Anastasia la fidanzata di Luca Sacchi: ''La droga non c'entra, c'entra l'amore''
1. LUCA SACCHI, SPUNTA IL TERZO UOMO. I PM: «FINANZIATORE FORNÌ I 70MILA EURO PER LA DROGA»
Nuovi elementi legati all'omicidio di Luca Sacchi. Potrebbe esserci un finanziatore, una 'terza persona' che ha fornito a Giovanni Princi e Anastasia i 70 mila euro che sarebbero dovuti servire all'acquisto di 15 chilogrammi di droga. Ne sono convinti i pm della Procura di Roma che indagano sul contesto in cui si è consumato l'omicidio di Luca Sacchi. I magistrati lo scrivono nella richiesta delle cinque misure cautelari di ieri. E su questo potrebbero concentrasi ora le indagini sull'omicidio avvenuto a Roma durante una compravendita di droga.
Anastasia, interrogatorio mercoledì. Potrebbe avvenire mercoledì, al più tardi venerdì, il primo confronto tra i magistrati che indagano sull'omicidio di Luca Sacchi e Anastasia, la fidanzata del 24enne indagata per il tentato acquisto di droga e ieri raggiunta dal provvedimento dell'obbligo di firma. La giovane potrebbe essere convocata in procura dal gip per essere ascoltata nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. L'atto istruttorio avverrà sicuramente dopo che il giudice avrà ascoltato i soggetti raggiunti da ordinanza cautelare in carcere. Martedì, infatti, sono fissati gli interrogatori di Marcello De Propris, il 22enne accusato, tra l'altro, di concorso in omicidio per avere fornito ai killer la pistola utilizzata per uccidere Sacchi, e Giovanni Princi, il pregiudicato amico intimo del personal trainer che secondo l'accusa avrebbe condotto la trattativa con i pusher per l'acquisto di 15 chili di hashish. Una trattativa in cui Anastasia «ha avuto un ruolo centrale». Per i pm lei e Princi «dimostrano, seppur con gradi diversi, di essere pienamente inseriti nel circuito della compravendita di stupefacenti».
«Da dove venisse, poi, il denaro, se raccolto dai giovani - mettono nero su bianco i pm - o proveniente da un finanziatore che li aveva assoldati (come più probabile), non si può affermare con certezza». Princi comunque «non è alla prima esperienza». Per gli inquirenti «è inserito stabilmente in contesti criminali, in passato aveva concluso altri acquisti - si legge nella richiesta della Procura - si da essere definibile cliente degli spacciatori indagati, preserva le sue relazioni criminali non offrendo alcun contributo alle indagini benché l'ucciso fosse un suo amico dai tempi del liceo».
2. LUCA SACCHI, I PM: ANASTASIA FREDDA E OMERTOSA, STA COPRENDO QUALCUNO
Michela Allegri e Giuseppe Scarpa per www.ilmessaggero.it
anastasiya kylemnyk. luca sacchi
Dolce, solare e mite oppure cinica e spregiudicata, affascinata dal sogno di fare una montagna di quattrini vendendo la droga, fino al punto di mentire spudoratamente agli investigatori quando le chiedono chi ha sparato al suo Luca. Per gli inquirenti, di fronte alla tragedia, Anastasia Kyleminyk fa una scelta spietata: «Preservare le relazioni criminali», non aiutare i carabinieri ad «assicurare alla giustizia - si legge nelle carte della procura - gli autori del delitto del fidanzato». È inafferrabile la personalità della 25enne ucraina. Compare nelle foto mentre sorride felice con il fidanzato. Per chi l’ha avuta alle sue dipendenze è la lavoratrice affidabile e seria ed anche, all’inizio, la vittima innocente: la ragazza che piange piegata sul corpo del fidanzato disteso sul selciato in agonia la notte del 24 ottobre freddato da un rapinatore.
IL PROFILO
A leggere le carte dell’inchiesta emerge, però, dell’altro. Il lato oscuro della ragazza ucraina, che appare omertosa, fredda e smisuratamente ambiziosa. Stregata dalla «prospettiva di facile arricchimento» attratta anche lei, come il resto della banda di cui fa parte, dal «mondo della malavita», sottolineano gli inquirenti.
Vuole incamerare una fetta importante di soldi dalla compravendita di una partita di stupefacenti. L’acquisto di marijuana a cui si adopera - emerge dalle carte dell’indagine - in prima persona. Mostra il suo zaino ai mediatori dei pusher, all’interno ci sono 70mila euro. Tanto che il magistrato la descrive in questo modo: «Ha agito con freddezza e professionalità nella gestione della trattativa». Il pm fa riferimento «all’incarico affidatole di detenzione del denaro ed anche alla «partecipazione alla delicata fase dello scambio» denaro - droga.
CINICA
La sua «freddezza» affiora anche quando gli investigatori la pressano, poche ore dopo la morte di Luca. Per lei si è trattata di una rapina. Fino ad oggi non ha fornito una versione differente e non si è mai presentata di fronte ai magistrati per raccontare quello che è realmente accaduto quella notte. Ci hanno pensato altri testimoni a demolire la sua versione. Tanto che gli investigatori sottolineano come il suo atteggiamento sia stato «sorprendente»: non ha collaborato «con gli organi investigativi» per «assicurare alla giustizia gli autori del delitto». Avrebbe tenuto questa condotta omertosa - ed è questa una tesi descritta nelle carte - per «preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale, dunque, non intende recidere i legami».
Tanto che alla fine il gip decide di infliggere la misura richiesta dal pm Nadia Plastina. L’obbligo di firma con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio perché «appare il rischio di reiterazione di delitti della stessa specie - sostiene la procura - di quelli per cui si procede».
Infine l’ultimo colpo di teatro di Anastasia. Ieri, il giorno in cui i carabinieri bussano alla porta di casa sua e l’accompagnano in caserma. Qui incrocia Giovanni Princi, l’amico di Luca, regista dell’acquisto della partita di droga. Lei lo vede, vuole aggredirlo ma non ci riesce: «Sei un maledetto è tutta quanta colpa tua», gli urla. Per la procura non è così. Anche lei ha la sua quota di responsabilità. D’altro canto anche la madre di Luca Sacchi è dello stesso avviso: «Vedendoti mentre ti portavano via - ha detto ieri la donna - pensavo a quanto ti amava Luca. Tu me lo hai fatto portare via. Devi dirmi quello che è successo».
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