviene molto dopo, alla fine della tournée in America e Canada. E non c'era la Gardner. La lunghissima relazione planetaria con la diva americana non finì a Villa Borghese, ma fu un continuo tiramolla che ebbe un suo primo epilogo in Australia nel '59 perché la Gardner si offese per un famoso sketck sull'uso esagerato che Sinatra faceva delle pause. La relazione ebbe almeno due ritorni di fiamma: nel 1966 sul set de La bibbia a Roma e nel 1976 a Madrid. Più altre ed eventuali che ignoriamo.
Walter Chiari era convinto, con la Gardner come con la Bosè, che il tempo giocasse a suo favore. Desiderò ardentemente sposare la prima e fu una continua altalena con la seconda.
17- WALTER È IL FIGLIO DI UN BOIA FASCISTA
Gravissima l'alterazione cronologica della relazione con Alida Chelli. Non avviene nel 1966 ma nel 1963 all'epoca di una ripresa di Buonanotte Bettina, che fu un successo che Garinei&Giovannini non volevano mollare.
Con la Chelli, molto più giovane, molto libera e molto borghese, ci fu vera battaglia. Oltretutto il primo fidanzato della Chelli, Alberto Rosselli, era figlio di uno dei più celebri martiri del fascismo, Carlo Rosselli (il cui delitto è adombrato nel film Il conformista di Bertolucci, tratto da Moravia). Mentre Walter è il figlio di un boia. Anche il successivo fidanzato della Chelli, con cui Walter Chiari si trovò a incrociare la sua vita, era quanto di più lontano da Walter si potesse immaginare, impegnatissimo e di sinistra: Gian Maria Volontè.
Giusta la battita con cui Walter non lascia bere la fidanzata incinta, perché ha letto su American Scientific che il 10% della madre beona finisce nel feto. Questo, della purificazione, della rigenerazione, della documentazione scientifica, è un altro tema che la fiction perde.