Estratto dell'articolo di Paolo Di Stefano per il “Corriere della Sera”
Qualcuno forse ricorderà la discussione che aveva preceduto lo smembramento della biblioteca di Umberto Eco. Sembrava una faccenda destinata all’archivio delle polemiche vane dall’esito scontato, e invece tutto potrebbe ritornare in gioco. […]
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Il dibattito sulla opportunità di dividere la parte antica da quella moderna sembrava ormai avviato verso il classico compromesso, questa volta doppio o triplo: accontentare la famiglia in primis, concedere alla Braidense ciò che desiderava la Braidense e all’Università di Bologna ciò che desiderava l’Alma Mater.
Dunque: i 1.200 volumi della biblioteca antica sono stati acquisiti dallo Stato per due milioni e assegnati a Brera, […] la biblioteca moderna, con almeno 30 mila volumi, è stata destinata per novant’anni all’Università di Bologna, dove Eco ha insegnato dal 1971. […]
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Se la cosiddetta «Bibliotheca Semiologica Curiosa, Lunatica, Magica et Pneumatica», il corpus antico ricco di incunaboli e cinquecentine e frutto della passione del bibliofilo, è stata tempestivamente consegnata a Brera, la raccolta moderna sarebbe rimasta in casa di Eco fino al 2026 sotto la tutela pubblica (e con l’onere delle spese assicurative allo Stato), in attesa che gli spazi bolognesi venissero individuati e approntati. Tutto bene, dunque? Niente affatto.
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C’è un dettaglio, però, rimasto sospeso nel vuoto. Alla fine del 2018, con il proposito di tutelare un «compendio di interesse storico particolarmente importante» […] la Direzione generale degli Archivi, attraverso la Soprintendenza lombarda, aveva notificato un provvedimento di vincolo. Ciò significa che gli eredi di Umberto Eco non avrebbero potuto realizzare lo smembramento che auspicavano. Contro questa decisione, la famiglia aveva inoltrato un ricorso su cui il Tar avrebbe dovuto pronunciarsi il prossimo 8 marzo.
[…] Ora la novità è che la famiglia, il 17 febbraio scorso, ha deciso di ritirare il ricorso, rimettendo tutto in discussione. A questo punto, che succederà? In ottemperanza al vincolo, blocco antico, blocco moderno e archivio personale non si dovrebbero più separare. E Brera? E Bologna? Interpellata al riguardo, Annalisa Rossi, soprintendente della Lombardia, […] ribadisce: «[…] Quanto accaduto riconosce pienamente la missione della Soprintendenza: avere individuato il valore culturale della eredità di Umberto Eco e averlo definito quale compendio di natura archivistica, unico e indivisibile».
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[…] È dunque possibile che si ritorni all’idea primitiva, inizialmente auspicata dal Mibact e poi contraddetta dallo stesso, di destinare l’insieme del «compendio» all’Archivio di Stato di Milano?
Chi può dirlo? Se il ministero ha smentito sé stesso assecondando le richieste della famiglia Eco e paradossalmente ignorando il vincolo ufficiale (emesso da un proprio ufficio), ora è la famiglia Eco a smentire sé stessa ritrattando le proprie condizioni (e convinzioni) ancora prima del pronunciamento del Tar. […]
umberto eco UMBERTO ECO FOTOGRAFATO DA ROBERTO COTRONEO A CAMOGLI, NEL 2015 umberto eco umberto eco UMBERTO ECO umberto eco UMBERTO ECO angelo guglielmi umberto eco