(ANSA) - L'attivista cinese per i diritti umani in esilio, Teng Biao, è nel mirino del movimento MeToo dopo la denuncia di una giornalista di Taiwan, che ha affermato di aver subito violenza sessuale durante un viaggio di lavoro nel 2016. Lo riporta la Bbc. Biao, che dal 2012 ha lasciato la Cina e dal 2014 vive negli Stati Uniti, in una dichiarazione pubblica ha sostenuto che le accuse di violenza sono prive di fondamento. Ma si scusato con la giornalista taiwanese per un "corteggiamento maldestro", che a suo dire non comportò un'aggressione.
Secondo la versione della vittima, che ha preferito mantenere l'anonimato, Teng Biao l'avrebbe aggredita in una stanza d'albergo in India nel 2016. "Si è lanciato contro di me più volte, l'ho spinto via. Poi è venuto di nuovo verso di me mentre andavo verso la porta, quindi mi sono ritirata in un angolo", ha spiegato la giornalista alla Bbc. "Gli ho detto di non avvicinarsi, altrimenti avrei urlato. Lui non voleva che gli altri sentissero, quindi ha dovuto lasciarmi andare", ha aggiunto.
La giornalista sostiene di aver chiesto all'attivista per i diritti umani di scusarsi dopo l'incidente e che Biao aveva accettato di farlo. Poi la richiesta di scuse pubbliche due settimane fa che l'avvocato per i diritti umani ha dato con la dichiarazione rilasciata mercoledì. Anche se ha ripetuto che, a sua memoria, non si era lanciato contro di lei né le aveva impedito di lasciare la stanza. Teng Biao è un avvocato in prima linea contro la repressione dei diritti umani in Cina. Dopo essere stato incarcerato per 70 giorni nel 2011, un anno dopo decise di lasciare il paese.
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